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Chi corre a Capodanno...

Dopo l'allenamento di Natale fatta in coppia con Chiara, anche il primo giorno dell'anno abbiamo corso insieme. Ho dovuto insistere un po' ma alla fine ne è uscito un bell'allenamento. Mi manca correre insieme, soprattutto in gara. E' anche grazie a lei che ho assaporato per la prima volta il gradino più alto del podio ormai più di quattro anni fa. Speriamo che sia di buon auspicio per questo 2017.

Chi corre a Capodanno...La perfezione sarebbe stata farlo in tre, con Tommaso e il passeggino da running Thule, ma viste le temperature rigide, anche se mitigate dal sole caldo della tarda mattinata, abbiamo preferito non farlo soffrire inutilmente. Ho visto che la corsa con i passeggini si sta diffondendo (le ultime foto in gara sono proprio dell'altro ieri), ma meglio aspettare la primavera. Siamo partiti da Melzo, andando a cambiare i nostri classici percorsi sul Naviglio. E con l'occasione ho provato a studiare un tracciato di 18 Km che potesse essere il più sicuro possibile (su pista ciclabile) e che comprendesse anche un tratto di alzaia, per fare vedere a Chiara come arrivarci e quanta strada ci fosse anche dalla sponda opposta.

Memore della corsa dell'ultimo dell'anno in cui ho avuto parecchio caldo nella parte finale, ho deciso per un abbigliamento più leggero. Solo doppia maglia a manica lunga, niente guanti e cappello e rispolvero degli occhiali da sole. Avessi osato anche un paio di pantaloni corti o tre quarti non avrei sbagliato. Siamo partiti con calma, con le gambe dure e infreddolite. Il tempo di attraversare qualche via deserta e ci siamo ritrovati sulla ciclabile che da Melzo porta a Pozzuolo Martesana. Il bello di correre il mattino (presto o tardi che sia) del primo giorno dell'anno è che in giro non si incontra nessuno, se non qualche altro runner o biker o quelli che escono da messa.

L'idea di provare un percorso totalmente in sicurezza si è dimostrato poco alla volta realizzabile. Al di là delle strade fatte inizialmente, ma che sarebbero potute essere tranquillamente altre (vedi la parte finale), arrivati sulla ciclabile siamo riusciti praticamente a non abbandonarla mai. Due le possibilità anche a Pozzuolo, forse addirittura tre. Noi abbiamo preso la più veloce attraversando di netto il paese per ritrovarci sulla nuova pista pedonale che praticamente arriva fino al Naviglio, passando prima dal Villaggio Farinotti, poi nel Villaggio Residenziale, sfiorando Inzago nella parte finale. Poco meno di otto chilometri per apparire sulla nostra amata alzaia.

Abbiamo corso a sensazione, con Chiara che si è affidata al mio passo senza controllare (finalmente) ad ogni intermedio distanza e ritmo. Anche se la tentazione non è certo mancata. La temperatura è stata decisamente perfetta. Se tutto l'inverno rimanesse come in questi giorni io certo non me ne lamenteri. Tratti al sole con temperature mite, strada ghiacciata e qualche grado in meno lungo quelli ancora in ombra fin dalla notte. L'importante è stare solo attenti alle improvvise lastre di ghiaccio che si possono incontrare. La desolazione lungo le strade è continuata, aumentando ancora di più verso l'ora di pranzo. Un clima insolito per chi è abtituato al traffico ingolfato e impazzito delle strade milanesi.

Le gambe hanno reagito bene, nonostante forsse già il terzo giorno consecutivo di corsa. Nessun fastidio ad entrambe i polpacci e fatica decisamente controllata. Sono contento soprattutto perchè il cardio sta rientrando su parametri normali (ieri media a 138 bpm). Vuol dire che tra poco sarà il momento di iniziare con qualche allenamento di qualità. Chiara è sembrata un po' più stanca, soprattutto nella seconda metà di percorso. Normale visto che già da qualche settimana ha iniziato il carico in vista della prima mezza dell'anno a fine mese. Magari...

Lasciataci Inzago alle spalle, abbiamo corso per sei chilometri lungo il Naviglio Martesana, riscoprendo insieme qualche piccolo angolo nascosto e qualche piccola novità dovuta agli ultimi lavori di viabilità. La ciclabile parallela da Bellinzago a Gorgonzola che corre sulla sponda opposta della Martesana è praticamente finita. Questa primavera aiuterà a dare un bel colpo d'occhio ad uno dei tratti del Naviglio che avrebbe bisogno di maggior considerazione. Piccola foto di rito davanti al Ponte Vecchio, completamente in legno, di Gorgonzola e poi abbiamo preso la strada per il ritorno verso Melzo.

Proprio qui abbiamo incontrato l'unico tratto "pericoloso" di tutti diciotto chilometri, privo di marciapiede o ciclabile per correre (o pedalare o camminare) in sicurezza tra i due paesi. Utilizzando il sottopasso che attraversa la SP11 ci siamo ritrovato immersi nelle campagne che dividono Gorgonzola e Melzo. Nei prossimi giorni cercherò di verificare se ci possa essere la possibilità di sfruttare qualche strada di campagna per raggiungerle. Abbandonati gli ultimi capannoni, che per lo meno ci hanno dato la possibilità di corrrere su un tratto sconnesso ma di fianco alla strada, ci siamo poi ritrovati a doverci necessariamente buttare lungo la lingua di asfalto senza alcun riparo. Un solo chilometro, ma con curve pericolose e una larghezza della carreggiata decisamente troppo ridotta, fino ad arrivare alla nuova ciclabile che sovrasta la nuova strada Cassanese. Basterebbero solo mille metri di ciclabile per rendere sicuro un passaggio utilissimo ai tanti che vorrebbero arrivare al Naviglio in sicurezza. Mille metri che però sicuramente saranno andati a sbattere più volte contro una burocrazia lenta quanto inutile. A volte ci vorrebbe solo un po' di buon senso.

Ultimi chilometri tornati a Melzo senza più abbandonare la strada ciclo-pedonale. Avremmo potuto continuare per altri chilometri correndo in sicurezza e dovendo attraversare solo qualche incrocio sparso qua e là. Un buon esempio di come, piano piano, le cose si stiano evolvendo dando attenzione anche a pedoni e ciclisti. Un percorso completo, con solo qualche piccolo aggiustamento da fare, che sarebbe perfetto anche per una tapasciata o una Mezza della Martesana senza dover necessariamente sfruttare le (pur belle) campagne desolate. Chi lo sa... per ora ce lo siamo gustati in due.