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Ripet. 20x100 salita rec. 1' 30" + 8 Km 4' 30"

Week-end triestino. E per iniziare una bella seduta mattiniera di 18 Km con ripetute in salita. Non male. Anche se mi sembra che il mondo si sia capovolto. Afa, cielo coperto e un'umidità insopportabile in riva al mare di Monfalcone, mentre a casa temperature alte ma tutto sommato secche. Anche se il caldo alla fine sempre caldo è. Ma le brutte sensazioni delle scorse settimane sembrano dimenticate. La schiena migliora di giorno in giorno e anche le gambe si stanno riportando sui ritmi abituali. Sarà l'avvicinarsi dell'appuntamento con la Monza-Resegone forse, a cui manca solo una settimana. Domani seconda parte in quel di Trieste. La 10 Km del Giro di San Giacomo, in città. Anche se per me sarà solo un allenamento. Ma vedrò domattina, a pochi minuti dal via, come affrontarla. I chilometri totali dovranno comunque essere quattordici per rispettare la tabella massiniana, magari un bel progressivo potrebbe dare ancora un po' più di fiducia.

I 25°C della partenza di questa mattina mi sono sembrati subito ben di più. Il cielo grigio e amorfo coperto dalle nuvole e l'assenza di venti hanno creato una cappa degna della miglior pianura padana. Credo sia stata una delle migliori sudate fatte fino ad ora questo inizio d'estate. Ormai anche nelle trasferte monfalconesi ho già i miei percorsi e i miei appuntamenti fissi in base agli allenamenti in programma e per la seconda volta sono ritornato al cavalcava di Bistrigna. Pensavo che correre appena alzato ed a stomaco vuoto con il caldo sarebbe stato ben più faticoso. Probabilmente i tre chilometri iniziali di riscaldamento hanno invece aiutato le gambe ad entrare subito in sintonia con la salita. Qualche piccolo fastidio alla schiena l'ho avuto, ma passato dopo le prime due-tre discese.

Uno dei fattori che rendono le ripetute in salita e relativo allungo successivo quasi piacevoli, è sicuramente il fatto di non dover continuamente verificare tempi e distanze sul gps. O almeno io non lo faccio. Una volta stabilita la distanza di ripetuta e il giro di boa del recupero, diventa solamente un avanti-e-indietro a ritmi differenti e nulla più. Il più veloce possibile in salita, il più confortevole possibile nel recupero. Secondo più o secondo in meno non sono quelli che fanno la differenza. E per la testa è una liberazione anche durante un allenamento comunque di qualità. Stessa cosa per il post. Otto chilometri di scarico ma fatti per lo più a sensazione, con la sola preoccupazione di ritornare presto verso casa per la voglia di acqua fresca.

Il momento peggiore i tutta la mattinata è stato verso la metà delle ripetute, quando il cielo si è aperto ed al caldo in aumento si è aggiunto il sole. Con un po' di aria contraria alla salita. Ho sperato fino all'ultimo che le nuvole si richiudessero, ma invano. Ma iniziati gli ultimi ottomila di scarico la sensazione di correre ancora bene e non troppo affaticato è stata una buona dose di fiducia. Girando per la zona industriale ho sperato di trovare almeno una fontanella o un rubinetto aperto, ma non c'è stata pace in quel senso. E forse questa è l'unica pecca del dover correre in strade così isolate. Anche se, a dire il vero, di rado mi è parso di intravedere punti d'acqua anche altrove. Il Naviglio per certi versi ha tanto da insegnare. Credevo di uscire per una seduta ben più breve dell'1h 21' 17" d'allenamento che poi è alla fine è stata, ma correre bene quando si sta bene è solo un piacere. Se l'estate fosse tutta così sarebbe una gran cosa.