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Ripetute 5x1000 salita 4% rec. 500 m salita 1% [MyRun Technogym]

Come scritto nell'articolo del prossimo numero di agosto relativo al challenge di Runner's WorldTechnogym "vedere come questa nuova tipologia di allenamento potrà aiutarmi è molto stimolante. Sono fiducioso e soprattutto curioso di verificare se davvero potrà essere un’arma in più, magari la soluzione a tutti i problemi che mi hanno tormentato in questi mesi" , oggi ci ho provato per la prima volta.

Non amo correre al chiuso. E soprattutto non amo correre sul tapis roulant. Ci ho provato qualche volta (e ci ho lavorato per parecchi anni testando strumenti per la rilevazione cardiaca) ma non è mai stato il mio mondo. Preferisco la strada, l'aperto, che sia caldo o che sia freddo. Oggi però mi sono un po' ricreduto. Non farei cambio tra una corsa sulla ciclabile del Naviglio e un allenamento rinchiuso in palestra, ma utilizzando uno strumento top di gamma come il MyRun di Technogym le sensazioni cambiano. Questa nuova preparazione in vista della Firenze Marathon si sta facendo interessante. Soprattutto perchè mi sto rimettendo in gioco completamente. Tutti i mesi su Runner's World (e da settembre anche su Runnersworld.it) saranno raccontati il viaggio mio e di Simone verso i nostri obiettivi (per lui la DeeJay Ten di Milano). E insieme al prof. Massini abbiamo deciso di sfruttare questa nuova opportunità intergrando il nostro solito programma di preparazione con allenamenti pensati appositamente per il MyRun di Technogym. Allenamenti soprattutto in salita.

In un periodo come questo (ma lo stesso potrebbe essere nei giorni più freddi d'inverno) il primo vantaggio di correre su un tappeto è dato dalla temperatura sicuramente meno asfissiante che all'aperto. Che un po' è anche il bello di questo periodo, ma che per certi tipi di lavori può diventare troppo estrema. Pensare di eseguire le stesse ripetute fatte questa mattina sotto il sole sarebbe stato quasi impossibile. Un altro vantaggio è dato dalla varietà di esercizi che si possono svolgere. Ripetute da un chilometro (o più) sono decisamente difficili da applicare sulla strada. E anche quando fosse possibile farlo, il recupero tra una e l'altra non potrebbe certo essere inferiore alla ripetuta stessa o in piano. Ma con MyRun è stato suffciente cambiare l'inclinazione del tappeto e diminuire il ritmo per poterlo fare. Non ultimo, il principale aiuto che un tappeto può dare: la costanza del ritmo. Non c'è modo di sbagliare. Quando la velocità è impostata, quella rimane per tutta la durata della sessione e drammatici cali di ritmo dovuti alla naturale stanchezza progressiva sono praticamente impossibili. Questo è quello che ho imparato correndo oggi. Ma non è stato proprio tutto così facile come può sembrare.

La seduta prevista dalla tabella di Fulvio prevedeva ripetute 5x1000 in salita al 4% con recupero di 500 m sempre in salita ma dell'1%. La mia prima preoccupazione è stata quella di capire la velocità a cui correrle. Perchè se su strada c'è la possibilità di adattare il passo poco alla volta alla distanza e alle proprie forze, la stessa cosa non è fattibile su un tappeto. O meglio, è più corretto provare ad impostare prima i parametri. Il suggerimento del prof è stato quello di correre le ripetute (in salita!) alla velocità del lento e di recuperare con un lentissimo. Ma mi sono sembrati ritmi decisamente troppo bassi. Così per la prima parte ho provato ad aumentare di trenta secondi l'allungo e di recuperare poi a velocità del lento. Tutto fattibile, ma decisamente difficile da replicare.

Non avevo considerato che anche una leggera inclinazione di qualche grado (4%) potesse avere un effetto così devastante sulle gambe. Calcolando che correndo sul tapis roulant si dovrebbe sempre utilizzare un'inclinazione minima del 1% per contrastare la spinta favorevole del nastro (e simulare meglio la corsa in strada), il 3% reale sulla distanza di un chilometro complessiva ha pesato molto. Con le successive serie ho deciso di dare ascolto a Fulvio e settare manualmente il ritmo sui 4' 30" (anche 45" nel finale). Tutt'altro mondo, ma fatica che non è certamente diminuita.

Correre senza un riferimento visivo, se non dato dai numeri che scorrono sul display, è molto difficile (almeno per me). Mancano tutti quei parametri di raffronto che possono aiutare a capire quanto sforzo manca, quanto tenere duro. La strada sembra non passare mai, lenta, inesorabilmente faticosa. Ho aspettato con ansia, ogni volta, l'arrivo dei cinquecento metri di recupero, decisamente riposanti, forse ancora di più che correndo in pista o in strada. Quando il prof. Massini diceva che questa tipologia di allenamento era la naturale sostituta delle ripetute lunghe tradizionali aveva decisamente ragione. La fatica non è sicuramente stata minore, anzi. E se anche la tentazione di diminuire la velcoità sul tappeto c'è stata più di una volta, è un ottimo metodo per costringersi a non cedere alle provocazioni della mente, troppo stanca e poco lucida.

Alla fine dell'allenamento 9,17 Km (ma mi sono sembrati decisamente più lunghi come percezione) con un'andatura decisamente lenta se letta senza tener conto del dislivello a cui ho corso. La cosa che mi ha lasciato più perplesso è stata la decisa differenza di rilevazione della distanza del Garmin Forerunner 630 e del MyRun. Quasi un chilometro e mezzo di differenza. Ma probabilmente giustificato dalla non considerazione dell'inclinazine dal parte del gps. Con i prossimi allenamenti proverò a connettere sia fascia che orologio a MyRun per vedere se la compatibilità possa ottimizzare grafici e risultati per poterli analizzare poi a posteriori. Però decisamente un allenamento ben riuscito, non tanto per il risultato in sè (anzi quella forse è stata la parte più carente), ma per la tipologia di allenamento che non avevo mai provato. Se, come dice il prof, la mia carenza è proprio nella forza specifica, con oggi qualcosa ho iniziato a recuperare. Ma la salita è ancora lunga.