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I Dieci Comandamenti

Da qualche giorno su facebook gira tra i runners una simpatica immagine intitolata I Dieci Comandamenti del Runner. Un decalogo interessante, nel bene e nel male. Forse potrebbero essere aggiunti altri consigli, ce ne sono sempre tanti da dare, soprattutto da parte di chi ha più esperienza. Io stesso ho pubblicato sin dagli albori di questo sito nella sua prima versione i cinque punti fondamentali che non si dovrebbero mai dimenticare quando si comincia a correre. Ma leggere questi comandamenti mi ha fatto pensare che ogni tanto un ripasso veloce andrebbe fatto, per non dimenticare il perchè e per cosa lo stiamo facendo. Ogni tanto ci si dovrebbe fermare un secondo, come nel recupero tra una ripetuta e l'altra, quello stop che non serve a prendere fiato, ma solo a diventare più forti. Li elenco qui di seguito, commentandoli per come la penso io. Se avete voglia fatelo anche voi.

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Perseverare è umano, un libro da avere

Ho conosciuto Pietro Trabucchi proprio alla pesentazione di Perseverare è umano al villaggio della Maratona di Milano, in occasione della presentazione ufficiale del libro. Credo non ci sia occasione migliore di sentirlo parlare di resilienza ("la capacità di resistere allo stress e rimanere motivati nello sforzo da compiere", n.d.a.) se non alla vigilia di una maratona.

Trabucchi è preparatore, motival-coach, psicologo sportivo della nazionale di Ultramaratona italiana. Partendo da una serie di esperienze personali con team sportivi estremi, in Perseverare è umano analizza il mito del talento e della motivazione imposta, dimostrando come non siano le capacità innate degli atleti a portarli ai vertici delle proprie discipline, ma che le grandi prestazioni, le grandi imprese, in qualsiasi campo sono frutto in maniera preponderante dell’esercizio e della preparazione, della voglia di raggiungere i propri obiettivi, dalla capacità di saper affrontare gli ostacoli e prendere forza dalle difficoltà invece che d'arrendersi. Parla del gruppo, della solidarietà e dell'amicizia, dell'ambiente che influiscono in maniera determinante sullo stato d'animo e psicologico di chi partecipa ad una gara, di chi vuole provare un nuovo limite, di chi vuole anche solo migliorarsi. Nello sport come nella vita.

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Pausa pubblicita'

Ancora una pausa. Ma questa volta voluta. Dopo la DeeJay Ten di domenica scorsa ho avuto qualche fastidio alla parte alta del polpaccio. Pensavo fosse una contrattura. Avendo gia' preso appuntamento col fisioterapista ho solo aspettato due giorni per la visita di controllo. Con mia sorpresa il giorno dell'appuntamento il dolore era quasi scomparso. Le pause evidentemente fanno bene. La diagnosi pero' mi ha lasciato un po' perplesso, ancora fibrosi nella parte alta del muscolo. E ancora fibrolisi. E' vero che non l'avevamo trattata, ma credevo che fosse finita. In realta' nessun allarme. Anche Mario mi ha detto di correre tranquillamente. Ma, onde evitare altri problemi e approfittando del week-end in terra tedesca, ho preferito fare riposare le gambe. Ho voglia di ricominciare a lavorare seriamente. Da domani si ricomincia, speriamo questa volta senza altri acciacchi. Nessuna pretesa. Voglio lavorare sulla velocita', partendo dai dieci chilometri e poco alla volta aumentare la distanza. La prossima maratona vorrei che fosse ancora Milano e di tempo ce n'e' a sufficienza. 

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Second

Sembra che le cose migliorino. Nuova uscita e sensazioni buone. Qualche dolorino sparso tra muscoli, articolazioni e legamenti ma nessun fastidio dove invece ci sono stati fino a ora. Questo è quello che conta, soprattutto perchè la gamba sembra aver reagito molto meglio dell'altro giorno. Ma non voglio tirare conclusiioni affrettate prima della visita della prossima settimana. 10 Km anche stasera, sempre ad un buon ritmo ma senza spingere troppo. Credo che se facessi una gara potrei benissimo stare sui 39' finali, ma non credo di più. Più che altro mi sono accorto che il problema non è tanto di fiato, quando di gambe. Negli ultimi chilometri ho rallentato un po' il ritmo accorgendomi che le gambe erano un po' stanche. Preferisco fare così piuttosto che creare qualche altro probelma ai muscoli, dato che al momento non ne ho proprio bisogno.

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Riflessioni

Stasera riflettevo nel buio della Martesana. E non per la mia testa lucida. Riflettevo su quante fssero le aspettative per questo periodo e su come in realtà le cose siano svoltate. E non stavo pensando solamente a me. Tra poco più di un mese ci sarebbe dovuta essere la mia maratona, quella del nuovo passo in avanti e invece non sarà. Perchè io ho potuto rinunciare. Ma c'è chi non lo potrà fare, a meno di grandi sacrifici, non volando oltre-oceano. E allora ho riflettuto su quanto sia importante programmare i propri obiettivi, pensare solo a quelli. Impostare tutto in funzione di quelli. Perchè purtroppo non si può fare tutto. Il resto, i mesi, le settimane che stanno in mezzo, devono solo essere le tappe per arrivare, per raggiungere quello che si sta preparando. E di solito quando le si prepara bene anche le tappe danno soddisfazioni.

