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3/4 Halbmarathon Bruneck (Brunico)

Correre in sali-scendi è un po' come fare i conti con il proprio stato d'animo quando sono le incertezze a dominare i pensieri. Gambe veloci che prendono ritmo durante le discese. Sguardo propiettato in avanti per scorgere la fine della salita. In mezzo ci sono i pensieri, troppi, che oltre ad analizzare il momento, la gara, la corsa, pensano a quello che sarà già la prossima volta o ricordano tutti i chilometri che sono serviti per arrivare lì. Non è per neinte facile essere obiettivi nè prima nè dopo. Tantomeno durante, quando un attimo prima sembra che ci sia la definitiva ripresa, ma appena svoltata la curva è la volgia di rallentare e fermarsi a prendere il sopravvento. Ma è la vita del podista. Quando la forma non c'è, quando i risultati tardano ad arrivare, quando le aspettative non sono rispettate. E' facile correre quando le gambe girano a meraviglia. La differenza la fanno però i chilometri di sofferenza. Quelli in cui si impara a tener duro fino alla fine.

Continuo a ripensare da dove iniziare e cosa scrivere ma mi appare tutto confuso. Ci sono stati troppi alti e bassi, troppe sconfitte e riprese per riuscire ad essere lineare e raccontare. E' stato tutto un alto e basso, come se non bastasse già la difficoltà di una gara, ma tutto si fosse allineato per confondere le idee. A partire dal tempo. Pioggia e freddo per tutto il giorno. Ci eravamo ormai arresi all'idea di correre sotto il diluvio che non ha mai smesso per tutto il giorno fino a mezz'ora prima della partenza, alle 17.00, quando il cielo si è miracolosamente aperto e sole e cielo azzurro hanno preso il comando. In un attimo dieci gradi di differenza. Meglio? Mah... Pensavo ci sarebbe stata molta più partecipazione all'evento. Dopo il bagno di folla e iscritti al Giro del Lago di Resia dello scorso anno credevo che questa corse montanaro-estive riscuotessero un gran successo. Invece solo poco meno di cinquecento iscritti al via. Guardandomi attorno e non conoscendo quasi nessuno (a parte Herman Achmuller e Rungger Hannes) ho anche pensato che il parterre fosse abbastanza lento. Come non detto. Pronti via, primo chilometro a 3' 35" e davanti a me già almeno una ventina di runners. Altra nota negativa, o almeno controversa, la partenza troppo veloce. Sono stato fino all'ultimo indeciso sul da farsi: correre insieme a Chiara, provare un lento, fare un progressivo, provare a tirare. Poi le buone sensazioni e le condizioni migliorate delle gambe mi hanno convinto a provare a far gara. Sapevo di non essere al top, per cui mi ero anche ripromesso di partire si davanti, ma di non tirare fin da subito e soprattutto di fare una bella progressione, conscio della disfatta di un anno fa proprio a Resia. E così non è stato. Pur provando a trattenermi il primo chilometro è stato troppo veloce. Vero che sono subito corso ai ripari, ma avrei dovuto gestire ancora meglio.

Il sole inizialmente un po' di fastidio lo ha dato. Sole caldo subito dopo temporale violento e temperatura bassa vuol dire umidità. Fortunatamente non è durato per più di qualche chilometro e non è riuscito a influenzare i momenti critici della gara. Il percorso in sè è molto bello e si sviluppa interamente lungo la ciclabile che da Brunico sale verso la Valle Aurina. Seguendo a tratti il letto del fiume abbiamo attraversato tutti i paesi che separano Brunico da Campo Tures: Teodone, Villa Santa, Gais, Villa Ottone. Tutti disseminati di turisti, tutti riversati in strada e tutti pronti a dare saluto e incitamento continuo. Un bene e un male allo stesso tempo, perchè in ogni tratto di folla o raggruppamenti il passo è automaticamente aumentato, con conseguente crisi e recupero successivo. Alti e bassi. Come il continuo su e giù della pista ciclabile che segue perfettamente l'andamento collinare dei prati lungo il letto del fiume. Bello e affascinante il percorso, immerso completamente nel folgorante verde dei prati di montagna. Curve e controcurve. E tanta fatica, soprattutto per chi come me è abituato al piano. Ma fino al sesto chilometro mi ero anche quasi autoconvinto che potessi riuscire a portare a termine la gara col ritmo che mi stava venendo più facile, tra i 3' 50" e i 3' 55". Ma avrei invece fatto meglio a partire un po' meno sprintoso ed a gestire la fatica in vista della seconda parte di gara. E magari studiare anche meglio l'altimetria.

Dal settimo chilometro la fatica ha cominciato ad uscire. Ho pensato quasi di poter rifiatare fino a a metà gara e poi di riprendere il ritmo. Ma più i chilometri sono aumentati, più la situazione è peggiorata. Il ritmo è calato assestandosi attorno ai 4' al chilometro. Quando ho riprovato a ri-aumentare però qualcosa non è andato come speravo. Mi è come sembrato se le gambe non ne avessero più. Fatica ad alzare le ginocchia e automatico passo più breve. Mi sono sentito in affanno, completamente fradicio. Riguardando le prima foto, anche con una brutta cera. Ma quella forse è l'età. Dall'undicesimo poi la situazione è nettamente peggiorata. Gli intermedi sono vistosamente peggiorati insieme all'aumentare della fatica. Ma solo oggi ho potuto anche capire i veri motivi. Sicuramente la forma non al massimo ha inciso, ma gli ultimi sei chilometri sono stati costantemente in salita. Il continuo susseguirsi di sali-scendi non lo ha reso percepibile durante la corsa, ma analizzando il tracciato del garmin è abbastanza chiaro che ci sia stata. E questo un po' mi consola, anche se non sono per nulla contento del risultato complessivo dei 17,6 Km. Soprattutto il tratto finale dentro a Campo Tures è stato tutt'altro rispetto ad un ultimo chilometro lanciato. Piccolo ma largo giro del paese in costante salita con il gonfiabile dell'arrivo che sembrava non arrivare mai. Ed è stato un peccato non riuscire a provare un bell'allungo finale, ma proprio non ne ho avuto nè la forza nè la voglia, scoraggiato dalle sensazioni negative che mi hanno accompagnato in gran parte della corsa. Anche se qualche sorriso i tanti bamibini lungo il percorso hanno provato a strapparmelo. Tutto sommato rileggendo oggi la media spaccata a 4' 00" precisi e l'1h 10' 25" finale credo possa andare bene così. Anche se gli obiettivi finali di mezza maratona sono nettamente lontani. Sarà difficile che le cose cambino radicalmente da qui alla prossima gara di Parma, ma intanto ci sono chilometri da macinare e sudore da asciugare. Prima delle soddisfazioni ci vuole la fatica. 

Meglio è andata a Chiara, ancora una volta a podio di categoria (terza) con un pieno di yogourt, latte e formaggi altoatesini della Val Pusteria. E spero che meglio sia andata anche all'amico-lettore di Buccinasco che abbiamo salutato prima del via. Alla fine un po' di Corro Ergo Sum c'è sempre in ogni corsa.