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L'arte di correre

Ritorno a pubblicare qualche recensione sui libri di running che sto leggendo. L'arte di correre di Haruki Murakami è un romanzo-diario in cui corsa e scrittura si intrecciano, negli anni in cui ancora i blog non esistevano quasi. Un regalo di un amico che ho gradito molto. E in questi giorni in cui non posso correre, lascio che sia la fantasia a farlo. Di seguito la mia personale recensione...

A metà tra corsa e scrittura. O forse meglio dire a cavallo. Perché scrivere e correre sembrano avere molte cose in comune. Murakami racconta la sua evoluzione interna ed esteriore, da scrittore affermato a maratoneta. La corsa lo aiuta in un lavoro di introspezione, di scoperta di sé quasi improvvisa. Sente il bisogno di correre crescere ogni giorno come le parole che nascono davanti alle pagine bianche di un libro. La sregolatezza e l’estroversione native di una mente creativa vengono bilanciate dalla metodicità e dalla programmazione del runner, che scopre il proprio limite sempre un po’ più in là, passando attraverso esperienze che lo formano sia come uomo che come maratoneta.

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Lento

Sensazioni tutt'altro che positive. A quasi un mese di distanza dall'ultima volta sono ritornato sul Naviglio. Tanta, troppa, fatica. Normale forse. Dovrei andarmi a rileggere le pagine dello scorso anno della ripresa di settembre quando ho avuto i problemi al nervo sciatico per capire come fossi messo allora. Oggi è stato quasi un trauma. 43' 17" per fare 10 Km. Credo siano parecchi mesi che il tempo non rimaneva così alto. Normale forse vista la mia condizione fisica e la condizione climatica. Infatti non voglio tirare nessuna conclusione o crearmi falsi allarmismi. Ci vuole qualche giorno prima di riprendere l'abitudine della corsa e certo i 30°C delle sette di sera non aiutano. Questo è un po' l'alibi.

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Come non detto

Tutto normale. Tutto quanto detto e ripromesso ieri, oggi non l'ho fatto. Per cui, ore diciannove, ho infilato le scarpe e sono uscito. Giornata densa, piena di un impegno dietro l'altro e ho sentito il bisogno di uscire per una corsetta rigenerante. Non riesco a dire di no a cielo azzurro e sole. Anche se si fa fatica, Anche se fa caldo. Anche se avevo detto che mi sarei riposato. Poi il tempo è stato clemente e ancor prima del giro di boa il cielo si è un po' rannuvolato regalando un po' di fresco. Sempre che a 33°C di fresco si possa parlare. Ma già non avere il sole a picco sulla testa è stato un vantaggio.

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Berghem de Sura

Ce l'abbiamo fatta finalmente. Quasi non ci credevo ancora quando questa mattina sono partito da casa alla volta di Bergamo. Strano poi, proprio tre giorni dopo averci passato un week-end sfiancante dove le salite e le discese mi avevano davvero distrutto. Puntuali e precisi come due GPS ci siamo trovati al parcheggio di Loreto con Paola e siamo partiti subito verso Città Alta. Ormai anche lei ha finito la stagione così ci siamo solo goduti la mattinata. Cielo azzurro, ma una temperatura invidiabile, 22°C. In questo periodo correre la mattino per chi può è manna dal cielo.

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Contratturificio

Alla fine ho ceduto e mi sono fermato ancora. Nuova seduta dal fisioterapista che questa volta, con la gamba rilassata, ha potuto verificare la condizione. Nessuna buona notizia. Una serie di piccole contratture diffuse lungo i muscoli della gamba sinistra. Non che la sorella stia meglio, ma per lo meno non è nelle stesse condizioni. Quello che non risco a capire è a che cosa possa essere dovuto. Camminate in montagna? Affaticamento fuoriuscito col riposo? Postura dovuta alla scarpe estive basse? Ma ormai non mi resta che recuperare, il prima possibile, ma soprattutto completamente. Non posso rischiare di iniziare una preparazione con i ritmi che mi ero imposto e non essere a posto al cento per cento. Vorrebbe dire solo peggiorare la situazione attuale.

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Verso Torino

Vacanze finite. E per me lo sono state. Vacanze intendo. Ho letto, visto e sentito di corse in montagna, al mare, in collina. Io dovevo riposare e l'ho fatto. Ho dovuto perchè le gambe lo chiedevano a gran voce. E forse, fermarmi, mi è costato ancora più fatica che correre. Solo tre uscite in due settimane. Più una ferrata di due giorni sulle Bocchette Alte del Brenta. Ma quella è stata un toccasana per gli occhi e per lo spirito. In cima al mondo, tanto piccoli come giganti. Ho corso poco e le gambe sembravano ringraziare. Ma domenica le gambe mi hanno fatto male, sempre con il solito dolore ai polpacci, entrambi. Oggi sono subito corso al riparo dal massaggiatore, che diventerà un fido compagno in questa preparazione per la Maratona di Torino del prossimo 18 novembre.

