Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

Nike Air Zoom Pegasus 33

Saranno le Nike Air Zoom Pegasus 33 ad accompagnarmi verso la prossima Firenze Marathon. In realtà già lo stanno facendo da qualche settimana. La prima volta era stata veloce, in pista, in occasione del Nike Double Fast Challenge Relay Mile. Ma di chilometri ne sono passati poi tanti, alternati ancora al modello 32, proprio per carpirne ancora di più le differenze. Che ci sono.

Le Nike Air Zoom Pegasus 33 fanno parte di quel gruppo di scarpe da running che Nike definisce fast, versatili e veloci (le altre categorie sono leggere, stabili e morbide). Una scarpa che dagli anni '80 ha mantenuto sempre le proprie caratteristiche fondamentali, evolvendosi in base all'esigenza dei runners ed alle nuove tecnologie sviluppate. Ma è da due anni che sembra aver raggiunto l'apice della sua forma. Da quando Nike ha rivoluzionato il proprio parco scarpe, andando introdurre elementi caratteristici ricorrenti per ogni modello.


Nike Air Zoom Pegasus 33

La principale novità di questa nuova 33° edizione si nota subito (per chi viene dai modelli precedenti) non appena si allacciano le scarpe la prima volta. E' l'inserimento di un doppio cuscinetto Zoom Air posizionato sotto l'avampiede (elemento già presente nelle Nike Vomero), oltre all'ormai tradizionale unità presente nel tallone per migliorare l’ammortizzazione. Naturalmente questo nuovo elemento è pensato soprattutto per aiutare la fase di spinta, rendendo la scarpa nettamente più reattiva (soprattutto per chi corre s-bilanciato maggiormente sull'avampiede), ma anche per rendere meno traumatico l'appoggio durante la rullata. Non nego che inizialmente abbia fatto fatica ad adattarmi alla sensazione di avere qualcosa sotto l'avampiede ormai abituato alla sensazione di scarico (molto evidente) dato dal modello 32.

La tomaia è molto simile alla versione precedente. Sono cambiati colori e accostamenti cromatici, ma il mesh è ancora composto da due diversi strati. Quello esterno più sottile e traspirante, quello interno realizzato in un unico pezzo, senza cuciture (caratteristica che sta molto a cuore a Nike) per garantire un maggiore confort nella calzata. Sul tallone invece è stata inserita una doppia struttura forata e riflettente per rendere più sicure le corse in notturna. Nuova configurazione invece per il Flywire, la rete di cavi che legano i lacci all’interusola e che avvolgono in modo fermo la tomaia intorno al piede nella zona mediale. I cavi sono affogati maggiormente all'interno della tomaia per rendere l'allacciatura più salda e sicura. Ritorno al passato anche per gli occhielli delle stringhe che tornano ad essere come in origine sette, riaggiungendo l’ultimo occhiello vicino alla caviglia per favorire un'allacciatura più sicura ed una calzata più ferma.

Suola e intersuola hanno introdotto solo qualche piccola modifica. Il drop rimane di 10 mm (dai 12 mm dell'avampiede ai 22 mm del tallone). Il disegno rimane simile ai modelli precedenti, con un solo intaglio trasversale a livello dell'avampiede e una tassellatura a waffle, caratteristica distintiva delle Nike più primitive, che garantisce una maggiore stabilità multidirezionale. A differenza dei modelli precedenti, le Nike Air Zoom Pegasus 33 utilizzano per la suola una sola mescola di colore nero (notoriamente più tenera e morbida) e non più due, che ricopre l'intero piede e non più solo la parte anteriore. Il peso è di circa 306 gr (taglia 44 eu), più tradizionale e leggermente in controtendenza rispetto ad altri marchi.

Ci ho messo un po' a trovare il modello giusto per correre, soprattutto negli ultimi anni. E devo dire che le Nike Air Zoom Pegasus 33 non hanno tradito le mie aspettative. La calzata è forse leggermente più affusolata sulla punta, ma è assolutamente confortevole fin dalle prime uscite. Una buona scarpa da allenamento, sia per gli esercizi più veloci che per le distanze più lunghe. Non a caso la utilizzerò anche in gara durante la mia prossima maratona. Il nuovo inserto nell'avampiede la dovrebbe anche rendere più durevole dei 700 Km delle sue predecessori. Una scarpa pensata per runners di peso medio-leggero e con ritmi allegro-veloci. Una tradizione che dà sicurezza.