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Mezza al Parco di Monza

Ho colto l'occasione dei venti chilometri in programma per ritornare a correre al Parco di Monza. Era da questa estate quando cercavamo rifugio dal caldo e dall'afa che non ci tornavo. E il solo pensiero ha reso la mattinata più interessante. Un po' anche per uscire dalla monotonia dei soliti percorsi. Quando c'è la possibilità meglio variare. Non ho optato per la prima uscita stagionale alle tapasciate con il Mulino Vecchio esclusivamente per evitare di peggiorare i miei problemi, dato che si sarebbe corso su tanto fango e con tante salite e discese. Non che il Parco di Monza fosse un paradiso asciutto, ma la rilassatezza dei suoi sentieri è stata tutt'altra cosa.

E' comunque stata una corsa pesante. Tanta pioggia soprattutto all'inizio. La moltitudine di gruppi di runners che però ricordavo non ci sono stati. Sicuramente freddo e pioggia combinati con le gare del week-end hanno contribuito a far sì che le strade fossero facilmente percorribili. Un po' meno il tempo, visto che praticamente tutti i tratti in sterrato erano paludi fredde e fangose. Memore della corsa di sabato mi sono presentato in pantaloncini corti (doppio strato però), ma la cosa non ha avuto un riscontro troppo positivo. Sicuramente minor impaccio nel correre senza i pantaloni infradiciati, ma comunque freddo alle gambe. La maggior parte di quelli che ho incrociato e superato aveva comunque la divisa lunga invernale, chissà cosa pensavano.

Ho trovato e salutato velocemente anche qualche amico. Il Dembr che sapevo essere lungo il percorso riconosciuto quasi subito, il solitario Mario (Ruggiu) orfano di Zio e Marco e il piccolo gruppo con Stefanino (Ripamonti). Questo è anche un po' il bello del correre al Parco. Peccato che Franco non sia riuscito a venire a farmi compagnia. Speriamo di rifarci prossimamente.

L'allenamento è stato faticoso nonostante dovessi tenere un ritmo facile a 4' 30" per tutti i 20,5 Km. Forse il freddo ha la sua buona parte di colpa. O forse sono solo io che, dopo un po' di allenamenti filati, comincio a sentire la stanchezza. Volevo seguire il percorso reale dei ventuno (segnale verde), ma dopo neanche due chilometri avevo già saltato il primo bivio. Il problema del correre a Monza è solo quello di studiarsi prima i percorsi se non li si conosce a menadito. Le indicazioni ci sono, ma non sono facili da vedere, soprattutto quanto le strade sono larghe o neve e fango riempiono i bordi. Fortunatamente conosco un po' i sentieri e so orientarmi riconoscendo la posizione in cui mi trovo, per cui seguire un percorso ideale non è stato un problema, ma non era quello che avevo in mente.

Come non avrei voluto ritrovarmi con i piedi bagnati dopo neanche venti minuti di corsa, ma correre in sterrato con il fango misto a neve sciolta non lo ha reso possibile. E' un po' il problema dell'inverno. E probabilmente è anche il motivo principale per il quale la fatica è stata tanta. Ma nonostante tutto è stato rilassante e l'1h 30' 57" di allenamento è passata veloce. Dopo aver completato un primo giro casuale di poco più di otto chilometri ho optato per seguire il giro da diecimila (segnale rosso) e allungarlo aggiungendo i primi due chilometri saltati ad inizio allenamento. E i conti sono presto tornati. Non fosse che poco prima dell'arrivo, disperso nel fango dietro al boschetto della Villa Reale, mi sono perso un'altra volta distraendomi ed ho allungato leggermente il sentiero in un tratto tutt'altro che agevole. Sembrava un percorso da cross.

Complessivamente le gambe hanno lavorato bene, tenendo buon ritmo dove la corsa era più facile e rallentando un po' tra salitelle e sterrato. Inguine/addominale non hanno dato particolari segnali preoccupanti. Qualcosa in più i flessori. Certo correre senza problemi è un'altra cosa. Come i ritmi, ancora decisamente fuori giri. E la nuova settimana non sarà certo una passeggiata.