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Calma piatta

Altri 10 Km in saccoccia. Questa volta piombati nel buio autunnale. Avrei voluto riposare vista la corsa di ieri, ma gli impegni dei prossimi giorni mi hanno consigliato di uscire oggi per non perdere altri giorni verso il pieno recupero. Di tempo ne è già passato abbastanza. In realtà ero un po' indeciso visti i fastidi di fine allenamento di ieri sera. Ma sono andato con fiducia. Cielo già buio, doppia maglia, copricollo. 12°C. In giro nessuno. Ora di cena. Nemmeno le macchine di ritorno dal lavoro. Dopotutto non è male correre anche a tarda ora. Ho trovato la tranquillità. Nessuna corsa nel traffico per arrivare all'alzaia, nessuno in giro lungo la ciclabile. Solo qualche sporadico ciclista ritardatario. Ho lasciato a casa di proposito la luce frontale per godermi la calma piatta della notte.

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DeeJay Ten

Sembra quasi una maledizione. Sarà il destino. Ma per l'ennesima volta non sono riuscito a correre la DeeJay Ten al pieno delle mie possibilità. Anzi questa volta ho deciso di prendermi gioco io della sfortuna a mio favore e per la prima volta ho provato a correre per qualcun altro, invece che per me stesso. E devo dire che la soddisfazione non è da meno. Concentrato sulla tua corsa, ma con un occhio al cronometro e una al tuo fianco per carpire le sensazioni e agire di conseguenza. Un passo dopo l'altro controllato, dosato, calcolato come se le gambe fossero le lancette di un orologio. Orecchie tese per ascoltare il respiro affannato di chi ti segue, per percepire ogni minimo segnale e reagire di conseguenza. La fatica che comunque ti sale dalle gambe, il sudore che ti bagna il viso e il continuo incitare per dare quella spinta in più, a costo d'essere troppo insistente. E poi la gioia di correre insieme, fianco a fianco, di raggiungere quell'obbiettivo che ti può far dire "ce l'abbiamo fatta!".

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Where Milan Run

Where Milan Run è la nuovissima corsa solidale partorita dalle stesse menti di Run in Milan (Where Milan, Marziani, LILT), insieme alla Settimana della Comunicazione. Dopo la Run 5.30, un'altra occasione per vivere e godere di una Milano non ancora sveglia. Where Milan Run è un evento benefico per LILT-Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, organizzata per venerdì 5 ottobre, partenza ore 6.00 da Via Dante (angolo Largo Cairoli). Quaranta minuti di corsa nel centro di Milano su 5 percorsi diversi: 1 gruppo walking e 4 gruppi running (5’ 00″, 5’ 30″, 6’ 00″ e 6’ 30″ al chilometro). Basta scegliere il proprio ritmo e correre dall’inizio alla fine insieme al proprio gruppo (perchè l’importante è stare insieme, e non arrivare primi). Ma attenzione: sono solo 800 i posti garantiti... e corroergosum sarà presente.

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A Monfalcone

Nuove strade. Per riprendere piano piano. Un week-end fuori casa è l'occasione buona per provare ad allungare chilometri e tempi d'uscita. A fare da controrno una giornata di fine estate, pur essendo quasi a fine ottobre. Un po' per ricordarmi da dove ho lasciato, forse. Cielo azzurro e terso senza una nuovola, temperatura che piano piano ha raggiunto i 20°C, aria fresca. Mi sono liberato quasi subito della sopra-maglia a maniche corte, troppo per una giornata così calda. E l'uscita non è andata proprio male. Le gambe vorrebbero fare quello a cui sono abituate, ma non resistono per più di qualche chilometro. Testa e fiato provano a dare il loro meglio, ma andando in contro alla naturale rinuncia di un affaticamento quasi istantaneo.

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Non mi resta che correre

Come ripromessomi oggi sono ritornato in strada. Finalmente. E solo a distanza di una settimana o poco più mi sono ritrovato immerso nell'autunno. Fortunatamente la temperatura dal mattino alla sera è cresciuta grazie al cielo limpido ed al sole che hanno regnato per tutto il giorno. Ma ormai l'inverno è alle porte. E con lui il buio. Si, ha il suo fascino, ma correre sotto il sole dà tutt'altra spinta. Con sorpresa ho trovato molti podisti lungo l'alzaia del Naviglio. E oltretutto per la maggior parte volti nuovi. E' sempre una sorpresa trovare così tanta gente che decide di buttarsi nella corsa. Chissà però dove finiscono tutti quelli che non incrocio più.

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Ore 6.00: Where Milan Run

Mi si chiudono gli occhi. Sono già cinque ore che sono in piedi. Ma per vivere Milano come l'abbiamo vissuta stamattina non c'è altra maniera. E' strano da spiegare. Quando sono uscito di casa poco prima delle 5.00 le strade erano completamente vuote e la Martesana immersa nel buio ovattato della notte. Aria fresca e un profumo di campi, di umidità. Solo venti minuti per raggiungere il centro di Milano. Tassì, la mia Vespa gialla, non ha rallentato per un solo attimo fino in centro, per poi vedere arrivare alla spicciolata tanta gente, quasi tutti in tuta, chi a piedi, chi in bici, chi di corsa. Visi svegli, scarpette ai piedi, maglie rosse, blu e gialle. Tutti pronti per partire.

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Strong-letter

Lo avevo anticipato nel post di ieri sulla prima Fisherman's Friend Strongman Run italiana. Ed oggi sono già pronto a mettere i primi articoli che possano racontare in qualche maniera cosa sia la Strongman Run, vista con gli occhi, col cuore, con le ferite, col sorriso di chi ha partecipato attivamente. Io sono stato solo spettatore, magari un po' più ravvicinato di altri, un po' più dentro. Ma lascio che siano le parole di chi ha calcato asfalto e terra, guadato fiumi e piscine, scavalcato transenne e paglia a raccontare tutto quanto. Che sia una cronaca o il prodotto delle emozioni non conta. L'importante è che sia strong...

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