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Sfogo strozzato

Sono uscito che sembrava dovesse arrivare un nubifragio, ma poi tutto si è risolto con un nulla di fatto. Qualche tuono e l'ombra dei nuvoloni grigi che coprivano il sole mi hanno accompagnato per cinque chilometri. Aria fresca e poca umidità, gambe che giravano a mille dopo settimane di appesantimento, alzaia praticamente vuota da passeggiatori e sportivi. Ho lasciato che fosse la voglia a trascinarmi, sperando che la pioggia mi aiutasse ancora una volta a sfogarmi con me stesso. L'acqua non è arrivata, ma quando al quinto chilometro

ho guardato per curiosità il cronometro che segnava 19' 40" ho capito che la sensazione di stare bene non era solo una sensazione. Mi serviva spingere al massimo per fare uscire tutto lo stress di questi giorni. Ed ho spinto fino a quando poi è uscito il sole. Il caldo istantaneo che è arrivato, la sensazione di afa opprimente, la stanchezza di un ritmo sostenuto mi hanno fatto subito calare il passo. Ho proseguito cercando di recuperare ma con molta fatica. E' incredibile come il sole modifichi sostanzialmente le sensazioni di una stessa corsa. Ho proseguito per i miei 12 Km ritornando verso casa con i raggi del sole che mi picchiavano in faccia. Ho anche provato a correre senza maglia per avere un po' di sollievo, ma è stato più fastidioso tenerla in mano piuttosto che addosso. Verso casa ho accelerato ancora un po' per il finale ritornando in 50' 55". Più corro, più mi accorgo che ho bisogno di tranquillità, ma chissà per quanto ancora so di non poterla ritrovare.