Bergamo bianca. Questa la sorpresa più gradita, scoperta poco a poco risalendo le strade verso l'Alto della città. Gradi che scendono ad ogni metro in su e pioggia che si trasforma in neve sempre più soffice, sempre più bianca. Giardini, muretti, tetti, strade ricoperti da pochi centimetri bianchi immacolati, tempestati da mille passi da running. Sali e la fatica si trasforma in emozione, voglia di andare sempre più in alto e di non fermarsi più.
Oggi sarebbe dovuto essere giorno di ripetute, ma in vista degli impegni di domani ho preferito rimandare e sostitutire la seduta con un'uscita defaticante. Domani è giorno di test col professor Massini ed è meglio arrivare con le gambe buone. Non vedo l'ora d'essere sotto le sue grinfie per iniziare davvero a lavorare per i mesi a venire. Sono incuriosito da ciò che proverà a verificare sulla mia situazione attuale. Oggi mi sono ancora sentito appesantito, qualche piccolo fastidio muscolare soprattutto ai polpacci dopo le corse del week-end. Nulla di preoccupante, ma la corsa sciolta di qualche mese fa è solo un ricordo.
L'alta Brianza non tradisce mai. Puoi correre a Monticello o a Montevecchia o a Missaglia o a Lomagna o a Besana, ma resta sempre una corsa che ti riempie. Gambe, muscoli e cuore. Credevo che, dopo il cross di ieri, le gambe sarebbero state un po' appesantite e invece con sorpresa oggi ero in ottima forma. Ottima rispetto alle ultime uscite. Siamo stati incerti fino all'ultimo se scegliere Monticello o Calusco, anticipata di più di un mese rispetto al solito periodo, e alla fine abbiamo fatto lascelta migliore, anche se l'Adda ha sempre il suo fascino. Siamo rimasti soli io e Chiara, orfani di Iacopo, e quando siamo arrivati al punto di ritrovo è stato quasi impossibile parcheggiare. Macchine ovunque. Come sempre.
Buio e umido. La prima nebbia di stagione. Vera nebbia, quella padana. Fino ad ora era stata solo semplicemente foschia. Ho messo in testa la luce frontale, più per farmi vedere che per illuminare la strada. Un cono di luce tondo che ha creato la strana sensazione di correre in una galleria, rischiarata pian piano mentre più mi sono inoltrato. Appena arrivato sull'alzaia mi è sembrato di entrare sempre più in profondità, senza neanche quasi riuscire a vedere l'asfalto dove appoggiare i piedi. E stranamente ho corso bene.
Non c'è niente da dire, il cross è il cross. Una gara devastante. Al limite. Sempre. Quando poi ci si mette anche il meteo diventa una sfida irrinunciabile. Non bastavano fango molle, pioggia e freddo. Ci è volita anche la neve, mentre la giornata già scendeva verso il tramonto. Neve in testa, neve sui campi, neve negli occhi. Ed è stata una sfida ancora più avvincente, strana. La traiettoria migliore coperta come da un velo bianco semi trasparente che ti nasconde i trabocchetti, i punti più fangosi e molli in curva, la strada da seguire, le buche, i piccoli fossi. Ma ancora più bella per un'occasione che non capiterà più molte altre volte.
Sentivo di aver bisogno di defaticare, anche se nel week-end complessivamente le gambe sono andate bene. Fino a ieri, quando i muscoli hanno cominciato a lamentarsi in coro. E' normale, solitamente succede due giorni dopo un grande sforzo e il mio era cominciato sabato pomeriggio. Soprattutto gemello esterno di entrambe le gambe e tibiale destro. E non è cambiato quando sono uscito per i 12 Km di defaticamento ieri sera.
L'ho aspettata un po' come si aspettano gli esami. Voglia, timore, ansia, consapevolezza. Perchè sapevo a cosa stavo andando incontro, ma allo stesso tempo non avevo la certezza di sapere come sarebbe andata. La prima dello scorso anno al Campionato Brianzolo di Corsa Campestre era un'incognita completa. Questa volta no. Conoscevo già la sofferenza, la fatica ed ero anche cosciente del mio stato di forma non del tutto perfetto. Però è stato anche l'inizio della nuova stagione, la competizione allo stato brado, l'allenamento in più che darà i frutti più avanti. E alla fine, comunque sia andata, è stato bello.
