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Pacer alla Maratonina del Collio

Era da tanto che non correvamo in due verso un unico traguardo e mi mancava. E' stato con le gare in coppia che abbiamo iniziato a correre insieme. Anche se questa volta il traguardo della Maratonina del Collio era solo per Chiara, è stato comunque un punto di arrivo importante per entrambi. Ed esattamente lo stesso punto di partenza per questo 2017 tutto da scoprire. Insieme.

Pacer alla Maratonina del CollioMi capita, e mi è capitato, di aiutare amici e compagni di squadra a preparare le loro gare. Ascoltare i loro resoconti degli allenamenti, assaporare la tensione pregara, festeggiare insieme i loro traguardi. Sono piccole soddisfazioni che fanno sempre piacere. Sfruttare un po' della propria esperienza per non far cadere gli altri negli stessi errori. Ma essere al fianco di qualcuno, fare fatica insieme (anche se diversa), vedere i progressi fatti giorno dopo giorno e il traguardo sperato avvicinarsi sempre più veloce è tutta un'altra cosa. Chiara è stata brava a fare tutto con calma. Senza la fretta di voler essere pronta quando ancora non era il momento. Adattarsi ad una nuova vita da mamma-runner e abbattere il proprio personale in soli sei mesi partendo da zero. Assecondare gli stimoli e saziarsi di fatica e allenamenti senza abbuffarsi. Con calma e tranquillità i risultati non possono che arrivare. Ed infatti così è stato.

Da parte mia, esserle vicino per me è solo di stimolo. Mi aiuta a non pensare, allo stesso modo, a bruciare le tappe. Correre insieme la mia prima mezza dopo l'infortunio, con il primo pettorale del 2017, è servito forse più a me che a lei per capire come sto. Fare progressi piano piano, cercando di seguire la stessa strada, ma su binari paralleli. Avere un percorso a tappe di avvicinamento ai miei obiettivi, senza rischiare di sbattere ancora una volta contro un muro. E se devo essere sincero, ieri è un po' come se abbia vinto anche io.

La Milano Marathon è sempre stata il mio punto di arrivo primaverile. Quell'appuntamento che ha sempre avuto la priorità su tutto il resto. Quest'anno lo sarà ancora, ma da un altro punto di vista. Sarà Chiara a cercare di abbattere il proprio personale e io le sarò al fianco. Non so se fisicamente. Ma come in questi sei mesi abbiamo corso insieme, continueremo a farlo per le prossime nove settimane. Nove. Un nuovo parto. Come i mesi che la porteranno a correre nuovamente quarantadue chilometri.

La Maratonina del Collio non l'abbiamo scelta a caso. La distanza giusta, nel momento giusto. Perfetta per valutare la situazione. Per questo è stata punto di arrivo e sarà punto di partenza. Con il nuovo personale di Chiara in 1h 27' 33" sappiamo bene, ora, come lavorare. In realtà le cose sono andate ben oltre le aspettative, anche se la sua faccia all'arrivo mi è sembrata tutt'altro che felice. Ma la stanchezza certe volte offusca la mente. Sulla linea di partenza a Capriva, il mio cronometro è stato impostato per correre a 4' 15" al chilometro, per provare a stare sotto l'ora e mezza di gara. Nonostante gli allenamenti di Chiara alle 5:30 del mattino fossero sempre andati alla grande, l'incognita dopo un anno di stop è sempre stata tanta. Incognita alla quale si è anche aggiunta la mia non perfetta condizione fisica degli ultimi mesi.

Un cielo senza nuvole in attesa del sole caldo, non hanno evitato una partenza sottozero. Ma la mattinata si è dimostrata poi perfetta per correre. Ce ne fossero di inverni così. Come il percorso, immerso tra le colline ed i vigneti del Collio, veloce al punto giusto nonostante i frequenti leggeri saliscendi e i passaggi isolati tra i filari. Correrci in primavera o in tarda estate sarebbe uno spettacolo senza eguali. Il giro di lancio di quattro chilometri attorno al paese è servito giusto per sciogliere muscoli e freddo prima di immergerci tra le campagne. Strada tutta asfaltata e ben corribile. L'unico mio diktat è stato quello di non far controllare il (maledetto) GPS a Chiara durante tutti i ventuno chilometri. Correre a sensazione, imparando ad ascoltarsi ed a lasciarsi guidare, godendo della corsa. E così è stato.

