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Ritorno con Tommaso e Thule Glide alla Lierac Beauty Run

Un anno dopo ci siamo ripetuti. Stessa gara, stessa formazione, stesso divertimento. La Lierac Beauty Run sarà anche la gara dedicata-e-per le donne, ma rimane per me la gara perfetta anche da papà-runner. Un percorso e un’atmosfera perfetta per spingere Tommaso sul suo amato Thule Glide e vederlo urlare e applaudire in mezzo ad un pubblico incredulo. 

Incredulo ci sono rimasto un po’ anche io. Non tanto per il pubblico, quanto per il risultato finale. Non mi sarei mai immaginato di riuscire a correre così dopo le fatiche delle ultime settimane in allenamento. Evidentemente allenarsi qualcosa è servito. Ero sicuro che non avrei ripetuto l’exploit dello scorso anno correndo sotto i 4’ al chilometri spingendo il Thule Glide, ma non credevo neanche di riuscire a correre meglio rispetto agli allenamenti lungo il Naviglio. Probabilmente un pettorale appuntato sulla canotta e la voglia di divertirsi possono fare miracoli. 

Perché alla Lierac Beauty Run? Presto detto. Innanzitutto perché mamma Chiara ci teneva ad esserci, per riprovare a riconquistare quel podio dopo un anno e mesi di tribolati allenamenti. Perché lo scorso anno è stata la prima vera gara di Tommaso, dove si è davvero divertito interagendo con pubblico e avversari. E poi perché rispetto ad altre gare più blasonate mi ha dato modo di correre senza dovermi troppo preoccupare di infastidire gli altri. 

A dir la verità la partenza non è stata semplice. Quando è stato dato il via all’ingresso in griglia, mi trovavo dalla parte opposta dell’Arena Civica di Milano insieme a Tommaso a giocare. Caricarlo sul Thule Glide, attraversare tutto il campo di gioco e accodarmi ha richiesto qualche minuto e le prime posizioni sono rimaste irraggiungibili. Per me (noi) è importante partire abbastanza davanti per non dare fastidio agli atleti più lenti durante i sorpassi. Correre con lo stroller è sicuramente meno agile e infilarsi tra i runners intenti nel loro sprint iniziale non è facilissimo e può essere pericoloso, più per loro disattenzione che mia. E infatti dopo lo sparo iniziale sono rimasto ingabbiato tra due ali difficili da abbandonare fin dopo l’uscita dalla porta dell’Arena. 

Fortunatamente ci siamo subito ritrovati a correre lungo il largo viale di Parco Sempione che affianca le mura che mi ha dato la possibilità di superare senza problemi (esternamente) gran parte di quelli che ci siamo trovati davanti. Vicino ai cancelli di uscita ho visto Chiara, Franco e Gabriele correre veloci tra le prime posizioni, circa un duecento metri più avanti. Peccato non essere riuscito ad accodarmi loro, probabilmente sarebbe stata poi tutta un’altra co(r)sa.

Tommaso ha avuto per subito ben chiara una cosa: avremmo venduto cara la nostra pelle. Così tra un “papà tram!” e un “papà ni-no-ni-no!” indicando le luci delle macchine della polizia, abbiamo continuato a recuperare posizioni, correndo addirittura il secondo chilometro in 3’ 58”. Fortunatamente ho ormai preso l’abitudine a non guardare mai il GPS, perché probabilmente poi avrei avuto la tentazione di rallentare immediatamente. 

La prima parte di gara è stata uguale a quella dello scorso anno, sfiorando il Castello Sforzesco, per poi inoltrarsi tra le vie verso Brera e riprendere via Manzoni in direzione San Babila. Ma rispetto lo scorso anno ho sofferto tantissimo il pavé scomposto, come le braccia che presto si sono appesantite. Non dello stesso avviso Tommaso che invece si è divertito nel suo city-cross ammortizzato, ridendo e battendo le mani ogni volta che qualcuno lo vedeva arrivare e lo chiamava sorridendogli. Turisti stranieri, vigili posizionati agli incroci, volontari sempre sorridenti, nonni e bambini a passeggio nel dopo-cena meneghino. Anche il vento non è stato certo d’aiuto, con il Thule Glide che ha fatto da vela, ma in resistenza piuttosto che in spinta. Cosa che mi ricordavo bene dallo scorso anno. 