L'assoluta novità di quest'anno è stata la partecipazione al Campionato del Mondo di Ciaspole 2013. Senza nessuna pretesa, ben chiaro. Ma un gettone di presenza. Un po' come quelle occasioni da prendere al volo. Quando mi ricapiterà di poter partecipare ad un campionato mondiale di qualcosa? Oltretutto sapevo benissimo in partenza quale fosse il mio stato di forma, per cui l'unico obiettivo è stato quello di provare a migliorare il tempo dell'ultima Ciaspolada, nel 2011, e divertirmi, anche in preparazione dei prossimi Cross. Con oltretutto l'incognita del percorso che ogni anno cambia sia come percorrenza che come distanza.
Soddisfatto? Direi di si. Convinto? Anche. Avevo delle aspettative e direi che sono state rispettate tutte. Pensavo e speravo che i test di questa mattina sarebbero andati in un certo modo e così è stato. Vuol dire che un po' di esperienza in questi anni e in tutti i chilometri calpestati me la sono fatta. Vuol dire anche che durante le varie prove mi sono comportato correttamente senza farmi prendere dalla smania di dover far bene. Vedere l'esatta corrispondenza tra sensazioni e idee personali ed i risultati dati dalle tabelle dei test e sentirseli dire da un'altra persona è stata una soddisfazione.
CORRO per AiCra è un progetto di collaborazione per la raccolta fondi a favore della onlus “Associazione Craniostenosi” (AiCra appunto) in occasione della Milano City Marathon 2013 promosso da Corro Ergo Sum.
IL 7 APRILE ABBIAMO CORSO PER MARKIYAN (vai al sito) UN BAMBINO UCRAINO DI 9 MESI AFFETTO DA CRANIOSTENOSI (SINDROME DI CROUZON) PER PERMETTERGLI DI VENIRE IN ITALIA ED ESSERE OPERATO PRESSO L'ISTITUTO NEUROLOGICO CARLO BESTA DI MILANO.
Il progetto prevede una o più sfide che coinvolgeranno tutti quelli che vorranno affrontare la loro. Sportiva e solidale, chiaramente.
LA NOSTRA SFIDA: RACCOGLIERE 2000€. Come?
Di questi tempi tutti i segnali positivi, anche minimi, devono essere colti. E ieri non ho potuto che pensare a questo sulla strada del ritorno, poco prima dell'ultima ripetuta. Alzo la testa, avvicinandomi alla zona illuminata dal vicino Centro Commerciale e vedo planare leggero e silenzioso verso di me il mio amico Airone. E' la prima volta che lo vedo di sera, al buio. Ma soprattutto quasi un anno che non lo incontro. Mi viene quasi incontro, poi volteggia come un condor in cerchio e appena gli sono sotto mi affianca per una decina di metri allontanandosi poi piano piano verso le campagne di Bellinzago. Come se volesse dirmi, sono ancora qui, come sempre, non fermarti. Ed è stata dura non farlo.
Dopo la corsa di stamattina mi rimangono i dubbi che ho sempre avuto sull'affidabilità dei gps. Sapevo che i chilometri misurati a ruota e quelli satellitari non sarebbero mai potuti essere uguali, ma non credevo ci sarebbe stata una così grossa differenza. Seicento metri, tra andata e ritorno, sono forse troppi. Ma guardando poi una volta a pc il tracciato del percorso mi è stato chiaro che probabilmente il risultato è una somma di errori umani e non. Se nel tratto di ritorno il percorso registrato dal garmin è quasi completamente attendibile, non si può dire del tratto di andata in cui il segnale sembra essere totalmente fuori strada. Avevo già notato anche con altri strumenti satellitari che il percorso lungo il Naviglio non era molto preciso. E sommando metro a metro i risultati poi non tornano.