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Gambe e caldo

Giuro che domenica sarà l'ultima corsa e poi mi riposo. Non so se sia stato il caldo, la corsa di domenica, il viaggio di ieri, ma oggi le gambe proprio non andavano. Tanta fatica. Tanti piccoli dolori. Tanto caldo. E avevo anche tanta voglia di uscire a dire il vero, ma la somma di tutto ha reso l'allenamento sul Naviglio abbastanza pesante. Che poi a ben vedere il tempo complessivo sui 10 Km non è neanche andato poi così male, 41' 10". Vuol dire 4' 07" di media. Eppure mi è sembrato di agonizzare in certi punti.

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Scarpe nuove, gambe quasi

Credevo che questa settimana sarebbe stata un mezzo disastro dopo le fatiche del Rewoolution Raid. Soprattutto la tappa di sabato aveva lasciato strascichi e pensieri non proprio positivi sul recupero. Pensieri che già andavano alla tappa di settembre a Torbole, in cima al Lago di Garda, quando dopo una settimana dovrò poi correre la prima Strongman italiana. Ho pensato più volte se davvero riuscirò a correre due gare così pesanti in otto giorni. Mi sentivo veramente a pezzi sabato sera e credevo che in questi giorni avrei patito le pene dell'inferno. Ieri mi sono preso un giorno forzato di riposo. Stasera invece, molto sul tardi per non patire il caldo, ho infilato le scarpe nuove e sono uscito.

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Runner's World di Settembre

E' successo ancora. Questa volta a sorpresa. Guardo l'anteprima del numero di Settembre di Runner's World e già nell'indice mi rivedo in una delle foto scattataci al Rewoolution Raid di Bergamo mentre ci stanno intervistando. Questa volta l'articolo non è mio/nostro, ma della nostra compagna Silvia. E la sorpresa più grossa è stata anche rivedere le tante foto scattate nella due-giorni bergamasca che mi hanno ributtato indietro nel tempo con la mente. Ma c'è ben poco da stare a pensare visto che tra un mese saremo ancora in gara per la seconda tappa estiva, a Torbole sul Lago di Garda.

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Roncobello-Laghi Gemelli

E' la prima volta che scrivo ad una settimana di distanza da una corsa. Un po' per forza di cose, un po' anche per vedere cosa raffiora alla memoria quando il tempo passa e non si e' ancora freschi di chilometri. Una settimana fa c'era aria di vigilia. Avevo scritto due giorni prima che il tempo sarebbe potuto essere brutto, previsti temporali. Quando siamo arrivati a Roncobello domenica mattina ci ha accolto invece il tempo perfetto per correre. Il tempo giusto per cambiarci e ci siamo trovati sulla linea di partenza, al campo sportivo. Nei pochi minuti che mi hanno diviso dall'inizio ho ripercorso tutta la strada fin al rifugio del giro di boa e ritorno, memore delle gite degli scorsi anni: salita asfaltata fin dopo Capovalle, bosco fitto fino ai rifugi di Mezzeno, salita sull'erba fino al bivio dei Tre Pizzi, poco dopo la baita dove lo scorso anno ci hanno fatto ridiscendere a valle, il Passo di Mezzeno e la sua croce e finalmente i laghi. Poi tutto da capo, ma al contrario. Tutto in qualche decina di secondi, nitido, preciso.

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10 Meilen von Köln, la dieci miglia di Colonia

Comincio a giungere alla conclusione che la terra germanica mi porta bene. Non un risultato strepitoso. Pero' ogni volta sempre un posizionamento di rispetto. Anche questa volta ho rischiato di correre in una giornata autunnale anche se siamo alla fine di luglio. Fosse stato sabato e non domenica avremmo preso solo tanta acqua e tanto freddo. Ieri invece giornata quasi ideale per correre. Quasi, perche' non ci fosse stato quel fastidiosissimo vento, temperatura e sole sarebbero stati a dir poco perfetti. Aria fresca, a tratti quasi fredda, l'ideale per correre, soprattutto quando si e' abituati ad arrivare da giornate di caldo afoso a trenta gradi. E sole che splende nel cielo azzurro costellato da nuvoloni che passano ad una velocita' incredibile. La mia crapa-pelata si e' accorta che il sole c'era e ben presente.

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Rewoolution Raid... day-two (Bergamo)

A mente fredda, con i muscoli indolenziti, ripensare ai due giorni passati insieme ti fa riviviere i momenti in maniera differente. Non stai più soffrendo insieme alla tua squadra, ma porti addosso ancora la fatica e le esperienze passate insieme. Vedi il sorriso e le smorfie di chi ti stava seguendo, vedi le mani tese strette per aiutare in una salita gli avversari, senti il vuoto sotto i piedi mentre salti da una rampa di dieci metri, senti le risa e le battute fatte con le altre squadre e i membri dello staff. Non siamo andati certo per vincere, ma neanche prendendola sotto-gamba. Non è la prima volta che partecipiamo come team a qualche competizione, ma ogni volta rimango sempre più stupito di come ogni esperienza fatta insieme agli altri rimanga sempre più nel cuore e crei un legame indelebile con loro.

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