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Firenze Marathon, ora a noi

Oggi ultima sessione in pista di ripetute brevi 10x400 e domenica scorsa medio di sedici chilometri in progressione. Tutto quello che ho dovuto e tutto quello che ho potuto fare per questa Firenze Marathon l’ho fatto. Ciò che resta ora sono solo i conti con la realtà su quello che dovrà essere il passo gara e l’obiettivo da raggiungere. Forse la parte più difficile ancora prima di correre.

Firenze Marathon, ora a noi

Come ho già scritto in altri articoli, non sarà sicuramente la maratona dei sogni. Qualcuno potrebbe dire “perché fasciarsi già la testa ancora prima di essersela spaccata?”. Presto detto. Dovrò adottare da subito un passo che mi permetta di arrivare in fondo alla gara e, considerando il passo tra i 4’ 10” e i 4’ 15” almeno della prima parte di gara, sarebbe impensabile riuscire a raggiungere un PB nei successivi ventuno chilometri. A questo serve fare i conti con la realtà. Non sarà comunque una passeggiata quella della prossima domenica. Il primo e più importante obiettivo sarà riuscire a correre sotto le tre ore di gara, per non perdere la prima griglia di partenza per le future maratone. E’ incredibile pensare che (a parte la New York City Marathon di tre settimane fa, ma corsa come allenamento) dal 2015 non sia più riuscito a correre bene una maratona e soprattutto a portarla a termine. Troppi gli infortuni in questi anni che non mi hanno permesso di correre con costanza, ma soprattutto di progredire poco alla volta per migliorarmi sempre di più. E il risultato si è visto. 

2017 invece che è andato controcorrente, con una programmazione più corretta che mi ha portato in primavera a limare (anche se solo di qualche secondo) sia il personale sui 10 Km che sui 21 Km. E che mi aveva fatto ben sperare in ottica maratona autunnale. Ma si sa, quando si tratta dei quarantadue chilometri, le cose sono un po’ più difficili. La realtà è stata ben altra, anche senza infortuni ho dovuto prendere qualche necessario stop dalla corsa (per il trasloco prima e per l’influenza poi) che ha contribuito a fare scendere il livello di forma. E non è bastata la voglia di arrivare al meglio sulla linea di partenza per essere veramente al top e provare l’impresa personale. Ma questo non vuol dire che domenica non ci divertiremo. Anzi.

Parlo al plurale perché al via saremo sicuramente in tre Corro Ergo Sum Runners: io Gabriele e Federico. Due giovani promesse (loro) e uno (io) con un po’ più di esperienza (si dice così, no?). Forse in tre sarà più facile, sicuramente più motivante, probabilmente più bello. Io sogno un arrivo di gruppo, ma quel che sarà lo scopriremo solo a tre ore (e speriamo qualche minuto in meno) dopo il via. 

Domenica scorsa l’ultimo medio di allenamento è andato come avrei voluto, anzi anche un po’ meglio. 16 Km lungo il Naviglio corsi come da programma. Anche se avrei dovuto tenere un passo medio costante e medio sui 4’ 10” ho voluto forzare un po’ di più, correndo a ritmo la prima parte di allenamento e provando la progressione nella seconda. Le gambe hanno risposto bene. Ho mantenuto sotto controllo il ritmo nella prima parte, lasciando poi spazio alle sensazioni nella seconda e ritrovandomi a correre l’ultimo chilometro addirittura a 3’ 52”. Se me lo avessero detto prima di partire non ci avrei creduto. Non sono tempo stratosferici, ma sono sicuramente segnali che la forma sta piano piano ritornando.

Gli indici di forma che utilizzo quotidianamente, HRV4 Training e Garmin, vanno di pari passo. Forma in crescendo da qualche settimana, ma con un picco (nemmeno troppo alto) in corrispondenza della New York City Marathon. Ho cercato di recuperare le forze (e i muscoli) poi nelle settimane successive e spero che il lavoro venga ripagato nel prossimo week-end. Non ho ma corso due maratona così ravvicinate (forse solo la Wings for Life World Run di Verona dopo la Milano Marathon proprio nel 2015), ma non avendo forzato al massimo spero che che i muscoli abbiano percepito lo sforzo come se fosse davvero stato solo un lunghissimo d’allenamento. Segnale positivo invece dal VO2max che è salito a 68, il risultato migliore di quest’annata. Peso (65 Kg questa mattina) invece che avrei voluto un po’ più basso, sicuramente un chilo di troppo in questo momento (anche due se avessi dovuto provare il personale, ma quella sarebbe stata tutta un’altra storia).

Oggi sono sceso sin pista in pausa pranzo, con l’ultima seduta di qualità sui quattrocento. Dieci ripetute e dieci giri di recupero che sono stati meno semplici di quello che si potrebbe pensare. Ma che sono serviti a ridare un po’ di ritmo e ossigeno alle gambe. I prossimi giorni saranno solo ed esclusivamente di lento scarico. Ho voglia di correre domenica. Ho voglia di risentire l’adrenalina di quel traguardo. Ho voglia di ricordare perché ci piace farlo. Sudando, soffrendo e alla fine sorridendo. 

Se volete vedere tutti i miei allenamenti in preparazione della Firenze Marathon, seguite il profilo Corro Ergo Sum su Strava o Garmin Connect... #corriconme.