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Buona la prima

Fin qui tutto bene, mi verrebbe da dire. Ho volutamente aspettato ventiquattr’ore prima di pronunciarmi dopo l’allenamento sotto la supervisione del prof. Massini di ieri mattina al campo XXV aprile di Milano. Solo qualche giro di pista per valutare la condizione sotto gli occhi vigili di chi ne sa e non affidarmi solamente alle mie sensazioni. Fortunatamente.

Già, perché fin dai primi passi è stata chiara subito una cosa: non so più correre. Dopo due mesi di stop, di continui malanni, di riposo forzato, di problemi alla schiena che sembrano non volersi risolvere, non so più correre. E non me ne ero accorto. Almeno dal punto di vista puramente tecnico, di postura. Da quello fisico, di fatica, fatto di battiti, fiero e gambe invece sapevo già di dover ricostruire tutto da capo partendo da zero.

Mi ha però stupito sentirmi richiamare da Fulvio dopo il primo giro di corsa perché completamente imballato. Testa in avanti, schiena troppo dritta, gomiti arretrati, busto ruotato, (s)bilanciamento all’indietro. La somma di tanti fattori che mi hanno reso incapace di un gesto tecnico costruito e migliorato negli ultimi anni proprio grazie al Prof. 

Sicuramente la paura di ritrovarmi nuovamente con la schiena bloccata ha avuto la sua influenza. Essere rigido, in difesa, non libero di correre con facilità ha inciso profondamente sul mio modo di correre. Motivo anche per il quale probabilmente nelle ultime prove di corsa mi sono poi ritrovato con i muscoli arrabbiati e supertesi. Per cui, oltre a tutto il lavoro di ricostruzione puramente fisica, adesso dovrò anche concentrarmi sull’aspetto più tecnico e cercare di correre nel modo giusto, anche senza essere seguito costantemente dall’attenzione di un coach. Non sarà per niente facile, ma ne va della mia incolumità, non solo di runner.

Quello su cui dovrò maggiormente fare attenzione è lo sbilanciamento all’indietro, problema che sto cercando di correggere anche grazie all’aiuto dei plantari, e che sicuramente ha inciso nel caricare in modo eccessivo la schiena. Per cui, testa alta, spalle e testa in avanti, con una postura più naturale e meno difensiva. Poi dovrò cercare di bloccare il busto, aiutandomi con un movimento (inizialmente almeno) più accentuato delle braccia, per ridurre la rotazione del corpo. 

A tutto questo si aggiungeranno tutti gli esercizi (nuovi e spiegati all’interno del nuovo libro di Fulvio, Tipi che corrono, che presenterà martedì prossimo alla Feltrinelli di piazza Duomo a Milano) per rinforzare e mobilizzare la schiena, i flessori, i polpacci. Uno dei problemi di cui anche io mi sono accorto è che ho la schiena troppo rigida. Faccio fatica a piegarmi in avanti, ad essere elastico. E questa rigidità sicuramente non va ad aiutare lo stato attuale durante l’attività fisica, ma solo a peggiorare la situazione. 

Tanto su cui lavorare. Tanto tempo da prendere prima di poter riprovare a fare sul serio. Ma meglio che stare seduti senza saper cosa fare. Per lo meno un piccolo passo l’ho fatto. Fin qui tutto bene.