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Running, ma quanto mi costi?

Non c’è nulla di più facile che correre. Basta avere un paio di scarpe ai piedi e il gioco è fatto. Zero burocrazia, zero impegni, zero costi. Almeno inizialmente. Ma con il passare dei chilometri si scende sempre più a compromessi. Siamo sicuri che sia tutto proprio così indolore come ce lo siamo sempre immaginato? Alla fine tutto, anche correre, ha un prezzo.

Se ripenso alle mie prime corse mi vien quasi da ridere. Sono passati quasi vent’anni da quando ho iniziato ad affrontare l’asfalto solo per il gusto e il piacere di correre (e l'allora dovere di dimagrire per ritornare in forma). Mi ricordo ancora il mio primo outfit (che all’epoca nemmeno si chiamava così). Maglia di cotone o felpa con le maniche tagliate, rigorosamente grigia, pantaloni larghi al ginocchio, calzettoni di spugna arrotolati alle caviglie, scarpe da basket (perché quello facevo all’epoca). E quello era anche l’abbigliamento più comodo (e l’unico) che avessi a disposizione. Nessuna idea di cosa fosse una scarpa da running e quali brand le producessero, nessuna tentazione (e nemmeno speranza) di infilarsi uno svolazzino (pantaloncino) da corsa, nessuna cognizione sul fatto che sudare non fosse l’equivalente di dimagrire (e c’è chi lo crede ancora). Ci siamo passati tutti, più o meno, in tempi diversi, con stili e modi differenti. Il risultato erano vesciche sui piedi, gambe arrossate per il continuo sfregamento con tessuti irritanti e tanta fatica che sembrava corrispondere a tanta dedizione. 

Oggi non mi verrebbe mai in mente di ripropormi in quel modo. È cambiato il mondo del running (all’epoca si parlava esclusivamente di jogging) come è cambiata tutta la comunicazione che lo riguarda. Gli stessi (inconsapevoli) errori oggi si potrebbero non ripetere, ma è chiaro che per un neofita anche raggiungere e inglobare tutto il sapere diffuso non è poi così facile. Quella che sicuramente non è cambiata è la percezione che per correre non ci sia poi bisogno di molto. Soprattutto le prime volte. Spesso ci si dà un intervallo di tempo di qualche settimana per capire se il running possa essere la scelta giusta, limitandosi a investire inizialmente solo tempo e fatica, prima di mettere mano al proprio portafoglio. E così sembra essere realmente. 

Universalmente la corsa viene interpretata (e in realtà lo è davvero) come uno sport al risparmio (nessuna bici da comprare, nessun abbonamento da fare, nessun campo da prenotare). O solo con un minimo investimento necessario. Le cose cambiano quando si trasforma (nel 90% dei casi) dal semplice correre-per-dimagrire a qualcosa di più importante. Ed è inevitabile che succeda. Con l’aumentare dei chilometri nasce anche una nuova consapevolezza. Di sé. Del running. E di tutto il mondo che gli ruota attorno. E allora correre diventa un’altra cosa. Anche dal punto di vista monetario. 

La spesa mensile o annuale cambia notevolmente da runner a runner, in base agli obiettivi che ci si prefigge, in base a dove si abita, in base al numero di chilometri corsi, in base all’interpretazione che ognuno dà alla propria corsa. E questi, divisi per punti, sono tutti gli investimenti possibili che si possono (non si devono) affrontare. 

Scarpe

Il primo e più importante acquisto che ogni runner deve imparare a fare è il primo paio di scarpe. A quello poi ne seguiranno altre decine negli anni. Il costo può variare molto, in base a marca, modello, nuove edizioni, negozio di acquisto, tipologia di scarpa. Possiamo però considerare una spesa media di circa 100€ a paio, con modelli che possono essere scontati attorno ai 70€ o quelli più performanti e costosi che possono arrivare anche a costare 170/250€.
Considerando poi che la durata media di una scarpa non dovrebbe superare mai gli 800 Km (fino a qualche anno fa si considerava 1000 Km come distanza massima di utilizzo, oggi in alcuni casi di scarpe più performanti possiamo anche scendere a 600 Km o meno) e che spesso se ne utilizzano due paia contemporaneamente (o due scarpe della stessa tipologia o una da allenamento e una da gara), la spesa può variare molto in base al numero di chilometri che si corrono durante tutto l'anno.

