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Giro delle cascine (Monticello)

Ultimo lungo impegnativo quello di oggi. Non avevo mai corso 30 Km a Monticello dato che la settimana successiva c'è sempre la Stramilano. Ma questa volta la priorità è la Maratona di Milano per cui ho solo invertito le distanze tra questa domenica e la prossima. Sinceramente pensavo che sarebbe stata più dura. Non voglio dire che sia stata una passeggiata, ma settimana scorsa sul Naviglio ho sofferto molto di più. Quando Iacopo è passato a prendermi il tempo non era certo dei migliori, anche se la pioggia prevista non stava scendendo. Siamo arrivati a Monticello praticamente in orario perfetto. Molti del gruppo erano a Roma per la maratona (un meritato "brava" ad Ivana, n.d.a.) e qui siamo rimasti in pochi. Ho rivisto però Pietro dopo parecchio tempo ed ho anche corso con Alberto che non vedevo da Reggio.

Partiamo in quattro, io, Zio, Pietro e Alberto, ma dopo due chilometri ci ritroviamo già soli al primo bivio. Siamo solo io e lui sul percorso più lungo. Parliamo e chiacchieriamo tranquillamente senza spingere troppo. Alberto è reduce da cure e allenamenti più lenti dei miei, così tengo io il passo neanche troppo alto. Non so bene dove ci abbiano mandato non conoscendo benissimo la zona dell'alta Brianza e non avendo mai corso prima quel pezzo. E' un continuo salire e scendere tra vialetti, sentieri, stradine, paesini e boschi. L'unico cartello che incontriamo è quello di Viganò dove una bella salita ci dà il benvenuto. Forse ci sarebbe voluta una cordata per salire. E intanto i chilometri passano. Credo saremo stati su un ritmo tra i 4' 30'-40', ma i continui cambi di ritmo non hanno certo aiutato a capirlo. Ci facciamo tutti i ristori e non smettiamo un attimo di parlare. E quasi neanche ci accorgiamo di ritornare al punto iniziale del bivio per poi ritornare sul percorso che gli altri hanno già fatto quando ci siamo separati. In pratica la seconda metà di gara corrisponde al giro da 19 Km che ben conosco. Al ventesimo dico ad Alberto che provo a spingere un po' negli ultimi dieci chilometri e dopo il ristoro lo saluto. Dopo ormai tre-quattro anni ho imparato bene tutti i sali-scendi di quest'ultima parte di strada e mi ci ritrovo. Diventa più pesante correre da solo, dando più attenzione al percorso e non perdendosi nelle chiacchere. Mi sembra quasi che l'arrivo non arrivi mai, soprattutto nell'ultimo tratto di pratone dove i sentieri zigzagano in continuazione sembrando infiniti. Un po' di fatica in più la faccio, ma mi sento bene. Non ho nemmeno mai bisogno di prendere il gel che ho in tasca, prima volta che mi succede su una distanza così lunga. All'arrivo fermo il cronometro a 2h 24' 16", circa come la scorsa settimana. Certo sarei potuto andare più veloce, ma ho preferito rimanere un po' più sulle gambe che spingere. Per quello ci sarà tempo la prossima settimana insieme a Cris.