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Con Tommaso e Thule Glide alla Mezza Maratona del Naviglio

Non è stata una vera e propria gara, ma anche solo essere sotto l’arco di partenza è bastato perché la corsa-allenamento di ieri in occasione della ½ Maratona di Cernusco sul Naviglio fosse la mia miglior prestazione dall’inizio dell’anno. Pur correndo spingendo Tommaso sul nostro stroller Thule Glide

Saremmo dovuti essere a Riga per l’omonima maratona, io e Tommaso spettatori, Chiara da protagonista. Ma le cose non sono andate come avremmo voluto e, all’ultimo, abbiamo optato per una corsa vicino a casa a cui non riuscivamo a partecipare ormai da anni. Il mio personal best sulla mezza maratona fatto proprio a Cernusco è resistito fino ad un anno fa quando, dopo cinque anni di prove e riprove, sono riuscito ad abbassarlo nuovamente. 

Ma l’occasione non questa volta non è servita per riprovarci nuovamente. Purtroppo i problemi degli ultimi mesi non mi hanno permesso di essere nemmeno in grado di provare a correre la distanza della mezza maratona, optando, mio malgrado, per la ben più corta non competitiva di 8 Km. Avrei preferito provare una distanza intermedia, anche di quattordici o sedici chilometri, fosse stata, ma alla fine è andata bene così. Su un chilometraggio minore ho potuto forzare nonostante corressi insieme a Tommaso spingendo il Thule Glide lungo la nostra amata sponda del Naviglio. 

Correre con il passeggino è sempre un problema, anche quando si tratta di non competitive. Per correre nella confusione sono necessari vari accorgimenti che ormai ho imparato a memoria: stare il più esterno possibile, prendere le curve sempre larghe, cercare di partire nelle prime posizioni. Ho avuto il dubbio se posizionarmi nelle prime file alla partenza o accodarmi al gruppo già in griglia qualche decina di minuti prima del via, ma alla fine mi sono allineato davanti accerchiato da un nugolo di bambini. Ma sono bastati qualche decina di metri per ritrovarmi da solo lungo le corsi della pista di atletica. 

Tommaso è rimasto incuriosito, ormai abituato ad aggrapparsi alla struttura del Thule Glide non appena messi in moto e prendo a prendere le curve a tutta velocità. Non credo farò mai l’abitudine ai commenti di chi ci vede passare, in gara o dietro le transenne. Ogni volta lo stesso copione che si ripete. E la cosa mi fa sempre sorridere. 

La competitiva di ventuno chilometri è partita al nostro stesso orario, ma quattrocento metri più avanti, all’entrata del centro sportivo. Ma è bastato poco meno di un chilometro perché mi ritrovassi già immerso nelle retrovie del gruppone subito dopo la partenza. Strade strette quelle di Cernusco, nonostante il traffico fosse stato fermato. E sorpassare i più lenti non è stato certo facile, soprattutto ogni qualvolta abbiamo incrociato i gruppi più nutriti guidati da pacers. Un tira-e-molla che non mi ha certo aiutato a trovare il giusto ritmo, passando dai 4’ 09” iniziali ai 4’ 23’ del secondo chilometro, dai 4’ 08” quando la strada si è fatta più larga e dritta ai 4’ 28” del passaggio sul ponticello del bivio. Ma è stato bello correre a tratti con gli amici di volta in volta recuperati.

Arrivati sull’alzaia mi è anche stato più semplice capire quanti fossero quelli intenti a gareggiare sulla distanza più corta. Non molti quelli che ci stavano precedendo, con due o tre riferimenti poco più avanti ad un centinaio di metri. La strada che da Cernusco scende verso Vimodrone è forse uno dei tratti del Naviglio che più mi piacciono, circondati da tanto verde e affiancati da un lungo parco. Ed è stata anche terreno di intensi allenamenti in pausa pranzo di qualche anno fa. Per Tommaso è stato un continuo tentativo di sosta, attirato continuamente dai tanti giochi e parchi che abbiamo superato. Ma la promessa di una bella partita a palla non appena tagliato il traguardo al centro sportivo lo ha convinto sul continuare la nostra corsa. Anche perché ormai lungo il percorso è normale scambiarci battute, provando a cantare (se il fiato me lo permette) o ad indicare tutto quello che vediamo, dalle bici alle anatre che fanno qua-qua, dai suoi amatissimi cani ai runners che incrociamo strada facendo. E incitarlo continuamente ad applaudire è servito un po’ anche a me per non cedere alla tentazione di rallentare.

Passo pressoché regolare lungo tutta l’alzaia fino al momento del nuovo cambio-sponda (4’ 20”), questa volta però meno agile che al terzo chilometro e mezzo. La sorpresa è stata ritrovarsi di fronte ad un ponte in metallo senza accesso per bici e passeggini, ma con scale ripide e strette. Fortunatamente l’ancora poca confusione ha permesso al ragazzo addetto al percorso di aiutarmi a salire e scendere dalla parte opposta insieme a Tommaso senza rischiare di peggiorare la condizione della mia schiena o peggio di ribaltare o cadere con il passeggino. 

L’ultimo chilometro e mezzo è poi trascorso in tranquillità, vedendo accorciarsi sempre più la distanza con quelli che ci stavano precedendo, ma senza riuscire a coprire il gap che ci separava da loro. E una volta arrivati al centro sportivo e chiusi gli ultimi duecento metri sulla pista di atletica è stato bello vedere Tommaso con le braccia alzate in segno di vittoria passare sotto il gonfiabile dell’arrivo tra i sorrisi e gli applausi divertiti dei presenti (35’ 21” il tempo finale, 4’ 20” di media, quarta o quinta posizione assoluta). Poi è scattata finalmente la nostra partita a palla in mezzo al campo di calcio aspettando mamma Chiara all’arrivo dei suoi ventuno chilometri (3° italiana assoluta).

Sono contento di quanto fatto. Non tanto per il crono che paragonato ad un anno fa è decisamente da dimenticare, quanto per la reazione generale. Gambe che hanno spinto bene nonostante il passeggino, schiena che ha non ha dato segni di squilibrio o dolore. E poi tanto divertimento. Non so per quanto tempo ancora potrò vivere questi momenti di corsa insieme a Tommaso, ma finchè anche per lui andrà bene ci vedrete ancora sfrecciare. Sempre più forte.