Dopo il terzo chilometro le posizioni si sono assestate. I continui sorpassi del post-partenza sono diventati più saltuari e i passaggi lungo il percorso quasi sempre in solitaria. Chiara, Franco e Gabriele hanno presto preso il largo ed ho presto desistito dall’idea di provare a raggiungerli. Percorso completamente chiuso al traffico, ben delineato, indicato e presidiato. Ci siamo sentiti al sicuro e soprattutto ben voluti. Il passaggio in centro, scendendo in Corso Vittorio Emanuele verso il Duomo, ha fatto scatenare Tommaso che non ha smesso per un attimo di salutare tutti quelli che lo chiamavano. A differenza mia che ho iniziato a subire la fatica ed a rallentare leggermente il ritmo, sperando di trovare presto un po’ di spinta con il vento a favore. Ma a Milano, a quanto pare, il vento è sempre e solo contro. 


Lierac Beauty Run: con Tommaso e Thule Glide (1), Corro Ergo Sum Runners (2), Chiara 3° donna assoluta (3), Gabry 2° assoluto (4).

Seconda parte di gara poi abbastanza costante, con un po’ più di su-e-giù attorno al Parco Sempione e la movida del sabato sera in partenza. Tanti i curiosi attorno all’Arco della Pace che ci hanno incitato, ma tanti anche quelli che abbiamo dovuto schivare all’interno del percorso di gara (rischiando anche un frontale con una mobike dopo una curva). Purtroppo l’educazione (civica) non è per tutti. 

Gli ultimi chilometri li abbiamo fatti in solitaria, nel silenzio e al buio della pista ciclabile che circonda il Parco Sempione, sempre tra un “papà ni-no-ni-no!” e un “papà pullman!” ascoltando il lontananza le parole dello speaker che già annunciavano l’arrivo dei primi classificati. E così percorrendo l’ultimo chilometro ho scoperto che Gabriele aveva già tagliato il traguardo come 2° assoluto e che mamma Chiara era riuscita a strappare il 3° gradino del podio femminile. Missione compiuta. mancavamo solo noi. 

Entrati per l’ultima volta nel parco, ci siamo poi goduti la passerella lungo la pista d’atletica tutta per noi, arrivando al traguardo con calma, con Tommaso quasi spaesato dai mille cambi di percorso e dall’accoglienza del pubblico. Per noi un inaspettato 41’ 53” (due minuti e mezzo in più rispetto al 2017) e una trentesima posizione assoluta. 

Avrei fatto cambio con una corsa in solitaria per avere due minuti in meno sul cronometro? No, non credo proprio. Il bello di stare insieme anche durante una corsa e di provare già ad insegnare ad un bambino cosa sia lo sport è impagabile. Vederlo divertirsi, strabiliato da un mondo diverso, visto in un modo diverso non è paragonabile a nient’altro. Non è una costrizione come molti pensano. Come non è nemmeno il volergli far fare a tutti questi quello che piace a me (noi). E’ il modo di fargli conoscere e interpretare il mondo diversamente. Sportivamente. 

Sono stato contento delle tantissime parole di approvazione e incoraggiamento di tante mamme e papà, prima e dopo la partenza (qualcuno anche durante la corsa). Come quelle di Fabio che, pur non avendo ancora figli, ha voluto ribadire il suo appoggio allo stroller running correndo una parte di gara insieme a noi e ricordando come in tanti altri Paesi sia una cosa ben vista e del tutto normale. Un movimento che finalmente anche da noi sta crescendo e si sta evolvendo. Basta non avere paura del cambiamento. 

Corro Ergo Sum Runners

Qualche riga la voglio spendere anche per ringraziare gli amici Corro ergo Sum Runners (qui - e nel menu in alto - trovate qualche nuova pagina che vi spiega chi sono/siamo) presenti alla Lierac Beauty Run, tra gara competitiva e non-competitiva. Oltre ai già citati e premiati Chiara e Gabriele, anche Franco, Manuela, Roberto, Irina, Carlo, Daniela e Simona. Maglie violarancio che ancora una volta hanno sfilato tra le vie di Milano. Se anche voi volete unirvi, siete i benvenuti...