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In maratona come nella vita

Mi capita e mi è capitato spesso di paragonare momenti della mia vita (o di quella di altri) alla maratona. Quasi tutti quelli che l’hanno corsa lo fanno. Consapevolmente o meno. Perché dalla maratona, dalla sua preparazione, dalla sofferenza per raggiungere gli obiettivi, si impara a non mollare. A credere che dietro ogni salita ci sia sempre, prima o poi, una discesa. 

Non è cosa facile. Perché quando si è dentro è quasi sempre impossibile riuscire a vedere una luce in fondo al tunnel. Ma se la corsa mi ha insegnato qualcosa, è proprio che non puoi sapere dove sarai in grado di arrivare prima di provarci. Sono ragionamenti che mi capita spesso di fare, sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana. Giusto l’altro giorno, dopo la mia ultima (e prima) uscita in bici di 163 Km in solitaria, disquisivo sul fatto che è impensabile per me che si possa affrontare un Iron Man. Senza neanche aver fatto una frazione di nuoto precedente, pensare di scendere dalla sella dopo centottanta chilometri e affrontare una maratona è qualcosa che al momento per me resta inimmaginabile. E improgrammabile. Ma so anche che basterebbe il coraggio e la voglia di affrontarla, per riuscire a superare anche questa sfida. 

Lo stesso vale nei momenti di crisi. Di difficoltà. Di imprevisti che sembrano pararsi davanti come ostacoli insormontabili. Come la crisi improvvisa (anche se attesa) del trentacinquesimo chilometro in maratona. Un macigno. Un muro. Ma come ogni maratoneta sa (anche se poi tra il dire il fare...) è proprio quello il momento in cui non bisogna rallentare, ma spingere, andare oltre, dimostrare a sé stessi, alla propria mente, al proprio corpo, che siamo più forti, più duri, più testardi. Migliori. 

Non importa quanto prima ci siamo preparati. Non importa nemmeno che tutto fino a quel momento tutto sia andato per il verso giusto. Arriva e arriverà sempre quell’attimo in cui i denti andranno stretti. Per scoprire poi che dalla crisi possono nascere anche risultati non cercati o previsti. Che dalla difficoltà possono arrivare opportunità inaspettate. 

La maratona mi ha insegnato che il percorso è lungo, complesso, pieno di insidie. Ma anche che allenandosi, credendoci, i risultati non possono che arrivare. Anche se a volte un crampo all’ultimo chilometro può rovinare tutto. Ma una volta rialzati si riparte più forti di prima. Guardando avanti. Oltre. Con obiettivi più ambiziosi. Con una voglia rinnovata. Con la consapevolezza che un traguardo è solo il punto di partenza per la prossima sfida.