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Ripetute 10x100 salita + 10 Km 4' 10" rec.3'

Prima seduta impegnativa e primi segni di cedimanento. Post-allenamento chiaramente. Durante, ho stretto i denti per portarlo a termine nei tempi previsti. In realtà lo avevo un po' sottovalutato. Pensavo ad una mattinata facile, una sgambata prima del medio-lento di domani. E invece domani mi porterò dietro i segni che salita e medio di oggi hanno sicuramente lasciato nelle gambe (per cui Mauro, cerca di non farmi morire, nda). Credo che saranno molto duri i prossimi mesi. Ma per gli obiettivi prefissati non avrei potuto pensare il contrario. L'importante è stringere i denti e provarci. A sacrificio corrisponde risultato. Come dico sempre, tutta la fatica fatta prima è fatica risparmiata dopo. Quindi farla, la si deve fare. Resta da decidere solo il quando.

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Quando girano...

...bisogna farle girare. Parlo delle gambe e di tutto il resto. Ci vorrebbero delle gare in certi giorni e il risultato arriverebbe in un attimo. Avevo proprio bisogno di uscire a sfogarmi e l'allenamento è venuto da sè. Non ho avuto nemmeno bisogno di sapere cosa fare. Come se le scarpe avessero preso vita non appena infilate. Tra l'altro appena partito ho sentito tirare i flessori dietro la coscia come se mi stessero arrivando dei crampi su entrambe le gambe. Cosa successa anche domenica quando mi sono accorto di alzare un po' di più le ginocchia per salire o scendere lungo il sentiero. La soluzione è arrivata da sè. Aumento di ritmo appena sceso dal ponte di legno che passa sopra al Naviglio e allungo. Allungo che però non ha voluto finire nel giro di qualche centinaio di metri, ma è proseguito fino al giro di boa

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Naviglio di giorno

Dopo la sera viene il mattino. Ed è tutta un'altra co(r)sa, sopratutto in autunno quando le giornate sono più corte e la temperatura tra sera e mezzogiorno fa la differenza. C'è da dire che mi sono abituato bene nell'ultimo anno. Speriamo di riuscire a continuare con lo stesso passo. Vista la vicinanza con l'uscita serale, ho fatto solo un po' di scarico a sensazione. 8 Km tranquilli, sopralluogando la sponda cernuschese del Naviglio. Nulla più di quando l'avevo lasciato.

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New York e Central Park

Mi sembra giusto che dopo la Mezza di Santa Barbara il recupero sia dello stesso tenore. Prima volta in Central Park, a New York. In realtà, lo scarico lo abbiamo fatto subito il giorno dopo la gara con sei chilometri facili e insieme (a Chiara) per l'ultimo saluto a Santa Monica e Venice Beach. Piano piano, insieme, solo per scaricare fatica e tensione della gara ma anche e soprattutto delle ultime settimane. Ma ci mancava giusto giusto la ciliegina sulla torta prima di poter ritornare nelle nostre lande e la grande mela non poteva che essere che la nostra ultima tappa. Abbiamo lasciato che la maratona si portasse via la massa e lasciasse le strade tutte per noi. Ed eccoci qua.

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7 Km 4' 30" + 7 Km 4' 00"

Era da un bel po' di tempo che non mi allenavo col cronometro. Nel senso di controllare il passo ad ogni intermedio. E devo dire che mi ero abituato bene. Molto meno stress. Anche se poi oggi il controllo è stato esclusivamente per non spingere troppo, né nella prima parte di lento, né nella seconda fase di medio. Già, perchè abituato ormai da più di un mese a lasciare che fossero le gambe a correre a piacimento, mi sono disallenato a riconoscere il ritmo. O almeno a mantenerlo in maniera costante. Anche se devo dire che sono soddisfatto di quanto fatto. E' forse più la fatica mentale di correre in maniera costante che la difficoltà a mantenere il ritmo che mi spaventava prima della partenza. Alla fine è venuto tutto naturale. Faticoso, ma naturale.

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Calvario Alpin Run (Lucinico)

Era da tempo che non correvo più un trail. Sinceramente non ricordo nemmeno più quando ho fatto l'ultimo. Calcolando che sto ancora usando le scarpe di quattro anni fa, sicuramente qualche anno è passato. Ma quello che è passato maggiormente è l'attitudine ad una certa tipologia di gara. Anche perchè mancando da un po' anche dalle tapasciate domenicali col GPA Mulino Vecchio, il feeling con lo sterrato è diluito piano piano. Nel frattempo anche lo stesso trail si è trasformato. Molta più gente che lo pratica, ma soprattutto una sorta di elite che lo ha fatto proprio. Lo stradista si sente un purista, il trailer (passatemi il termine) si sente un alternativo. E quando questa mattina ci siamo presentati alla consegna pettorali, questa differenza (rivalità) l'ho subito sentita.

