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London Calling Asics MetaRun

Non potevo farmi scappare l'occasione di fare almeno una corsa a Londra. Avevo ancora un conto in sospeso con la trasferta di Praga per poter rinunciare anche questa volta. Una piccola bandiera da piantare.

Da quando sono atterrato ieri mattina a quando sono andato a dormire ieri sera, ho cercato di infilare i 12 Km in programma in qualsiasi spazio possibile, ma senza riuscirci. Così, la sveglia presto prima di ripartire in direzione Valencia è stata l'ultima chance per provarci. E finalmente ce l'ho fatta. Che poi dire Londra è un po' troppo generalista. Sobborghi. Campagna. Periferia. Insomma un bel po' distante da centro città. In effetti, il Big Ben sono riuscito a vederlo solo dall'aereo. Ma forse molto meglio per correre. Forse.

L'occasione è nata grazie alla presentazione delle nuove Asics MetaRun, una scarpa di concezione innovativa per la casa giapponese. Una scarpa per le lunghe distanze. Da maratoneti. Una scarpa per molti, si potrebbe pensare. E invece no. O almeno è quello che penso io. Ma andiamo per gradi. Vista l'opportunità non ho potuto fare a meno di testarle subito. Lo avevo già fatto ieri, alla Brunel University di Londra, ma solo per pochi chilometri e soprattutto in pista. E per una scarpa da over-20k non mi è sembrato il test ideale quello del tartan. 

Ma sulla strada le prime impressioni sono state ottime. Dei quattro fattori su cui Asics ha lavorato per creare le MetaRun, almeno tre (leggerezza, calzata e ammortizzazione) li ho potuti verificare. Sul quarto, la stabilità, è solo questione di qualche giorno.

La scarpa è leggera. I grammi dichiarati sono trecento, ma a sensazione il peso mi è sembrato minore. Classico drop tacco-punta di 10 mm (secondo me l'ideale per una scarpa protettiva creata per la maratona) e durata dichiarata attorno ai seicento/ottocento chilometri. La risposta dell'intersuola FlyteFoam mi è sembrata costante, da quando le ho indossate, alla fine dell'allenamento. L'abbraccio dell'esoscheletro MetaClutch sul tallone si sente e si conforma perfettamente attorno al malleolo grazie al rivestimento interno in schiuma memory. La scarpa rimane salda al piede, pur non perdendo la comodità della tomaia in Jacquard Mesh che, grazie ad una distribuzione della maglia in verticale, si adatta al piede in base alle esigenze e lo carica solo lateralmente e in zona mediale senza infastidire il collo. L'ammortizzazione è particolare, distribuita lungo la pianta, e si percepisce in base al ritmo. Morbida, ma senza affondare sul tallone quando si corre più piano, attiva quando la spinta si sposta verso il mesopiede. Quando invece il ritmo si alza (tra i 3' 45" e i 4' 00") la risposta è immediata e la scarpa sembra essere nel suo range ideale. Non so se il motivo possa essere anche l'intervento dell'AdaptTruss, il rinforzo in carbonio che, insieme al Duomax, permette alla scarpa di riequilibrare la stabilità dell'appoggio quando tende leggermente a pronare. È un evento previsto per le lunghe distanze, quando la stanchezza prevarica stile e concentrazione e il corpo corre da sè. Ma potrebbe anche succedere quando il ritmo diventa leggermente più veloce rispetto al normale.

L'allenamento è andato bene. Le MetaRun sono state delle ottime compagne in terra inglese. Un appunto vorrei farlo sull'indiscutibile english-style. Tutta apparenza. Ho attraversato un piccolo boschetto tra le colline londinesi e in ben due punti a fare da parco-giochi per gli scoiattoli ho ritrovato qualche centinaio di copertoni di auto abbandonati. La strada non permetteva praticamente quasi di correre, con le due carreggiate sufficienti appena per far passare due auto. Per non parlare dell'immancabile coda di auto perennemente presente lungo le strade attorno (e nelle) tangenziali. Più di un'ora per solo qualche chilometro in bus. A fare da controaltare c'è stato però il passaggio nella piccola città di Chalfont Saint Giles, con le sue case piccole, strette e tutte uguali, i ragazzini in divisa pronti per la scuola, il continuo su e giù tra prati di un verde acceso nonostante il cielo grigio e sempre coperto.

In effetti il sali-scendi collinare non me lo sarei aspettato. In alcuni tratti l'inclinazione è stata sufficiente a rallentarmi il passo. Avrei dovuto fare un progressivo, 6 Km a 4' 30" + 4 Km a 4' 00" + 2 Km a 3' 50". Non è stata una progressione lineare visto il dislivello incostante, ma l'effetto è sicuramente stato quello dovuto. Temevo un po' la seconda parte di allenamento visti i precedenti degli ultimi giorni, ma le gambe hanno reagito meglio di quanto pensassi. Tanto quanto è bastato per godermi i 50' di corsa.

O forse merito delle MetaRun. D'altronde una scarpa che costa 250€ (!) dovrebbe fare questo e tanto altro. Che sia una scarpa da élite è abbastanza chiaro. La vendita dal 18 novembre sarà solo on-line sul sito asics.com/metarun e dal mese di dicembre in soli 14 negozi in tutta Italia. La produzione mondiale sarà di soli 60.000 pezzi. Anzi, 59.999.

Qui il mio articolo per Runner's World sulle Asics MetaRun.