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Corse 2018: il peggior anno di sempre

Poco più di mille chilometri corsi in un anno. Ossia una mezza maratona a settimana. Questo è il misero bottino che mi ha regalato il 2018, sportivamente parlando l’anno peggiore di sempre. Ma se dal punto di vista agonistico mi sono dovuto accontentare, le soddisfazioni sono arrivate da altre strade.

Un anno iniziato come peggio non avrebbe potuto. A letto. Con l’influenza. Un’influenza di quelle che non si scordano facilmente, con quaranta di febbre e dolori in tutto il corpo. E non avrei mai pensato che i detti si avverassero veramente. Chi sta male il primo dell’anno...

Così è stato. E dopo aver programmato i primi mesi per arrivare a correre una maratona primaverile, la prima e più grande batosta della mia carriera podistica. Uno stop lunghissimo, inaspettato, sofferto. La schiena ha detto no. Ci ho messo tanto a rassegnarmi all’idea che le cose ci avrebbero messo tanto tempo a risistemarsi. E altrettanto per capire quanto fosse serio il problema, forse un po’ troppo sottovalutato inizialmente, nonostante i continui tentativi e le continue ricadute.

La corsa (costante, quotidiana) è ricominciata solo verso aprile. Ma partire da zero non è stato semplice. Nel frattempo gli esami sono continuati, inesorabili. E a giugno il verdetto, predetto, è stato spietato: un'ernia e una protusione. Nel frattempo ho imparato a conviverci, alternando corsa e bici per cercare di migliorare la condizione fisica e inserendo quotidianamente esercizi di rinforzo a core, braccia e gambe. 

Le sole gare verso cui mi sono spinto sono state le 10 Km, unica distanza che mi sono potuto regalare non essendo riuscito ad allungare verso traguardi più ambiziosi e lontani, sperando sempre in una seconda parte di anno di rivincita. Che però non c’è mai stata. Dieci chilometri con lo stroller running alla Lierac Beauty Run, dieci chilometri per provare a volare alla Milano-Linate Night Run, dieci chilometri alla Bluesmile Run che mi hanno riportato alla triste realtà. Ultimo colpo di coda subito dopo l’estate, alla Cariparma Running, la nostra prima gara societaria, dove sono stati i Corro Ergo Sum Runners a regalarmi tutte le soddisfazioni disperse lungo la strada. Nel frattempo è arrivato anche l'anniversario di Corro Ergo Sum. Decimo compleanno che avrei voluto festeggiare in tutt’altro modo, magari sfidando per l’ennesima volta i quarantadue chilometri. Ma mi sono dovuto accontentare di racconti e interviste. 

Poi un susseguirsi di eventi, sfortunati e non. La ricaduta della schiena che mi ha accompagnato fino alla prestabilita operazione alla cistifellea. Ancora due mesi di stop, prolungati fino alla partenza per la Abu Dhabi Marathon, una delle esperienze più belle e gratificanti che abbia fatto in campo podistico. Si pensa sempre che quando qualcosa finisca non ci sarà mai più nulla di tanto esaltante e soddisfacente, ma il futuro è sempre pronto a regalare nuove sorprese. E so che i prossimi dodici mesi non saranno da meno. 

In queste ultime settimane ho poi ripreso confidenza con la strada, aumentando di chilometro in chilometro la distanza, cercando di arrivare nella migliore condizione possibile per il primo giorno dell’anno. Se è stato vero nella sfortuna, spero che anche nel bene questa volta il detto si avveri. Chi corre il primo dell’anno... 

Numericamente parlando il 2018 si è concluso con 1155 chilometri corsi, circa 90 ore di allenamento, un dislivello di 3680 metri e 121 uscite totali (la metà dello scorso anno a bene vedere, ma di lunghezza decisamente minore). Ma i dodici mesi passati sono anche stati i primi in cui parte della strada sia stata percorsa anche pedalando. Grazie a MyCycling di Technogym sono riuscito ad allenarmi anche quando la schiena non era in perfetta forma. Non tantissimo, per essere in sella ad una bici, ma un buon inizio per un principiante come me. Alla fine sono stati quasi un migliaio anche i chilometri fatti pedalando, suddivisi in una quarantina di uscite. Non lunghe, ma di qualità. Un buon esperimento per il futuro. 

Ma il 2018 è anche stato anche il proseguimento del progetto Wings for Life World Run che ha visto nascere (in Italia) lo spin-off App Run, corso quest’anno sull’Isola di Albarella. Un evento a cui sono affezionato, che sento quasi un po’ mio, ridimensionato rispetto alla sua nascita, ma che sempre è in grado di regalare emozioni. E di far incontrare persone speciali. Da non dimenticare neppure la collaborazione con Milano Marathon, maratona destinata a diventare sempre più grande. Non vedo l’ora di ricominciare. E professionalmente parlando, non posso certo non citare il mio ruolo con Runner’s World (e Cyclist e Men’s Health) che proprio nel 2018 è cresciuto sia in termini di contributi sia in termini di collaborazione, prospettando per il futuro nuovi progetti e nuove sfide sempre più importanti. 

Corro Ergo Sum Runners li ho solo citati velocemente. Ma la nostra famiglia si sta allargando, provando a colorare sempre più runner di violarancio. Qualcuno ci ha abbandonato strada facendo, ma lasciando il posto a nuovi arrivi ancora più forti e ancora più motivati. I progetti sono tanti, nuovi e vecchi. Sfide importanti, che spero presto possano davvero avere degli sbocchi. Sperando anche in un po’ di fortuna. 

Complessivamente un anno difficile, fatto di continue ripartenze. Non è sempre facile trovare forza e motivazioni per ricominciare. Ma l’unico modo per non arrendersi è guardare avanti. Ed ogni tassello di quest’annata si è sempre e comunque incastrato nell’altro, creando un percorso diverso da quello che mi sarei aspettato, ma altrettanto importante ed emozionante. Impegnativo. Motivante. Quando si corre, ho imparato che è difficile scoprire dove sia la linea del traguardo, capire fin dove si possano spingere i propri limiti. Io non me li pongo. Guardo oltre. Immaginando un orizzonte, ma pronto a intraprendere una nuova strada per provare a sorpassare qualsiasi ostacolo. Questo è quello che mi ha insegnato la maratona. Ad andare oltre. Sempre.