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Cento! Cento! Cento!

I più datati come me sicuramente assoceranno subito ed in modo incontrollabile l'esclamazione Cento! al coro di Ok, il prezzo è giusto! della nostra infanzia. E mai come in questi giorni mi sento vicino e assorto dal ticchettio sommesso ed alla giostra di colori della famosa ruota in movimento, alla ricerca di quel cento che può dare la massima vincita. Anche se il mio cento non è dovuto alla fortuna o sfortuna, ma solo alla voglia di ritornare il prima possibile a correre.

Ma come ripromessomi ad inizio della scorsa settimana dopo il primo tuffo in piscina, sono riuscito ad iniziare i nuovi sette giorni (in cui in realtà speravo finamente di poter correre) inauguranto le cento vasche. Due chilometri e mezzo in un'ora. Per me che non amo nuotare e che non ho mai praticamente nuotato, se non per diletto o scarico dalla corsa, un buon risultato. E seppur fatto cento, la vincita ancora non c'è stata. Ancora sette i giorni di riposo forzato. Poi si vedrà.

E non è facile nemmeno trovare ogni volta gli stimoli giusti per rituffarsi e continuare a nuotare avanti e indietro come un pesce rosso per un'ora. Però, riuscire a portare a termine cento vasche che all'inizio mi sembravano un obiettivo tutt'altro che semplice, è stato anche premiante. Per lo meno aiuta il fisico a non rilassarsi troppo e a non perdere l'abitudine alla fatica. Ma soprattutto a non prendere troppo peso. Una delle cose che oggi mi è passata per la testa mentre sfilavo lungo le corsie bianche e rosse della vasca è che nuotando non si suda. Il cuore aumenta il battito, braccia e gambe si affaticano, ma non una goccia di sudore. E' strano per me che sono abituato a fine allenamento a strizzare maglia e pantaloncini. Lo faccio anche con cuffia e costume, ma con prerogative differenti. Più che altro spero davvero che i chilometri che sto macinando servano poi a qualcosa. Poi. Oggi ho anche aumentato la sequenza di vasche consecutive. Cento (che combinazione) alla volta, ossia venticinque ripetute inframezzate da dieci-quindici secondi per rifiatare. Anche questo mi sembrava improponibile fino alla scorsa settimana. Eppure...

Per quel che riguarda invece l'infortunio devo ancora pazientare. Nonostante nei giorni scorsi mi fosse sembrato che la gamba stesse bene, dopo una piccola corsa fatta domenica mattina (parliamo di qualche centinaio di metri) spostandomi lungo il percorso alla Mezza Maratona di Bergamo, mi è rimasto un piccolo indolenzimento e un fastidio per tutto il giorno. Sintomo che il muscolo ancora non è a posto. Quindi meglio rimandare qualsiasi altra prova ad inizio della prossima settimana. Meglio pazientare ancora qualche giorno piuttosto che ritrovarsi con un infortunio peggiore tra qualche settimana. La sfida di Valencia sembra sempre più difficile, ma non è ancora detta nessuna ultima parola. Gli obiettivi sono quelli che ci sospingono ogni volta a fare sempre di più, a fare sempre meglio. Più la sfida sarà difficile, più sarà bello raggiungere la fine.