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Santa Monica Bay-Running

Prima al mattino, poi a mezzogiorno e oggi al tramonto. Non possiamo certo dire di non averle provate tutte. E sempre su un percorso diverso. Scegliere poi il più bello diventa cosa difficile. Oggi ho voluto fare il bay-runner, il collega podistico dei bagnini d'America, i bay-watchers. Una corsa tutta d'un fiato lungo la pista ciclabile della spiaggia più famosa di Los Angeles. E forse anche la più bella. Chilometri e chilometri di sabbia che separa città e mare, con le piccole cabine di vedetta dei bay-watchers a fare bella mostra. Poco lavoro in questo periodo. Molta più gente di corsa o in bicicletta che in acqua. Ma per loro sulla trada c'ero io.

Il bello della baia di Santa Monica è vedere il paesaggio in continuo cambiamento lungo la cilabile. Mentre la spiaggia rimane pressochè identica per quasi una decina di chilometri, l'estremità della città che si affaccia è completamente diversa. Partendo da Venice Beach ci si trova in un quartiere simil-popolare. Case da vacanza, abitate per lo più da surfer in attesa costante dell'onda perfetta. O almeno di quella che gli può valere la giornata. Io son partito più avanti, dove la pista è già a tre corsie (due per le bike e una per i pedoni) e l'immaginazione sulla spiaggia di Los Angeles diventa realtà. Aiuole di prati verdi e radi, ben tenuti, dai quali spuntano metri e metri di palme. Skaters, rollers, doggers, bikers, runners, walkers. Una serie infinita di persone che vanno e vengono coi loro tempi e i loro mondi.

La ciclabile fa da sparitraffico tra la sabbia della spiaggia infinita e i piccoli parchetti che delimitano la città. Ma appena dopo il pear di Santa Monica si rimane a tu per tu con la sabbia. Dentro e fuori correndo su lastroni di cemento che resistono al tentativo estremo di essere inglobati come le dune nel deserto. I gabbiotti grigio-azzurri dei bay-watchers si susseguono costantemente, ma la maggior parte sono chiusi. La spiaggia si stringe e la scogliera si avvicina, ma sempre troppo lentamente per essere invadente. Ci vogliono almento cinque o sei chilometri prima che la ciclabile cominci a svanire piano piano. Ma, come sempre, il giro di boa è solo la metà dell'allenamento.

Nel ritorno verso i 12 Km finali ho il tempo per rigodere di quello che mi sono distrattamente perso. Le case che si affacciano sulla spiaggia di Santa Monica. Un susseguirsi continuo di palazzine a due piani, colorate, strette, ben curate. Ferme, ma studiate apposta per sembrare pronte ad aprirsi verso la spiaggia, sul mare. Le guardo una ad una, pensando a come possano essere dentro, a chi ci abiti. E intanto il ritmo delle gambe è incalzato. Sempre con un po' troppa fatica, ma più veloce. Più veloce di San Francisco, più veloce di Santa Barbara, più veloce della prima parte. Certo, ritmi che andrebbero forse un po' rivisti, ma sempre di buon auspicio. 48' 53" al tramonto, su una delle spiagge più conosciute al mondo. Direi che la giornata ha avuto il suo lieto epilogo.

Anche se in realtà mi sarebbe piaciuto correre anche in altri posti di Los Angeles. Magari a Culver City, dove abbiamo il nostro motel. Quartiere popolare, pieno di piccole casupole recintate, una serie infinta di negozi, ristoranti, appezzamenti. Quartieri che si susseguono velocemente, con troppi semafori e attraversamenti. Difficile da correre e forse anche un po' azzardato. O magari spostarsi a Beverly Hills. Non certo per cercare Brandon o Dylan, ma sicuramente per godere di un quartiere altamente vivibile. Tranquillo, silenzioso, elegante, sicuro. Un su e giù continuo tra ville signorili e case da sogno nascoste dietro a immense e folte siepi. Un collinare da vip. Proprio come lo si immaginerebbe guardandolo in tv.