Abbigliamento e Accessori

Qui ci si può sbizzarrire. Pantaloncini, magliette, canotte, leggins, pinocchietti, booster, guanti, giubbini, antivento, cappelli, occhiali... è abbastanza evidente che è impossibile stimare realmente quanto ogni runner possa investire per l’abbigliamento che desidera utilizzare. C’è chi preferisce correre con marchi costosi e con un certo stile e chi invece predilige l’allenamento e la performance alla bellezza. Un buon compromesso, da cui tutti inizialmente passano, è legato all’abbigliamento di Decathlon, che permette acquisti dedicati ai runner senza dover affrontare investimenti iniziali esagerati, con prezzi che possono variare da pochi euro (maglie anche a 5€) fino ad arrivare a modelli più performanti da 100€ e più.

GPS e Sportwatch

È facile riconoscere i neo-runner dai sempre più ingombranti smartphone indossati attorno al braccio o alla vita. Ma quando i chilometri iniziano ad aumentare e gli obiettivi a cambiare verso qualcosa di più agonisitco, è inevitabile pretendere di avere al polso uno strumento più affidabile e specifico per il running. Ormai non più semplicemente un cronometro, ma un rilevatore sempre più completo di ogni nostra attività sportiva (e non). In base a marca, modello e caratteristiche ricercate i costi sono decisamente variabili e si può passare da una spesa minima di 150€ fino a 750€ (o più) considerando anche tutti i possibili accessori abbinabili.

Società, FIDAL e RunCard

Passato il periodo iniziale di assestamento e conoscenza delle proprie capacità, il primo istinto è poi quello di mettersi in gioco e sfidarsi. O sfidare gli altri. E per correre una qualsiasi gara competitiva è necessaria l’affiliazione alla FIDAL (20€). Peccato non si possa effettuare in maniera totalmente autonoma, ma ci se debba appoggiare o alla federazione stessa tramite la RunCard (30€) o a una qualsiasi società che sia a sua volta affiliata alla FIDAL. In questo caso i costi possono variare dai 30€ minimi per coprire le spese fino a 100€ (o più) in base alle quote, all'eventuale trasferimento o ai materiali e alle agevolazioni comprese nell’iscrizione societaria.  

Visita Medica

In Italia, si sa, è obbligatoria la visita medica di idoneità sportiva agonistica presso un centro di medicina sportiva abilitato. Il costo varia leggermente da regione a regione, ma mediamente si aggira attorno ai 60€ e comprende visita medica generale, ECG a risposo, ECG sotto sforzo, spirometria, esame delle urine e visita oculistica. 

EPS e Tapasciate

Non tutti amano la competizione, ma qualche tapasciata insieme agli amici, prima o poi, necessariamente scappa. In questo caso le organizzazioni più coinvolte sono le EPS (Enti di Promozione Sportiva) riconosciute dal CONI e diffuse in tutta Italia. CSI, UISP, AICS, PGS, ACSI... per citarne alcune. Solitamente i costi annuali non sono alti e si aggirano sui 10€. A questi vanno poi aggiunti i costi delle singole tapasciate domenicali, che solitamente variano tra i 2€ (solo iscrizione) e i 5€ (iscrizione + riconoscimento). 

Gare

Tagliare il traguardo della prima maratona può diventare il punto di non ritorno. Se inizialmente la voglia di provare a mettersi in gioco spinge a correre i primi veri 10 Km in gara con un investimento tutto sommato accettabile (15€), l’adrenalina post-maratona può diventare qualcosa di decisamente più costoso (tra i 50€ e i 100€ e più). E quando il bisogno di gareggiare aumenta, di pari passo aumentano anche i costi da affrontare mensilmente. 

