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Nike LunarTempo

Una delle più belle sorprese del mio viaggio a Portland al Nike Innovation Meeting per Runner’s World è stata la possibilità di provare in anteprima la nuova Nike LunarTempo. Sorpresa ancora più gradita quando ho scoperto che l'evoluzione (o involuzione) del nuovo modello è partita da una scarpa a me familiare e apprezzata come la Lunaracer +3. E' stata subito la mia prima scelta quando siamo usciti lungo le strade di Portland per testarle. Ed è stata una conferma attraversando la città tra parchi, ponti, salite, asfalto, marciapiedi e allunghi. Un feeling innato, una comodità naturale e una morbida reattività. Non le avrei mai tolte dai piedi anche a corsa finita, ma le ho conservate con cura, nella loro scatola, come si tengono da parte le cose preziose. So già quale sarà il loro destino e dovranno essere subito pronte quando toccherà a loro il lavoro più duro.


Nike LunarTempo

Nike LunarTempo è la versione più ammortizzata della Lunaracer. Esattamente la scarpa che cercavo. Potrei dire che è una scarpa d'allenamento (non a caso il primo nome pensato per il nuovo modello è stato Lunar Trainer, poi successivamente scartato per la troppa assonanza con trailer che avrebbe potuto spostarne la percezione d'uso), ma sarebbe riduttivo. E' una scarpa per l'allenamento, ma allo stesso una scarpa da gara. Dipende molto dal passo di ognuno e dalla distanza per la quale usarla. Per un corridore evoluto (diciamo l'èlite senza scomodare i top-runner) è sicuramente una buona scarpa da lento o da medio. Per chi invece va più piano e non ha un peso troppo elevato potrebbe essere una compagna ideale per le gare o le sessioni veloci di ripetute. Questo perchè Nike, visto l'apprezzamento collettivo per Lunaracer, ha deciso di mantenere la loro caratteristica regina (il Flymesh) e accoppiarla con l'evoluzione di nuove tecnologie (il Lunarlon).

Come succederà anche nelle release di altri modelli, la nuova tomaia in Flymesh (già di Lunaracer) è diventata l'elemento centrale attorno al quale sviluppare il nuovo. Una calzata leggera, senza cuciture, in un unico lungo filo e con la massima ventilazione. L'ho sentito subito appena usciti in strada. Quella carezza di aria fresca che colpisce il piede non più ingabbiato in una scarpa costrittiva, ma dalla calzata naturale e morbida. Leggera, quasi impalpabile.

Ma la novità che rende la Nike LunarTempo diversa dalla sorella maggiore è la parte che sta sotto il piede. L'intersuola Lunarlon maggiorata offre un'ammortizzazione comoda. La schiuma è stata riprogettata per una maggiore leggerezza e reattività senza però compromettere il sostegno più resistente necessario per le corse più lunghe. E' questo che ne fa una scarpa multi-funzione. Adatta al passo più pesante e lento di un allenamento, ma altrettanto capace nella spinta durante una sessione veloce o in gara. Ed è quello che ha fatto la differenza passando dall'asfalto regolare, a quello più scomposto, allo sterrato. Un sostegno pesato anche con il ritmo più basso e nelle salite più lente. Flessibilità, leggerezza, trazione, ammortizzazione e maggior durata. Completate dal caratteristico battistrada waffle che garantisce resistenza e controllo, assorbimento dell'impatto e miglioramento di durata e trazione.

Non mancano i canonici cavi in Flywire che avvolgono l'area mediale e l'arco plantare integrandosi con i lacci per garantire un sostegno aderente e una calzata personalizzata. E' stata invece cambiata la linguetta, trasformata da piatta a spessa e morbida, per garantire comfort e una tenuta più salda del collo del piede (e togliere il fastidioso scivolamento laterale). Un mix che non ha spostato di molto il peso totale della scarpa, 210 grammi (misura da uomo 42,5). Poco, decisamente troppo poco, per considerarla una scarpa universale. Ma sufficiente per diventare la mia compagna nelle prossime settimane.

[Pubblicato su Runner's World N.3, Marzo 2015 e Runnersworld.it]