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Ripetute 18x300 60" rec. 1' 30"

Questa volta è stata più dura del previsto. Una sommatoria di condizioni che hanno fatto diventare un allenamento duro, un allenamento pesante.

Però è bello ripensarci. Dopo. Sapere di averlo fatto. Ricordarsi i momenti di sconforto ancora prima di aver concluso metà delle ripetute. Escogitare nuovi trucchi per confondere la testa che non ne vuole più sapere di andare avanti.

Il countdown infinito che sembra non terminare mai, la mente che cerca di divagare per non pensare alla fatica e ai dolori che compaiono poco a poco ai polpacci, il caldo insistente della mattina che cresce piano piano mangiandosi via la poca ombra rimasta vicino agli alberi. E sempre l'obiettivo chiaro nella mente proiettata alla fine. A quella maratona che sembra ancora solo un miraggio, non tanto per il tempo che ci separa, quanto per l'incredulità momentanea di potercela fare davvero. Ma dopo un'ora tutto è solo passato. Avanti al prossimo.

Solo due ripetute in più rispetto a una settimana fa, ma fatica raddoppiata. I chilometri dell'ultima settimana si sono fatti sentire nelle gambe, ad ogni spinta. Dopo il quasi-riposo estivo (e già qui ci sarebbe da discutere su cosa sia il riposo per il runner), novantaquattro chilometri negli ultimi sette giorni che non potevano non incidere sugli altrettanti (e qualcosa in più) programmati per questa nuova settimana. Anche se poi in realtà credevo sarebbe stato molto peggio. Ma anche il caldo (crescente) della mattinata ha avuto la sua bella incidenza. E la differenza con l'allenamento sotto la pioggia di sette giorni fa è stata abissale. Provare per credere. Anche se ho sentito le gambe più reattive (che non vuol dire più veloci) e che stanno poco alla volta assorbendo i chilometri in aumento. In prospettiva-maratona un buon inizio.

Che non sarebbe stata una mattinata semplice l'ho capito immediatamente. Tanto sole, fortunatamente quasi tutto alle spalle, ma ritmo difficile da mantenere. Da subito. Pensavo che il primo lungo stagionale di venticinque chilometri fatto ieri mi avrebbe appesantito a dismisura, ma così non è stato. Anche se di sicuro non mi ha aiutato ad essere reattivo e veloce. Spingendo quasi al massimo, i 3' 20" sui trecento li ho mantenuti a fatica, ma per le prima dieci ripetute tutto è andato abbastanza liscio, con qualche picco anche più veloce. Facile parlarne adesso. Lungo l'anello del ginestrino è stata una lotta continua con la testa. Sentire di essere quasi al limite e dover sopportare ogni giro sempre di più. Sentire le gambe cedere spontaneamente e rinvigorire la corsa, soffrendo negli ultimi cento metri. E' incredibile come centro metri possano essere lunghi in maniera differente. I primi che passano come se sotto i piedi ci fosse un tapis roullant, gli ultimi che sembrano allungarsi ad ogni passo, come se il mondo fosse di gomma e non volesse farti raggiungere la fine.

Pensavo poi che raggiungendo il giro di boa della nona serie tutto fosse più facile. Nulla di più sbagliato. Partire con la decima ripetuta e pensare di dover fare tutto nuovamente da capo non è stato un sollievo. Ormai i recuperi si stavano già facendo sempre più lenti ad ogni giro. La seconda parte, si sa, è la più dura. Ma anche la più allenante. In più di un'occasione la testa è stata sul punto di cedere, di trovare la scusa per fermarsi. Dal caldo, al fastidio al polpaccio. E bisogna ingannarsi, non lasciarsi tentare. Ricominciare un passo alla volta, una ripetuta alla volta, fino a quando si vede il numero restringersi sempre di più. Più la fine è vicina più è facile riprovarci. Ma anche più duro portarla alla fine. Ho lasciato solo qualche secondo sul cronometro, ma viste le condizioni, è stata l'unica concessione a cui ho ceduto. Anche perchè di più non sarei riuscito a fare.

Il sollievo di schiacciare per l'ultima volta il tasto lap del Garmin 225 è stato rivitalizzante. 13 Km totali in 56' 08". Ieri Chiara mi ha chiesto se fossero peggio le ripetute brevi (200/300/400) o quelle lunghe (1000/2000/3000). Le avevo risposto i mille di venerdì. Me lo richiedesse le direi i trecento di oggi. Ma non c'è dubbio che giovedì saranno nuovamente quelle lunghe.