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Ripetute 5x1000 3' 50" rec. 3'

Avevo paura per oggi. Paura di non riuscirci. E sarebbe stata una mazzata per la testa. Dopo l'allungo finale di domenica sotto la pioggia, avevo cominciato a dubitare di avere ancora ritmo nelle gambe. 3' 50" al chilometro, seppur in ripetuta, è cominciato a sembrarmi un muro invalicabile. Un punto irraggiugibile. Un miraggio. Ma non sono mai partito battuto. E soprattutto non ho mai smesso di credere in me stesso. Testa bassa e ginocchia alte. Controvento. In salita. Perchè quando la strada diventa dura è ancora più bello arrivare a braccia alzate.

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Doccia al mare

Quello che non mi sarei mai aspettato era di incontrare un temporale estivo in pieno inverno. Gocce pesanti, piene, dense, bagnate, fredde, intense. L'ultima volta credo mi fosse sucesso alla Maratona di Milano del 2012. La Maratona. Ho sentito l'acqua infilarsi negli strati più intimi delle magliette. Passare dalle spalle alla schiena scendendo lungo la spina dorsale come uno sciatore in una discesa libera. Ho sentito le calze inzupparsi come l'acqua che entra in una falla della nave che sta affondando. Ho sentito il ticchettiò assordande delle gocce abbattersi sulla testa rasata come uno sciame di meteoriti che investe un'astronave. Sono bastati cinque minuti per passare dal freddo fastidioso di una mattina invernale al fresco benessere di una corsa primaverile. Quello che ci voleva per correre senza pensieri. 

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Bagnato e stanco

Oggi pioggia. Ma come se non ci fosse stata. Anzi, è stato piacevole. Finchè il freddo e l'umidità non entrano nelle ossa, sentire il ticchettìo delle gocce sulla testa dà un senso di libertà ineguagliabile. Bisogna solo combattere con quel terrore innato di bagnarsi. Cambiare la prospettiva. Viverla come un'opportunità. Da sempre correre sotto la pioggia mi ha reso il gesto più facile. Sarà per la temperatura corporea più bassa o per il minor attrito delle scarpe non so. Ma mi piace sentirla, senza giacche antipioggia, cappellini, completi pesanti. Essere libero di correre, senza condizionamenti.

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Correre in pace-r

E' un po' come quando si litiga con qualcuno a cui si vuole bene e rimane qualcosa in sospeso. Quel dire-non-dire che lascia dei momenti di imbarazzo, quella voglia che tutto ritorni come prima, meglio di prima, ma si sente che non è ancora passato tutto. E con la corsa, al momento, sono così. Mi manca ancora la libertà di esserci e basta, di non pensare se tutto è a posto, di non stare sull'attenti al minimo segnale di allarme. Quella tranquillità di godere del solo momento. Vorrei allacciare le scarpe e spegnere il cervello e ritornare sudato. Correre e accompagnarmi, come facendo il pace-r di me stesso.

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Nike Flyknit Lunar 2

Prima italiana per le Flyknit Lunar 2 di casa Nike. E noi c'eravamo. Centro di Milano, in mezzo ai grattacieli di zona Porta Nuova. Un'altra corsa tra le vie del centro ma con un nuovo paio di scarpe ai piedi. Il colpo d'occhio è bellissimo. Una trentina di maglie Nike-Runner's World nere taggate Impossibly Light. Incredibly Strong ed il luccichìo verde-blu o rosa-arancio delle scintillanti Flyknit Lunar 2 che sfuggono tra i sampietrini delle strette vie della movida. Sono i piedi a parlare ed ascoltare quello che la strada ha da dire. Noi li abbiamo seguiti compatti, aspettando di sapere il loro nuovo pensiero.

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Week-end nell'est

E sono ritornato a correre anche a Monfalcone. Non mi aspettavo una temperatura ancora più mite che in Lombardia. Eppure a metà mattina son riuscito a correre con solo una maglia leggera a maniche lunghe e pantaloncini corti. Direi che per chi ha avuto la fortuna di stare bene in questo inverno e di preparare qualche corsa in vista della primavera, non poteva esserci clima migliore. Io mi accontento della ripresa. Mi sono affidato alla guida di Chiara correndole al fianco, rincorrendola più che altro. Lei ha ormai gambe e fiato che io sto cercando di recuperare. E mi accorgo ogni giorno di più che non è per nulal facile.