Viaggi

Correre e viaggiare è una delle cose più belle da provare. Scoprire nuovi posti correndo, con una percezione differente dall’essere un semplice turista. Ma anche viaggiare per correre, in posti nuovi, in manifestazioni sempre più blasonate e importanti. E ai costi di iscrizione (che si aggirano sui 450€ per il solo pettorale alla Maratona di New York) vanno aggiunti anche quelli del week-end o della settimana di vacanza. 

Alimentazione e integrazione

Se nella maggior parte dei casi si diventa runner per perdere peso e ritrovare la forma perduta, riuscendo anche inizialmente a risparmiare mangiando meno e meglio, è facile poi cadere nella direzione opposta, investendo proprio quel risparmio in prodotti di integrazione. Non che sia sbagliato, anzi. La spesa, anche in questo caso, può variare da pochi euro per i gel da gara (2€) a prodotti di integrazione completa da assumere durante la settimana, integrando la normale alimentazione (100€).

Allenatore 

Dopo la rincorsa ai primi chilometri fatti senza pause, è inevitabile puntare un po’ più in alto, ricadendo nell’ormai consuetudine di seguire tabelle e allenamenti specifici, per tutte le distanze, che si trovano facilmente in rete. Ma quando fortuna, sacrificio e dedizione non bastano più, per raggiungere nuovi obiettivi è necessario passare alla fase successiva e farsi seguire da un allenatore. I più fortunati possono contare sull’aiuto di qualche amico preparatore o istruttore (non improvvisato). Per tutti gli altri invece è necessario rivolgersi a un professionista (più o meno famoso) per un costo mensile che si aggira intorno ai 30€ (dipende sempre dalla durata della preparazione e dalle specifiche capacità dell'allenatore). 

Pista e Centri Sportivi

Chi non ha mai provato l’ebrezza di ritornare sulla pista di atletica per un allenamento di ripetute? Spesso, soprattutto nelle grandi città, sono anche il punto di ritrovo delle società più numerose e importanti. O il modo di correre in compagnia e al sicuro da auto o (nel caso delle donne) da malintenzionati. Ma tutto ha un costo, che mediamente si può aggirare sui 100€ annui o 5€ ad ingresso (potremmo considerare in questo gruppo, anche se in minima parte, palestre e piscine, spesso utilizzate dai runner per attività alternative alla corsa o di rinforzo generale. In questo caso l’investimento è decisamente variabile e oneroso in base all’utilizzo che se ne fa).

Fisioterapista, Osteopata e Massaggiatore

È inevitabile cadere prima o poi nel primo infortunio. Oltre allo sconforto dovuto al non piacevole riposo forzato, è necessario mettere mano anche al portafoglio, con sedute che mediamente hanno costi che si aggirano sui 40€. Sedute che non sono mai singole, ma prevedono anche cicli successivi. Soprattutto poi per chi è più competitivo e attivo, per non ricadere spesso in ulteriori pause forzate, è necessario programmare almeno mensilmente momenti di riassestamento o di scarico. Naturalmente non gratuiti.

Plantari

Sempre più spesso, dopo tanti chilometri corsi, si ricorre all’utilizzo di plantari fatti su misura per cercare di correggere o risolvere problemi nati proprio con la corsa (dei quali spesso non si è neanche a conoscenza). Appoggi sbagliati, asimmetria corporea, postura non corretta. Prodotti, che se studiati e disegnati correttamente, possono permettere un salto di qualità dal punto di vista del benessere sia sportivo che generale. Ma con un investimento (pluriannuale) decisamente importante, mediamente attorno ai 250€.

