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Lunghissimo a Novellara [Trofeo G.P.Avis]

Voglio essere sincero, tutto 'sto vento comincia un po' a stancarmi. Mi è sembrato di ritornare indietro nel tempo al primo lungo stagionale delle Terre Verdiane. Vento freddo (un po' meno di allora visti i 10°C di oggi), pioggia (a sprazzi, ma in alcuni tratti fastidiosa), campagna emiliana a perdita d'occhio, una sottile linea d'asfalto che ha slalomato per 30 Km. E se le ultime due sapevo che sarebbero state così, un po' più di fortuna l'avrei preferita nel meteo. Comincio seriamente a pensare che alla Milano Marathon potrebbe essere un massarco: o ancora una bella giornata di vento e pioggia o una splendida sorpresa con sole e trenta gradi ai quali non saremo minimamamente abituati. Di buono però c'è stato il lunghissimo programmato per questa domenica. Sei chilometri di riscaldamento corricchiando e trenta di gara. Sofferti (perchè comunque la distanza si sente) ma portati a casa in maniera più che soddisfacente. Non sono ancora ritornato ai fasti di tre anni fa, ma la fiducia comincia a salire insieme ai chilometri ed alla forma. 

Si ringraziano Podisti.net e Stefano Morselli per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.

Giusto per non farmi tentare nel partire troppo veloce ho preferito seguire i dettami del Prof. Massini e anticipare la gara con 6 Km di riscaldamento. Che tutto sommato ci stanno. Solo un po' più lungo rispetto al solito. Unico fastidio, essere in partenza già alle 8:30. Tanta tanta gente, soprattutto per la tapasciata non-competitiva legata alla manifestazione. Ma pur non essendo gara FIDAL una bella organizzazione (complimenti). La piazza cittadina in centro paese, già allestita ad inizio mattinata con un bel rettilineo di partenza/arrivo transennato. Il centro logistico nella bellissima rocca a quattro passi (peccato solo per la mancanza delle docce). Speaker e fotografi attivi per tutto il giorno. Tutte le gare dovrebbero essere così.

Nel mio riscaldamento sono andato a sensazione, sia come ritmo che come direzione, ed a sorpresa mi sono ritrovato lungo gli ultimi chilometri del percorso di gara. Non male conoscere da subito il finale di quello che sapevo sarebbe stato un giorno difficile e avere un riferimento in un percorso totalmente sconosciuto. Ma soprattutto ho subito capito che il vento avrebbe voluto dire ancora la sua parte. Tagliando le strade di paese sono arrivato fino al cartello del ventunesimo chilometro, ma con solo tre chilometri corsi. Essendo il cartello dei ventisette solo qualche centinaio di metri più indietro, ho scrutato solo in lontananza quello che ho capito essere l'ultimo circuito campagnolo prima del ritorno definitivo a Novellara.

27' 03" e 6 Km di riscaldamento e qualche minuto dentro alla griglia di partenza dopo la punzonatura prima di ripartire. Fortunatamente senza raffreddarmi troppo e senza nemmeno subire lo stop di attesa. Al via come al solito inizio in salita. Ho provato a controllare il passo chicchierando un po' anche con Gabriele (ottimo 8° posto assoluto per lui, nda) per non farmi trascinare a ritmi troppo alti e un po' ci sono riuscito (a 4' i primi due chilometri), ma c'è ancora da lavorare. A Milano non voglio giocarmi gli ultimi chilometri in partenza. Siamo usciti subito dalla città, in direzione Santa Vittoria e la corsa è diventata una battaglia a senso unico contro il vento. Vento da destra, vento da sinistra, vento davanti. Solo qualche pausa alle spalle, e la differenza si è subito sentita. Ma visto che comunque è stato un allenamento, meglio così.

