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Il peso della corsa

Perdere peso. Il diktat del dopo feste. L’incubo che si manifesta per ogni runner (e non solo) che non è riuscito a mantenere i buoni propositi di fine anno. E questa volta ci sono caduto anche io, con un doppio carpiato. Complice la scarsa forma iniziale e l’incoscienza di chi sa che poi i chili scenderanno inesorabilmente. Forse. 

Non ho voluto di proposito vedere l’andamento della bilancia fino al 7 gennaio. Per non lasciarmi influenzare. O forse solo per credere che non sarebbe successo. Ma i molteplici guai dell’anno uniti al non-controllo culinario delle feste natalizie mi ha portato ad un livello che non raggiungevo ormai da qualche mese (esattamente da settembre 2016, dopo che era nato Tommaso). 71,1 Kg. Un po’ troppi per chi ha ancora la speranza di raggiungere obiettivi cronometrici di livello (sempre parlando di atleti amatori ormai passato alla categoria SM45). Due o tre i chili presi in due settimane di non curanza alimentare, ma che sommati ai precedenti non ancora persi per gli stop dei mesi scorsi, sono diventati un pesante fardello. 

Me ne preoccupo. Ma allo stesso tempo sono anche consapevole di poter rimettere le cose a posto. L’unico imperativo però a questo punto è rimettersi in riga. Esercizio e dieta controllata. Due impegni facili da affrontare quando corrono parallelamente e portano a risultati tangibili. Due montagne da scalare quando si deve fare a meno di una delle parti. Difficile riuscire a mantenere i buoni propositi se tutto non corre nella stessa direzione. Quello che mi fa particolarmente piacere è sapere di essere sulla buona strada, almeno atleticamente parlando. Sempre che la schiena (o altro) non abbia intenzione di fare qualche altro scherzo. I ritmi e i chilometri stanno tornando piano piano. E sapere di esserci riuscito nonostante qualche chilo in più mi dà fiducia. 

Chilo più, chilometro meno

Che per correre (bene) si debba tenere d’occhio anche il peso, credo sia fuori discussione. Al di là delle mire cronometriche di ognuno, pesare meno significa anche fare meno fatica (in tutto, non solo nella corsa), infortunarsi in maniera minore, stare meglio con sé stessi (e gli altri). Su qualsiasi distanza il peso ha la sua importanza. Che incida più sulle gare corte o più sulla maratona dipende molto dalla predisposizione e dalla muscolatura di ognuno. Ma è chiaro che pesare meno voglia dire anche correre più veloce. Ritenuto come come valore universale che, ogni chilo in più, possa costare due/tre secondi al chilometro, è facile fare due conti e capire dove poter arrivare seguendo una dieta corretta. E senza contare che la perdita di peso migliora anche la potenza aerobica (VO2 max), fattore fondamentale soprattutto per la resistenza. Meno chili si hanno più sono i chilometri per litro di ossigeno che si riescono a correre. 

Il difficile a questo punto è solo riuscire a ritornare dentro ad un regime dietetico corretto. Niente più dolci, formaggi, alcolici, (fritti). Carboidrati e proteine sotto controllo. E tanta frutta e verdura. Porzioni più piccole, pranzi e cene più scarse, ma spuntini più frequenti. E di contorno tanto allenamento. Devo, e voglio, tornare il prima possibile ai miei canonici settanta chilometri a settimana, magari anche con qualche uscita di bici di contorno, per provare poi a programmare finalmente qualcosa di serio. Senza obiettivi è tutto più difficile. Ma per provare a raggiungerli è necessario iniziare a sacrificarsi (almeno un po’). Primo: scendere a sessantacinque chili.