Un euro al chilometro

Tante le variabili in gioco. Tante da rendere quasi impossibile la stima di un investimento medio da parte di un runner. Considerando le mie ultime vere performance quelle fino a un anno e mezzo fa (non posso prendere come riferimento il 2018 essendo stato fermo per troppo tempo), posso però provare a calcolare quale potrebbe essere oggi la mia attuale spesa da sostenere per correre (iniziando), da prendere come riferimento per un runner medio con velleità agonistiche e di classifica. 

Nel 2017 ho corso poco più di tremila chilometri, che corrispondono ad un consumo di circa quattro paia di scarpe, tre da allenamento e una da gara, circa 400€. Come abbigliamento devo considerare sia la stagione estiva che quella invernale, col vantaggio che posso organizzarmi e correre in pausa pranzo con un clima in inverno più mite e in estate più caldo. Almeno quattro maglie a maniche corte (100€), due pantaloncini corti (40€), due maglie termiche (60€), quattro canotte (60€), due pantaloni lunghi (60€), quattro paia di calze (40€), due maglie pesanti (80€). Il minimo indispensabile senza considerare altri accessori come buff, guanti, cappellino, boxer, booster... aggiungendo però un paio di occhiali (150€) dai quali non mi separo quasi mai. Per quanto riguarda lo sportwatch, rimarrei su un modello non troppo sofisticato, con un costo attorno ai 250€.
Con i Corro Ergo Sum Runners il costo di iscrizione a società e Fidal è di 30€, a cui va aggiunto il costo una tantum della maglia societaria (20€) e il costo della visita medica 60€ annuale. Ho partecipato poi ad un buon numero di gare, dai diecimila alla maratona, circa una ventina. Una manifestazione ogni due settimane, corse tra gare vere e allenamenti stimolanti. Due maratone di media (100€ non considerando la New York City Marathon), dieci tra mezze e trenta chilometri (circa 300€), più otto le restanti gare brevi (150€), sotto la guida del prof. Massini (250€). Come integrazione e recupero ho utilizzato spesso gel in gare lunghe (30€) e integratori pre e post gara o allenamento (150€). Correndo costantemente, ho sempre poi avuto l’abitudine e la necessità di rivolgermi a fisioterapista, massaggiatore o osteopata, con una media di una volta ogni due settimane (600€) per scarico o terapia per risolvere infortuni. Ultimo, ma molto importante, il costo annuale dei miei plantari personalizzati che posso considerare suddiviso in almeno cinque anni (per cui 50€ all’anno). 
Un totale di 2960€ (un euro a chilometro!) che, diviso dodici, corrisponde a circa 245€ al mese. Una spesa di non poco valore, considerando che la stima è stata fatta circa al ribasso e che potrebbe spaventare chi si avvicina per la prima volta al mondo del running.

Principiante, quanto costi?

Per togliere ogni paura e ogni dubbio a chi si vuole avvicinare al running, provo invece a calcolare quale possa essere una spesa minima per un neo runner che voglia provare a correre costantemente per un anno, partecipando  alla sua prima gara in primavera e una mezza maratona in autunno, allenandosi autonomamente tre volte a settimana.

Che siano due paia dello stesso modello o che siano una più performante e una da allenamento, sempre due sono le paia di scarpe che andranno acquistate durante il primo anno di corse (170€). Due magliette (15€), due paia di pantaloncini (10€), due maglie pesanti (30€), un giubbino (20€), un paio di pantaloni lunghi (15€), tre paia di calze (10€). Iscrizione alla FIDAL tramite RunCard o società sportiva equivalente (30€) e visita medica sportiva agonistica (60€) completano il minimo necessario per non improvvisarsi runner della domenica. Come orologio, occhiali, guanti e accessori vari possono essere utilizzati strumenti già in possesso per altre attività. Rimangono esclusivamente l’iscrizione alle due gare, un diecimila (15€) e una mezza maratona (€25) da correre vicino a cosa per ottimizzare anche le spese di viaggio. Il tutto per un totale di 400€ (33€ al mese), poco meno di 8€ alla settimana. L’equivalente di una pizza d’asporto.