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Aspettando... #winningvalencia

Forse solo due anni fa in vista della Maratona d'Italia a Carpi avevo iniziato ad allenarmi costantemente e anche in ferie già da luglio. Ma allora era ancora tutto diverso. I giorni e le settimane scarseggiavano, non c'era tempo d'aspettare. E soprattutto non avevo quasi preso neanche una pausa dalla prima parte dell'anno. Oggi è un'altra cosa. In realtà mi ero ripromesso di non pensare alla Martona di Valencia fin dopo le vacanze estive. Fine agosto, inizio settembre, con la ripresa organica di allenamenti, gare e lavoro. Ma in realtà mi sto accorgendo di essere in una fase di mezzo. Di rilancio. Di attesa. Come quei dieci minuti che ormai vanno tanto di moda prima di alcune trasmissioni televisive. Non è ancora ora dello show, ma solo per qualche anticipazione, presentazione. Assaggio di ciò che verrà. Aspettando.... #winningvalencia appunto. Una pre-parazione. Una degustazione. Perchè si può far finta che manchi ancora molto, ma poi, alla fine, la testa è già là.

Ci ho pensato mentre correvo questa mattina lungo l'alzaia i 14 Km di defaticamento tra il cinquemila di ieri sera e la dose settimanale di ripetute che mi aspatta domani. Un flash. L'arrivo in maratona in due ore e quarantasei. Un sogno appunto. Ma se già sogno (materialmente) quel traguardo (impossibile) allora vuol dire che l'avventura è già iniziata. E allenarsi prende tutto un altro gusto. Motivazioni. Ma la consapevolezza di non avere fretta aiuta anche a non prendere tutto con troppa frenesia. Il prof. Massini mi ha già presentato il programma estivo in attesa di giocare con i primi lunghi. Tanti lavori, chilometri da inglobare nelle gambe. Ma con calma. Con la lgiusta leggerezza di chi sa che basta fare il giusto per fare bene. Per questo alzarsi la mattina e correre pesa meno. Per questo faticare sotto il sole con la canotta che si inzuppa è più facile. E se ci sarà un piccolo contrattempo nessun problema.

Lungo il Naviglio questa mattina non ho nemmeno mai guardato il cronometro. Non mi interessava. Anche se il ritmo sarebbe dovuto essere impostato a 4' 30" ed invece ho corso a 4' 43" non è un problema. Sono le sensazioni quelle che contano. Servivano chilometri. Li ho fatti. Serviva sciogliere le gambe dopo le fatiche di ieri sera. Le ho sciolte. Non dovevo forzare in vista delle ripetute di domani. Non ho forzato. Allenamento perfetto. Basta conoscersi, capire le esigenze del proprio corpo. Mi sono solo fatto ingolosire da un ragazzo che mi sono ritrovato davanti poco prima della fine della ciclabile. Impossibile non improvvisare una rincorsa per raggiungerlo antro la fine dell'intermedio. Piccoli giochetti che ingannano mente e gambe e ridanno fiato. Perchè poi alla fine conta divertirsi (dopo aver sudato). E se il tempo finale fosse stato anche un minuto più veloce o più lento dell'1h 05' 59" non sarebbe cambiato nulla. Oggi l'importante era solo correre. Per farlo poi meglio domani.