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Jet-lag

Non credevo che avrei sofferto così tanto il ritorno a casa. O meglio, sapevo che non sarebbe stato facile tornare alla vita quotidiana, ma non pensavo di rimanere tanto segnato dal cambio di fuso. Dopotutto in tutti gli spostamenti delle ultime tre settimane, a parte un po' di stanchezza, non c'era mai stato nessun problema. Nemmeno nel ritorno dalle Hawaii a Los Angeles o dal volo successivo verso New York. Voli comparabili a quello di ritorno verso l'Europa. Però, come dice giustamente Paolo, in quel caso la testa e gli impegni giornalieri hanno fatto si che stanchezza e spensieratezza avessero il sopravvento. E forse in questi giorni sto pagando anche tutti i residui di allora.

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Santa Barbara Half Marathon

Ripensandoci a posteriori non poteva che finire così. Decimo assoluto e terzo di categoria (M40-49). Ma non perchè abbia fatto la gara della vita, anzi. Le premesse non c'erano. Le sensazioni erano tutt'altro che buone. I precedenti anche. E non sono certo uno che mette le mani avanti per pretattica. Ma avevamo programmato questa corsa fin dal primo giorno dei preparativi di matrimonio e viaggio di nozze. Non sarebbe mai e poi mai potuta andare male. Non è stata perfetta, ma è stata vera. Goduta. Voluta. Vissuta. 

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Cambio programma

Niente ripetute e nuove prospettive. Stavo aspettando di sentire Fulvio in questi giorni, occupato con la maratona di Firenze del prossimo week-end, e giusto oggi abbiamo iniziato a programmare la prossima Maratona di Milano di aprile 2015. Per cui, nuovi allenamenti e nuova tabella, già cominciata. Le ripetute che avevo in programma sono saltate e anche per oggi un po' di corsa tranquilla. Ma il cambiamento più grande è nel calendario settimanale che prevede un sei-su-sette di allenamento. Una proposta che ho fatto personalmente, per provare a vedere se l'abitudine quotidiana possa dare quel cambio di marcia che mi è mancato in questi mesi. Non sarà semplice abituarsi. E nemmeno organizzarsi. Ma è uno stimolo in più. Io ci provo.

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Vigilie

Ultimo allenamento spensierato. Mi sono dato una settimana di assestamento dopo questo ultimo mese improvvisato, sportivamente parlando. Anche un po' per riprendermi fisicamente e mentalmente. Ma soprattutto per riabituarmi ai ritmi di vita milanesi. E' stato un modo diverso di vivere la corsa da quanto fatto negli ultimi mesi. Forse anche anni. Ma è anche quello che ci piace fare. Vivere la corsa come una parte integrante della giornata, non un qualcosa in più da fare, ma per fare. Scoprire, viaggiare, provare. Si potesse fare più spesso. Ma da martedì si ritorna alle vecchie abitudini. Ho una conto-maratona in sospeso, al quale ho anche sacrificato quest'ultimo anno agonistico. In realtà pensavo sarebbe stato diverso, ma i risultati li vedremo più avanti. Adesso l'importante è rimboccarsi le maniche. E far partire il cronometro.

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Last in New York

Ho ascoltato i consigli di Paolo e Gianluca per l'ultima corsa USA. Nuovo giro a Central Park, cercando di ricoprire tutto il percorso nell'anello esterno del parco. Anello per modo di dire visto che ci sono curve e controcurve a non finire. In pianta sembra facile, ma basta sbagliare una direzione per ritrovarsi in tutt'altra parte dei percorsi e non è semplice le prime volte. Ma affascinante lo rimane comunque. Ed è stato triste allo stesso tempo, sapendo che sarebbe stata la corsa di addio a tutta la nostra vacanza. Non sono stati tantissimi i chilometri macinati con le scarpe da running, ma se sommassimo tutti quelli calpestati durante il giorno, ne uscirebbe un grande allenamento. Tutte le cose belle finiscono, rimangono i ricordi e la voglia di ritornare.

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We are almost there, Santa Barbara

Una certezza ce l'abbiamo. Non sarà la gara della vita, in senso sportivo. Agonistico. Sarà la gara della nostra nuova vita. Quello si. La prima dopo il fatidico si del 18 ottobre, quasi un mese fa. E avevamo pianificato bene tutto il nostro viaggio per arrivare anche qui. Ma quando oggi pomeriggio appena arrivati in motel siamo crollati distrutti (e addormentati) sul letto, mi sono reso conto di quanto i continui spostamenti ci abbiano spremuto, in senso fisico. Ma sarà comunque una bella avventura. Non credo ci saranno altri italiani (non oriundi) in gara, per cui cercheremo di fare il meglio, anche per i nostri colori. Quelli della bandiera. Ma anche quelli di Corro Ergo Sum.

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