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Strapanaro (San Damaso)

Non è andata come avrei voluto, ma un po' me lo aspettavo. Sono stato molto indeciso sul da farsi fin poco prima lo sparo della partenza della Strapanaro. Ormai mi conosco bene e so quando e quanto poter chiedere alle mie gambe. Ma un piccolo lumicino di speranza che lascia intravedere un risultato inaspettato c'è sempre. Va poi considerato che comunque sulla distanza delle 10 Miglia (16,1 Km), anche se per pochi secondi, ho fatto il miglior tempo di sempre. Un po' alto rispetto le mie aspettative. Non che abbia fatto molte gare di sedici chilometri in questi mesi, ma quando c'è l'occasione è bello provarci. Mi rimane sempre quel muro dell'ora da abbattere, ma è solo una questione di corsa giusta al momento giusto. Ci avessi provato la domenica della Staffetta alla Unesco Cities Marathon, avrei infranto i sessanta minuti con uno schianto. Oggi, come ieri, ho ancora da smaltire troppi postumi per ritrovare la velocità massima. Ma un passo alla volta, prima o poi il traguardo arriverà.

Si ringraziano modenacorre.it, Gaetano Perricone e Roberta Mantovi per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.

Se poi volete divertirvi, lungo un percorso misto tra ciclabile, strada e qualche sentiero sulla sponda del fiume, immersi nella campagna emiliana, sotto il caldo sole di tarda primavera, scortati da un'organizzazione impeccabile e aria di festa, vi basta iscrivervi alla Strapanaro del prossimo anno. Quando Andrea (Abbati) ci ha invitato ci siamo organizzati subito senza pensarci due volte. L'idea di un week-end culinario-emilano, una visita a Modena e il ricordo della corsa di tre anni fa (quando ancora era una mezza, nda) sono state scuse sufficienti per essere pronti alla partenza. Non fa niente se il programma di Fulvio prevedeva qualcosa di un po' più soft. Ogni tanto uno strappo alla regola ci sta. Tutto era esattamente come me lo ricordavo. Tantissima gente, anche grazie alle contemporanee tapasciate su diverse distanze, il parcheggio antistante il centro sportivo stracolmo di gazebo di tutte le società amatoriali della zona, spazio e organizzazione per prepararsi con tutta calma alla partenza.

Il dubbio che mi ha attanagliato fino ad inizio gara è stata la velocità di crocera da mantenere. Un controllato 3' 50" per arrivare intorno al decimo chilometro e poi aumentare il passo per un finale in-crescendo o un 3' 40" per provare il personale sotto l'ora pur sapendo di rischiare il crollo? Come i golosi non sanno resistere davanti ad un vassoio di pasticcini, anche per me non c'è stata speranza. Allo sparo mi sono subito accodato ai primi aspettando il primo intermedio per scoprire il passo. Nonostante avessi già lasciato sfilare qualche singolo in sorpasso il 3' 33" è stato comunque troppo veloce ed ho cercato di controllarmi. Pur avendo corso a San Damaso solo una volta tre anni fa, ho subito trovato famigliari le strade e al secondo chilometro ci siamo ritrovati in un attimo sulla ciclabile che segue il letto del Panaro. Mi sono ricordato benissimo le sensazioni dell'ultima volta. Stavo bene. Passo sicuro e la voglia di provare il personale sulla mezza. Avendo qualche punto di riferimento, come il ponte che attraversa il fiume e la piccola discesa di Sant'Anna che si allontana dalla sponda, ho solo corso concentrato sul ritmo. E nonostante il caldo asfissiante della campagna e il sole che ci ha battuto imperterrito sulla testa, per i primi chilometri, aiutato anche dal piccolo gruppetto al quale mi sono aggregato, la conduzione è stata impeccabile a 3' 40".

Mi sono lasciato trascinare, spostandomi in avanti solo quando i primi hanno cominciato ad entrare in crisi esattamente al primo bivio dopo il quinto chilometro. Fatica, ma gambe che hanno girato sempre bene. Purtroppo non sono riuscito a prendere acqua ai primi due ristori nemmeno per bagnarmi la testa, prima facendomi scappare il bicchiere dalle mani, poi non riuscendo ad avvicinarmi al tavolo del ristoro per la troppa ressa dei marciatori. Forse l'unico neo di tutta la gara. In alcuni punti un po' troppa ressa tra agonisti ed amatori. Per migliorare basterebbe solo che chi va più piano stesse un po' più attento. Tutto qua. L'aver già visto qualcuno in difficoltà mi ha dato fiducia, ma dopo poco più di un chilometro, complice la strada in leggerissima salita e il caldo asfissiante della campagna, anche io ho cominciato ad avere le prime avvisaglie di stanchezza che si sono trasformate in secondi (una decina al chilometro) lasciati sull'asfalto. E nonostante tutto prendendo ancora vantaggio sul piccolo gruppetto.

Arrivati vicino ai piccoli laghetti di sfogo del Panaro a metà gara, la strada è diventata mista al sentiero, con qualche curva e controcurva. La fatica è aumentata copiosamente. I chilometri scanditi solo dal garmin, si sono alternati ai cartelli in miglia. Simpatica come idea (quella delle miglia), anche se la percezione della fatica è sembrata aumentare sempre di più. E una volta ritornati al bivio di Sant'Anna, la resa è stata totale. Ho smesso di controllare la velocità agli intermedi (37' 18" il passaggio ai 10 Km), contando solo le miglia rimanenti dall'arrivo. Dalle retrovie i miei vecchi compagni di giornata hanno cominciato a riprendere terreno mentre mi sono sentito quasi disperso lungo la strada di ritorno, seguendo il lungo cordone di tapascioni che ci precedeva e solo alla ricerca del ponte per attraversare la riva e chiudere l'ultima parte di gara. Caldo (per tutti). E tanta fatica (per me). Il modo peggiore per finire una corsa, con la resa delle gambe che hanno smesso di spingere. E con i secondi che hanno ricominciato ad accumularsi. Mi sono trascinato fino all'arrivo, non reagendo nemmeno all'ultimo chilometro quando in due mi hanno superato lanciati verso il traguardo in una lotta personale. Forse, se avessi guardato il cronometro, un briciolo di stimolo avrei potuto trovarlo, ma gambe e testa erano ormai alleate contro qualsiasi possibile reazione. E nonostante tutto il tempo finale di 1h 02' 07" (21° assoluto) è al momento (al terzo tentativo) la miglior prestazione sulla distanza. Non rimarrà certo nei miei ricordi come la miglior conduzione di gara che abbia mai fatto. Ma i week-end podistici non sono solo fatti di corsa. Viaggio, cucina e compagnia (grazie a Chiara - 9° donna assoluta e 3° di categoria nonostante non stesse bene - Andrea e i ragazzi di Running Forum, nda) questa volta hanno avuto la meglio.