Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

Ripetute 5x1000 salita 4% rec. 1000

Questa volta ho optato per la salita. Non sapendo cosa fosse meglio in questo momento per la mia preparazione mi sono completamente affidato al clima. Se la giornata lo permette ripetute da mille veloci, dove verificare la vera condizione. Se la giornata è troppo calda e la velocità diventa secondaria, ripetute in salita. La fatica però rimane sempre uguale. Cambia solo la sfumatura.

Pur essendo vicino al mare, trovare una salita lunga attorno a Monfalcone non è stato difficile. Oltretutto facilmente raggiungibile direttamente a piedi, senza nemmeno il bisogno di spostarsi in auto. Il Carso Goriziano sembra fatto apposta. Colline che si innalzano sulla pianura friulana (forse dovrei dire bisiacca, ma nessuno capirebbe probabilmente) con una pendenza perfetta per i lunghi collinari (su asfalto o in trail) o, come in questo caso, ripetute medio-lunghe. In realtà poi la mattinata non è stata caldissima, anzi per lunghi tratti il cielo è rimasto coperto da un sottile strato di nuvole, ma una volta presa la strada verso l'interno sarebbe stato impossibile spostarsi per ritrovare il piano necessario ad un otto-per-mille.

Conoscendo un po' la zona sono andato abbastanza a colpo sicuro per trovare il tratto da percorrere avanti e indietro per cinque volte, sperando che la distanza fosse sufficiente a coprire i mille metri che mi sarebbero serviti per l'allenamento. Purtroppo non conosco strade isolate e mi sono dovuto accontentare di correre sul ciglio della strada provinciale che porta a Doberdò, in direzione Gorizia/Slovenia. Basta stare un po' più attenti e correre in senso contrario alle auto che scendono dalla collina. E abituato al traffico milanese, mi è quasi sembrato di essere comunque disperso in un deserto stepposo.

Allenamenti in salita con ripetute da un chilometro, fino ad ora li ho provati solo indoor grazie al MyRun di Technogym. Nonostante tutti gli anni di corsa, è stata la prima volta per me in strada. Forse perchè in zona martesana, in mezzo alla Pianura Padana, trovare salite lunghe un chilometro è un'impresa quasi impossibile. Il dubbio che ho avuto fin dall'inizio è stato sulla conduzione di corsa. Fin dalla prima sessione mi sono accorto di due differenze fondamentali. Primo correre su tapis roulant permette di avere un dislivello costante e completamente uguale per tutta la durata delal ripetuta. La strada no. Nonostante la pendenza media fosse esattamente del 4%, la strada procede a piccoli strappetti, rendendo ancora più insidiosa la salita. E di conseguenza (secondo punto) concede al passo la possibilità di adattarsi all'inclinazione della strada e non essere sempre costante. Che non so se possa essere un pregio o un difetto. Su tappeto, si è costretti, volenti o nolenti, a non decelerare (anche inconsciamente) quando la fatica aumenta. E c'è un'ulteriore caratteristica che appesantisce ancora di più le ripetute su strada in salita: la discesa. Il recupero diventa recupero ma solo per il cardio. Le gambe, soprattutto i quadricipiti, continuano impercettibilmente a lavorare, ancora più stressati, durante la discesa, dovendo contrastare il contraccolpo ad ogni passo del dislivello positivo.

Con questi dubbi e ragionamenti ho iniziato la seduta, cercando di percepire fisicamente vantaggi e svantaggi. Non ho mai controllato nè i tempi di salita nè i tempi di discesa, affidandomi completamente solo al suono del gps per invertire la rotta ad inizio ed a fine sessione (in realtà ho anche preso due cartelli stradali come riferimento per avere un controllo visivo sulla distanza da percorrere, cosa che mi aiuta molto quando sono affaticato). A sorpresa ho scoperto poi a posteriori di aver tenuto inizialmente un buon ritmo. Ma il finale è andato scemando. Questo è un altro problema, comune però anche a qualsiasi altra tipologia di ripetue. Trovare fin da subito il passo corretto, senza spingere troppo. Tra la prima ripetuta (4' 07") e l'ultima (4' 26") c'è stata troppa differenza. Soprattutto dopo la terza serie, i quadricipiti hanno cominciato ad essere carichi oltremodo. Mi sono accorto che la spinta non era più quella iniziale. Ho cercato di rimediare concentrandomi sul passo, breve e frequente, appoggiando bene a terra tutto il piede e non lavorando solo con l'avampiede (come insegnato dal prof. Massini). Ma non è bastato. 

In ogni caso un allenamento che sicuramente darà i suoi frutti andando avanti di settimana in settimana. I chilometri di defaticamento successivo per ritornare verso casa non sono stati certo indolori e riposanti, frutto di un lavoro fatto bene. Ma è la fiducia che mi ha lasciato la stanchezza post-corsa a mantenermi tranquillo. Non c'è bisogno di un cronometro per sapere quando un allenamento è andato bene o meno. E' stata dura e sarà sempre più dura ogni settimana da qui in avanti. Ma è il solo modo per avvicinare sempre prima il traguardo.