Il percorso è stato quasi totalmente lungo strette stradine asfaltate tra le campagne. Abbiamo sfiorato qualche paese ma senza mai addentrarci. Quasi più una tapasciata che una vera gara. Zero (e quando dico zero intendo porpio zero, nda) pubblico lungo il percorso, se escludiamo volontari, vigili, carabinieri e cani. Gli unici ad incitarci veramente. O almeno io ho interpretato così il continuo abbaiare dall'altra parte del cancello con relativa corsa al seguito. Allenamento doppio quindi gambe/testa. Rimanere solo con i propri pensieri, i propri timori, le proprie aspettative (e una fastidiosa canzone mandata in diffusione prima di partire). Mi ero ripromesso di non contare i chilometri del riscaldamento e di rimanere concentrato sui cartelli lungo la strada, ma inevitabilmente qualche volta sono cascato nella tentazione di pensare realmente a quanto fossi. Cosa che mi ha disturbato meno di quel che pensassi. Le posizioni di gara sono variate pochissimo lungo il percorso, con le fila molto allungate. E questo ha fatto in modo che la lotta contro il vento fosse una questione personale. I tratti peggiori sono stati i rettilinei in direzione nord, dove il passo è stato rallentato anche di 5" al chilometro. Ma più che la fatica per resistere alla spinta contraria è stato il freddo alle braccia e alle mani a preoccuparmi. Ho rimpianto le maniche lunghe lasciate nella borsa col cambio. La cosa comica è stata anche che tutti i tratti più ventosi al mio passaggio corrispondessero anche a quelli più piovosi. Giusto per non farsi mancare niente. Ma il passaggio al 15 Km (ventunesimo per me) mi ha abbastanza tranquillizzato nonostante le condizioni avverse.

Percorrendo il lungo rettilineo che porta a San Giovanni ho cominciato a capire perchè nella zona tutti i paesi fossero chiamati con nome di santi. Svoltati nuovamente a nord e in corrispondenza del ristoro del ventesimo chilometro (il mio 26 Km) ho pensato che il gazebo del ristoro non avrebbe aspettato il mio passaggio. I successivi tre chilometri sono stati i più lenti e freddi di tutta la corsa, con la pioggia che ha tempestato fastidiosamente la mia testa scoperta. Ma quando la strada ha svoltato in direzione Campagnola Emilia ho tirato un sospiro di sollievo. Ho subito riconosciuto il passaggio del mio giro di boa in riscaldamento e sapevo che, dopo un breve circuito lungo la zona residenziale fuori città, presto ci saremmo rimessi lungo il tratto finale in direzione Novellara. Ho smesso di controllare il cronometro ed ho lasciato che il gps segnasse un countdown automatico verso la fine corsa. Nonostante l'ora nessuno per strada e nessuno nemmeno affacciato alle finestre delle tante villette sparse lungo la campagna. Ma i chilometri si sono susseguiti a candenza perfetta fino a quando ho scorso già in lontananza il cartello del 27 Km (trentatrè per me). La testa si è rilassata conoscendo il tratto finale ed ho iniziato la rincorsa sul runner che mi stava precedendo. Cambio di passo per entrambi, lui rallentando, io leggermente aumentando.

Ultime curve ventose e una volta racchiusi tra le palazzine della città la situazione è migliorata. A sensazione ho sentito un'ottima risposta delle gambe pur essendo nel finale di gara. Le Nike Elite hanno svolto egregiamente il loro dovere nonostante la lunga distanza. Gli unici fastidi sono stati un po' alle caviglie, non ancora abituate al numero dei chilometri, e al solito addominale, svegliatosi dalla metà gara in poi. Ma nulla di insopportabile. Ormai ho capito che dovrò conviverci. Ultima curva a destra e quattrocento metri finali. Con la coda dell'occhio ho visto una maglia blu in risalita e non mi sono fatto pregare. Ho aumentato il passo con buona risposta delle gambe (finale chiuso a 3' 40"). L'entrata nella piazza tra lastroni e ciottolato non è stato piacevole, ma sentirsi chiamare dallo speaker è sempre una spinta in più, che mi ha fatto chiudere i 29,4 Km finali in 2h 01' 58" (4' 08" di media).

Dietro-front immediato per gli ultimi 600 m mancanti e finire il compito dei 36 Km del lunghissimo in 2h 32' 04" (4' 13" di media). Nel frattempo, proprio allo scoccare del mio ultimo metro, è arrivata Chiara che ho affiancato nei suoi ultimi seicento metri per cercare di non farsi strappare la 3° poszione assoluta tra le donne. Altro giro, altra corsa. Ma due salami e una coppa (da mangiare) valgono bene un piccolo sforzo finale. Soprattutto se il peso dei chilometri nelle gambe si è sentito poco. Sono contento soprattutto delle sensazioni post-gara, del finale, della condizione nonostante 102,5 Km settimanali. Settimana prossima mi aspetta l'ultimo vero lungo-veloce, ma già questa settimana sarà solo un intenso scarico. #roadtomilanomarathon non è ancora finita.