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Ripetute 10x300 60" rec.1' + 1x1000 3' 35"

Era da un po’ che mancavano le ripetute. Fortunatamente, direi anche. Un po’ perché avevo bisogno di riposo (sempre che con qualche gara di mezzo ci si possa riposare) un po’ per il caldo che però ha tardato ad esplodere. E un po’ ne avevo voglia. Tra l’altro finalmente ho anche potuto provare le nuove Nike Lunaracer +3 che erano arrivate già da qualche giorno ed aspettavano solo di essere scartate. E voglia di proseguire il lavoro iniziato ormai da qualche mese nel dopo-infortunio. Tanta la motivazione. Ma poi bisogna fare anche i conti con la realtà. Un po’ di stanchezza che persiste, un po’ di testa che volerebbe volentieri in vacanza, un po’ di gamba che manca. I conti si fanno poi in pista.

Pista tutta per me. Solo qualche bambino al campo del centro estivo come spettatore divertito dalla novità. Pista d’asfalto. E io non chiedo di meglio. La giornata né fresca né calda. In Franciacorta la scorsa settimana è stato decisamente peggio. Il prof. Massini ha previsto serie di ripetute brevi e una serie lunga finale. Roba tosta. Sono bastati due giri di riscaldamento per iniziare a sudare copiosamente. La testa è rimasta proiettata sempre sul lavoro finale, tre lunghi chilometri a ritmo decisamente alto. E le gambe si sono adattate, cercando di rimanere nei limiti consentiti in tutta la prima parte. Ci ho impiegato le prime due frazioni a prendere il giusto ritmo. Ma poi è stato un dolce susseguirsi di trecento+ducento metri, prima l’allungo, poi il recupero. Sempre sotto i 60”. Dalla settima serie la fatica è decisamente aumentata, condizionata fortemente dal recupero breve, ma senza mai calare di ritmo. Buone le sensazioni. E anche il risultato.

Ma quello che subito mi ha poi preoccupato sono stati i 3’ 35” da provare sui tremilametri. Mi è sembrato subito troppo. Ma ci ho provato. Un giro partito troppo forte, un secondo giro a buon ritmo, un terzo mezzo-giro un po’ sottotono. Ma finito il primo chilometro (3’ 32”) ho deciso di fermarmi. O meglio, io avrei anche proseguito, ma il corpo a deciso all’unanimità che fosse giunto il momento di concludere l’allenamento. Le sensazioni sono comunque state buone. La gamba c’era, la velocità anche. Manca la resistenza, la distanza. Quello che fa diventare una buona partenza in gara, un’ottima corsa. Quello su cui dovrò lavorare questa estate. Per fortuna non manca poi così poco.