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Ripetute 3x3000 3' 50" rec. 1x1000 4' 10"

La fatica comincia a farsi sentire. Soprattutto quando le sedute di lavoro sono tante e consecutive. Il prossimo respiro sarà solo tra qualche giorno, ma il fisico sembra richiederlo già. Il tragico (organizzativamente parlando) lungo di domenica ha lasciato qualche strascico e l'idea di fermarsi senza concludere una maratona-non-programmata è stata, alla fine, la scelta migliore. La cosa che però più mi preoccupa è quella che ancora deve venire.

Gambe stanche. Anche se inizialmente credevo che la seduta di ripetute sarebbe stata più agevole, memore della buona riuscita di quella di sette giorni fa. Anche perchè la prima serie mi aveva lasciato ben sperare (3' 48" di media). Buon ritmo medio con qualche secondo di abbuono e recupero con passo secondo tabella. E caldo. La pausa pranzo sta diventando il primo squarcio di primavera in questo fine inverno. Se continua così la maglia a maniche corte sarà presto la divisa di ordinanza anche in allenamento. La brutta sorpresa è arrivata però dopo il giro di boa.

Non parlo di bora, ma il vento contrario per il tratto di ritorno non è certo stato un aiuto per concludere al meglio la giornata. Le gambe si sono fatte piano piano più pesanti e il chilometro di recupero attivo non ha ridato le energie sperate. Guardando il grafico del cardio non si vedono picchi esagerati, ma evidentemente è stato il massimo che il fisico è riuscito a fare. Partito e finito secondo ritmo (3' 49" e 3' 47") ma con la parte centrale, in corrispondenza della saltella di Inzago, dove ho regalato qualche secondo (3' 54"). Ma comunque perfettamente in media. Diverse invece le sensazioni dell'ultima sessione che hanno completamente rispecchiato poi il risultato finale.

Affanno già iniziato nei mille di recupero, faticosamente abbassati a 4' 11" solo con un allungo finale un po' più veloce. Non ho più ritrovato le gambe diventate immensamente pesanti. Non trovare una corrispondenza cronometrica con il sudore lasciato sull'asfalto è stato demotivante. Riguardando il grafico della cadenza è ben visibile la crescente difficoltà di spinta. Il passo si è accorciato sempre di più (come solitamente accade quando il ritmo aumenta) ma senza trovare velocità, segno del progressivo affaticamento e della ricerca di spinta. Anche l'attraversamento semaforico non ha certo aiutato, dando una pausa per rifiatare (che non ci sarebbe voluta) ma allo stesso tempo riempiendo i muscoli di acido lattico e rompendo il ritmo. Il risultato è stata una serie totalmente fuoriprogramma, ma sicuramente spinta la massimo.

A freddo ho poi scoperto le conseguenze, già intraviste durante le ripetute. Un affaticamento del polpaccio destro che è rimasto rigido e contratto. Non so se una vera e propria contrattura, ma sicuramente qualcosa di poco simpatico. Soprattutto perchè è lo stesso muscolo infortunatosi a settembre e che mi ha tenuto fermo per tre mesi. Meno preoccupante il fastidio al tibiale anteriore, sempre della stessa gamba, che piano piano sta scomparendo. Comincio a pensare che possano essere state le Saucony Triumph ISO 2, poco rodate e con differenziale più basso rispetto ai miei standard, a causarlo. Il dubbio che mi rimane è se continuare piano piano ad abituarmi alla calzata in vista della maratona o se desistere. Saranno i muscoli a decidere.

Intanto credo che il lungo di 12 Km a 4' 10" più altri 12 Km a 4' 00" in previsione per il week-end (che tra l'altro avrei comunque dovuto correre da solo vista la trasferta in terra fiorentina dei prossimi giorni) lo posticiperò di un giorno per dare modo alle gambe di recuperare. Valuterò se provare un lento-test nel pomeriggio andando e tornando dal Parco delle Cascine. Vedere il prof. Massini spero potrà darmi qualche rassicurazione in più.