Forse un po' troppo veloci i primi chilometri, ma poi ci siamo assestati su un buon ritmo leggermente più veloce di quello deciso a tavolino. Il percorso invitante e l'ottima condizione di Chiara mi hanno consigliato di provare a mangiare qualche secondo fin da subito. In alcuni tratti ho dovuto anche cecrare di imbrigliarla per non farla scappare via. Vista l'incognita della condizione, meglio aspettare almeno metà gara prima di azzardare. Dieci chilometri corsi via facilmente. Qualche piccolo sparuto gruppo ci ha superato per poi farsi risucchiare alle spalle strada facendo. La nostra progressione è stata costante e decisa. Ma soprattutto naturale.


Pacer alla Maratonina del Collio: foto pre-gara con Chiara e Silvia in tenuta Corro Ergo Sum Runners (1), premiazione di Chiara (2) e Silvia (3), articolo su Il Piccolo (4).

Avendo sott'occhio gli intertempi e allo stesso tempo valutando la condizione di Chiara ho pensato di provare a fare qualcosa in più di quanto deciso in partenza. Oltretutto sapevamo di essere tra le prima posizioni femminili. Lontana e irraggiungibile la prima posizione, la seconda è diventata nostra subito dopo il ristoro del decimo chilometro, quando il piccolo gruppetto che ci precedeva si è sfaldato e l'unica donna rimasta sola. Chiara ha messo la freccia ed ha allungato verso l'arrivo. Esattamente nel punto in cui i sali-scendi sono aumentati, perfetto per un attacco quando le gambe e le sensazioni dicono di farlo. Il timore di un crollo improvviso mi ha fatto restare cauto fino al quindicesimo chilometro, dove la progressione, complice anche la leggera discesa, è stata inarrestabile. Tutto vantaggio da gestire prima dell'unica vera salita di fine gara.

Le mie gambe hanno reagito bene. Nonostante in allenamento facessi fatica a mantenere un ritmo simile a quello di gara, essere di supporto, da traino, di riferimento, ha fatto scomparire qualsiasi problema anche nelle mie gambe. Solo un leggero fastidio ai tendini nell'ultima parte, ma semplicemente dovuto al sovraccarico di distanza e lavoro delle ultime settimane. Vedere Chiara ringhiare sull'asfalto senza nemmeno sapere di essere già in vantaggio sul suo obiettivo finale è stato uno stimolo inarrestabile. Lungo la strada che ci a riportato a Capriva, ho sentito l'adrenalina scorrere nelle nostre vene, la voglia di arrivare il traguardo e ripartire subito verso il successivo.

Il piccolo cedimento verso il diciottesimo chilometro è stato più che naturale. Ma passato indolore. Il vantaggio incolmabile sulle inseguitrici ci ha permesso di affrontare la salita verso il Castello di Spessa senza particolari problemi e la discesa è stata un solo allungo finale. Solo a poche centinaia di metri dal traguardo ho svelato il reale tempo di gara. Quanto è bastato per un ultimo sprint. Seconda donna assoluta e nuovo personale. Giusto per iniziare ufficialmente in discesa la nuova carriera da mamma-runner. Poco dietro è arrivata poi anche Silvia, sorella e cognata. Che per una volta ha provato a battere le proprie paure ed ha azzardato un ritmo che non immaginava, regalando ai Corro Ergo Sum Runners anche un secondo podio di categoria e a sè stessa un nuovo personale di 1h 35'. A volte per vincere basta crederci (almeno un po'). E magari anche osare.

Una nuova partenza quindi. Verso i quarantadue chilometri per Chiara. Da domani nuove settimane di sudore, necessario per raccogliere i frutti lungo la strada e dopo il traguardo. Ma vederla correre senza una smorfia di fatica sul viso è stato decisamente appagante. Per me si prosegue lungo una strada ancora più lunga, che però si intreccerà sicuramente ancora con la sua. Il prossimo appuntamento è con i trenta chilometri alla Corsa del Principe delle Terre Verdiane a fine febbraio. Se mai avessi avuto dubbi su cosa fare, adesso di sicuro non ne ho più.

Grazie a Debora Doz per la foto di copertina.