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Sapore di trail con Mizuno Wave Daichi e Mujin 3

Una cosa che ho ribadito spesso (e di cui mi sono anche sempre più convinto in questi ultimi giorni) è che a me piace correre. Che sia strada, pista o trail, l'importante è correre. E vado abbastanza fiero di questa visione, perchè creare differenze, gruppi, classificazioni anche nel mondo del running va un po' contro lo spirito con cui si dovrebbe sempre affrontare la corsa. Divertirsi e sentirsi liberi, ovunque.

E non posso negare di essermi divertito. A quale runner non piacerebbe lavorare correndo e provando nuovi materiali? Questa volta a darci la possibilità di farlo è stata Mizuno, invitandoci alla presentazione dei due nuovi modelli di scarpe da trail Wave Daichi e Wave Mujin 3. La prima new-entry del 2016, la seconda nuova evoluzione del modello top di gamma della casa nipponica. Delle due parlerò più in dettaglio nell'articolo per Runner's World, ma posso anticipare che, entrambe, mi hanno piacevolmente stupito. E' stato abbastanza semplice e intuitivo cogliere le differenze e le specifiche caratteristiche di ognuna, anche con due sole semplici uscite di cinque chilometri. Si, ma di montagna.

La Clusaz si trova nella regione dell'Alta Savoia francese. Praticamente speculare ad Aosta rispetto al Monte Bianco. Un'odissea il viaggio in mini-bus per arrivare, ma anche l'occasione piacevole di ritrovare vecchi amici-colleghi come Mirko e conoscerne nuovi. Panorama non diverso da quello che ci si aspetterebbe di trovare in una vacanza in Val d'Aosta. Sperduti prati verdi, strette vallate ricche di boschi, monti che si innalzano da una parte e dall'altra ornati da quel che rimane della neve invernale e dalle rocce scosceve delle vette. E su quelle montagne ci siamo arrampicati per due giorni consecutivi.


Test a La Clusaz di Mizuno Wave Daichi e Mizuno Wave Mujin 3

Prima prova per le Mizuno Wave Daichi in un pomeriggio che invitava più a mettersi davanti al camino dello chalet che ci ha ospitati, piuttosto che correre in pantaloncini e maglietta. Pioggia sottile spinta dal vento sempre presente al Col des Aravis, nuvole basse e temperatura più invernale che estiva. Ma anche la voglia di non lasciarsi sfuggire le opportunità di una due-giorni di immersione nel trail. Partenza in salita su strada sterrata, per arrampicarsi quasi immediatamente lungo un sentiero trasformatosi presto in un ruscello. Il modo migliore per testare scarpe che devono dare il loro meglio quando le condizioni diventano più difficili. Correre in gruppo, così numerosi, non è stato semplice, soprattutto per la diversità di preparazione di ognuno. Tante le pause per aspettarsi, per fare fotografie, sempre col freddo pungente pronto ad assalirci nel giro di pochi minuti. E abbiamo continuato a salire, passando su sentieri in single-track tra arbusti e roccia calcarea, arrampicandoci per superare i costoni più impegnativi. E per non farci mancare niente, anche un po' di neve lungo la discesa sul versante opposto, perfetta per ripulire le scarpe incrostate di fango e farle ritornare come nuove per il rientro.

Tutto diverso invece mercoledì mattina, quando è stato il turno delle Mizuno Wave Mujin 3. Sembrava che l'inverno non volesse abbandonare la valle, ma appena ricominciati a salire in senso opposto rispetto al giorno prima, il cielo si è aperto lasciando che fosse la primavera ad accompagnarci nella nostra uscita. Non più pioggia e nubi, ma cielo azzurro pastello su una base di nuovole di panna montata. E fango ancora a volontà, risalendo il lungo pratone dal quale eravamo scivolati veloci poche ore prima. Tutt'altro tipo di corsa, anche per le scarpe ai piedi, completamente differenti dalle appena-nate sorelle. A qualche decina di metri da noi, un branco di camosci ha provato a mostrarci come risalire la parete scoscesa della montagna, mentre tra neve e ghiaioni ci siamo arrangiato come abbiamo potuto. Un panorama mozzafiato sulla cresta della valle ha dato il via alla discesa, dove provare nuove tipologie di terreni e l'ebrezza della velocità.

I sentieri mi mancano. Anche se la mia schiena è forse un po' contraria all'idea del continuo sali-scendi tra roccie e salite. Anche se la testa è timorosa per la paura di ri-farsi male lungo le discese fangose e piene di ciottoli. Ma è anche difficile rinunciare sempre al fascino della montagna. E' difficile dire dove portino gare e allenamenti e non è detto che questa estate non mi riporti tra valli e boschi. L'appuntamento autunnale rimane a Firenze, ma le tappe che mi ci porteranno probabilmente passeranno anche tra salite e discese. L'importante è ricordarsi sempre e solo di correrle.