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E l'arte sta a guardare

«Cento di questi giorni!» mi dice Firenze mentre comincio a correre la sua Maratona. Come si fa con i doni preziosi inizio a scartarlo piano piano cercando di gustarmi tutto quello che ha da regalarmi. Non avrei potuto festeggiare in modo migliore. Ci sono maratone ricercate per la velocità del loro tracciato, altre rinomate per il loro pubblico, altre ancora per la loro importanza. Firenze può vantare un percorso unico, immerso nell'arte e nella storia, che ti fa viaggiare nel tempo. Lo scopri poco alla volta, man mano che i chilometri passano e la fatica aumenta.

I brividi iniziano - e crescono misti alle emozioni - quando passi davanti a Palazzo Pitti e poi ti tuffi tra due ali di folla festosa che si stringono fino a farti sfiorare Ponte Vecchio. Vorresti attraversare il fiume, ma non è ancora il momento. Ci sono ancora vie e piazze da scoprire, il Lungarno da godersi. Quando in Piazza del Duomo la mente viene rapita dal boato del pubblico stretto attorno alle transenne sormontate dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore e dal Battistero di San Giovanni, c'è ancora parecchio da soffrire prima dell'arrivo. Corri ma non te ne accorgi, trasportato nella storia, sfiorando appena i lastroni di marmo che ricoprono il percorso di fianco a Palazzo Strozzi. E torni indietro nel tempo, passando finalmente sul ponte simbolo della città, quello degli orafi come premio per tutta la strada già fatta.

Poi inizia l’ultima passerella fino all’arrivo, un elegante tappeto rosso che ti spinge in Piazza della Signoria di fronte a Palazzo Vecchio, dove sembra che anche le statue della Loggia si sbraccino, applaudano e ti incitino. Guardi, saluti e vai, avvicinandoti ai piedi del Campanile di Giotto. Vorresti risalire le scale, arrivare in cima e alzare le braccia al cielo, ma ci sono ancora gli ultimi due chilometri da fare. Sfili tra i vicoli del centro e per l’ultima volta lungo l’Arno prima di buttarti in Piazza Santa Croce, dove la Basilica assiste immobile all’arrivo dei diecimila. L’ultimo tassello perchè il tuo regalo sia completo.

[Pubblicato su Runner's World N. 01, Gennaio 2013, pagine 32-33]