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Pausa pioggia

Pausa pranzo. Pausa pioggia. Pausa corsa. Meglio non poteva andare oggi. Ero già pronto ad un ritorno verso l'ufficio umido, freddo e intirizzito. Invece il tempo è stato clemente. Non ci sarà il sole, ma giornata come quella di oggi sono l'ideale per correre. Pantaloni tre-quarti, maglia maniche lunghe leggera. Unico abbigliamento invernale che mi sono permesso, il cappellino. Che poi, dopo metà allenamento, ha cominciato a darmi fastidio. Per fortuna i guanti li avevo dimenticati a casa. Sono solo i primi dieci minuti di corsa da superare, quella disabitudine data dal caldo dell'ufficio al fresco-umido dell'inverno.

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Un po' di più

Il polpaccio sinistro mi dà un po' fastidio da quando ho finito l'allenamento. Ma credo sia normale. Speravo in qualcosa di più rispetto a domenica e oggi sono riuscito a spingermi ad un ritmo che non avrei immaginato. Solo per quattro chilometri, ma più che sufficiente per essere soddisfatto. Anche perchè le gambe cominciavano a lamentarsi. La cosa peggiore sarebbe avere una ricaduta di tipo muscolare. Quindi meglio dosarsi anche se la voglia di mettere una marcia in più è sempre tanta.

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Vimodrone

Oggi doppia seduta. Non che fosse prevista, ma dato che questa sera ci sarà l'evento Nike a Milano, ho optato per il doppio allenamento mattino-sera. Due sedute da 6 Km l'una al posto dei dieci chilometri lenti previsti, d'accordo con il prof. Massini. Non sono abituato ad uscite così brevi, ma so che stasera i chilometri corsi a pranzo si faranno sentire. Anche perchè i muscoli, dopo i massaggi di ieri sera, sono un po' in fibrillazione. Tante novità comunque anche se la seduta è stata breve.

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Il terzo giorno

Terzo giorno consecutivo di corsa ed alla fine la fatica è uscita. L'ho presa con molta calma oggi sapendo che le gambe non avevano ancora assorbito i ventiquattro chilometri in due giorni. Un po' mi sono autoinfluenzato sapendo che la distanza sarebbe dovuta essere minore rispetto ai giorni scorsi. Peccato che avessi sbagliato a guardare il programma e che invece degli 8 Km corsi a 4' 30", ne avrei dovuti aggiungere altri quattro più veloci. Ma per come è andata oggi, va bene così. Ho ascoltato le gambe, il fisico e la testa. Oggi avevo bisogno di scarico.

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Centopassi (Romano di Lombardia)

Un altro passo è stato fatto. Forse più di uno. Qualche chilometro aggiunto alle ultime corse, ma soprattutto una corsa sciolta, leggera, tranquilla. Esattamente quello che cercavo come avevo scritto nell'ultimo post della scorsa settimana. E' la magia del correre in compagnia. Correre insieme a tanti altri, senza un cronometro che scandisca il tempo, senza la foga di guadagnare una posizione. Correre, seguire, superare, cercando i cartelli del proprio percorso. Personale e di giornata. Ma soprattutto correre fianco a fianco per riassaporare il gusto di una corsa insieme, sapendo che sarà solo la prima di una lunga serie. Si ricomincia.

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Ritorno all'antico

Ancora sole. Ancora Naviglio. Ma questa volta sui cari vecchi percorsi dove tutto è iniziato. Mi ricordo ancora la prima volta che ho corso sull'alzaia Martesana, ormai sette anni fa. I ritmi erano ancora più lenti di quelli di oggi, le strade sconosciute, la corsa un'amica appena trovata. Non avevo nessun obiettivo, se non quello di perdere peso. Oggi, mentre l'acqua del canale veniva increspata dal vento freddo ero in compagnia di Chiara, ma a ruoli invertiti. E' stata lei a dovermi aspettare, a vedermi arrancare, soprattutto nel ritorno verso casa quando la strana piana è diventata in salita col vento in faccia e le gambe stanche. Non è facile convivere con situazioni inusuali. Essere abituati a soffrire per arrivare sempre più in là e ritrovarsi invece poi un minuto indietro. 

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