Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

Saucony Jazz 17 II

Se mai avessi avuto qualche dubbio su quale fosse la scarpa giusta per i miei piedi, lo avrei presto fugato. Ma non ci ho messo molto ad autoconvincermi. Anzi a dir la verità non ce n'era bisogno, non ho avuto nemmeno la necessità di passare in negozio a provare qualcosa. Appena ho scoperto l'imminenza dei primi saldi da Affari&Sport, ne ho subito approfittato per non farmi scappare le ormai mie ed inseparabili Saucony Progrid Jazz 17. Il vecchio paio è ormai agli sgoccioli (e forse anche un po' più in là) ed aspettare qualche giorno in più mi sarebbe servito solo a far si che il mio numero svanisse prima ancora di arrivare in negozio. Tra l'altro, viste le prossime gare, meglio avere una scarpa nuova e ben reattiva piuttosto che una ancora comoda ma scarica.


Saucony Progrid Jazz 17

L'ho calzata come una pantofola. Come se fosse la scarpa di cenerentola. Come se il calco fosse stato fatto sul mio piede. Un tutt'uno. E aver provato nei giorni scorso un nuovo modello di altra marca, mi ha fatto subito percepire le grandi differenza tra una calzata e l'altra. La Jazz 17 è di gran lunga la migliore edizione di tutte le sorelle minori. Leggera, calzante, reattiva nell'avampiede, ammortizzata ma non troppo soffice nel tallone. La sensazione non è stata di una scarpa nuova appena tolta dalla scatola, ma di una rodata e già in piena sintonia col piede. Ho dovuto, e voluto, provare la calzata contemporanea con il paio scarico per apprezzarne meglio l'integrità. In corsa è totalmente silenziosa e devo dire che il drop di soli 8 mm favorisce, secondo me, una corsa più spinta e meno d'appoggio. Peccato non averle trovate di colore arancio, giusto per cambiare un po' l'estetica (ed anche perchè è sempre stato il mio style preferito di questa edizione). L'unico difetto che attualmente ho trovato è la durata. Non so quale possa essere la vera causa, se come suggerisce Michele la scarsità di materiale per rendere sempre più leggere o se, come suggerisce Mauro (che alterna due paia di scarpe identiche per ovviare allo stesso problema anche con altri marchi, nda), il frequente utilizzo senza il giusto riposo per far respirare i componenti. Magari entrambe le cose. Sta di fatto che mentre prima riuscivo ad arrivare ad usare un paio di scarpe anche per 800-1000 Km, negli ultimi tempi raggiungo a malapena i 600 Km. E questo non è un bene.

Le ho volutamente indossare subito questa sera per gli 8 Km di lento in programma, in vista della gara di domenica al Parco Nord. In realtà avrei benissimo potuto inaugurarle nel week-end senza alcun problema, ma per sicurezza, almeno una piccola uscita ho preferito farlgiela fare subito. Le gambe hanno reagito bene inizialmente, invogliate ad aumentare subito il ritmo. Anche se poi la pesantezza per le ripetute di ieri è uscita quasi istantaneamente. Ho preferito prendere la direzione verso Gorgonzola per variare un po' il paesaggio e dare un occhio allo stato di avanzamento dei lavori sulla teem proprio in corrispondenza del passaggio sotto al Naviglio. Voglia e brillantezza però non vanno di pari passo in questo periodo. Ma arriveranno tempi migliori. Intanto lavorare non fa comunque male. Non è detto poi che magari domenica le gambe si risveglino improvvisamente dal torpore. Io rimango sempre e comunque fiducioso. 35' 01" che sarebbero dovuti essere un po' di più, ma anche nei periodi di stanca la voglia è difficile contenerla. Soprattutto quando le giornate hanno qualche grado in meno. Non tanti, ma quanto basta per riuscire a respirare senza avere la sensazione di avere un phon acceso davanti al viso.