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Asics Nimbus 20: esperienza, tradizione e innovazione

E’ da un po’ che non parlo di scarpe. E mi sembra più che giusto ricominciare scrivendo di un modello che ha fatto la storia del running. Parlo dell’Asics Nimbus 20, già da qualche mese sul mercato e che finalmente ho potuto testare con calma durante il mio periodo di ripresa. Esperienza, tradizione e innovazione ai piedi dei runners.

Con Asics ho sempre avuto un rapporto di amore-odio, come spesso succede con gli amori più appassionati. Amore, per un marchio che non ha bisogno di presentazioni e che ha regalato tante soddisfazioni a milioni di runners nell’arco di quasi settant’anni. Odio, perché non sempre ho trovato quel feeling necessario per un amore indiscusso e infinito a causa di una calzata a volte fin troppo stretta. Ma da qualche tempo, soprattutto con i nuovi materiali e i nuovi modelli, questo feeling si è rinforzato. 

Proprio un’Asics è stata la scarpa con cui ho mosso i primissimi passi da podista amatore. Parliamo di sporadiche uscite di un ventina di minuti prima degli allenamenti di basket o calcetto o nei giorni di riposo. Non mi ricordo esattamente il modello (credo una GT del 2005), ma ho ben presente il momento dell'acquisto, il colore (allora le scarpe erano praticamente tutte bianche con solo qualche inserto colorato) e i miei dubbi su un marchio consigliato dal commesso di Cisalfa (di Curno, vicino a Bergamo) che io conoscevo esclusivamente come scarpe da pallavolo. Da allora di strada ne ho fatta parecchia...

Il secondo incontro con Asics è stato poi nel 2010, con la dodicesima evoluzione proprio delle Nimbus, con le quali credo di aver corso la mia quarta maratona assoluta a Firenze. Per arrivare poi a reindossarle solo nel 2015 con le superinnovative Metarun e passare con mia somma sorpresa a più edizioni successive delle Noosa FF che hanno inciso i miei due personali del 2017, sia nei diecimila che nella mezza maratona

Oggi, le nuove Nimbus 20 sono una delle scarpe che mi hanno accompagnato al ritorno in strada dopo il più lungo stop nella mia decennale carriera di runner amatoriale. Le ho avute tra le mani proprio nei giorni in cui la strada sembrava più lontana che mai e sono state anche le prime ad affiancarmi nei primi tentativi di rientro al freddo delle mattinate invernali. Oggi finalmente le posso raccontare.


Asics Nimbus 20

Protezione, comfort e prestazione

La Nimbus 20 rappresenta secondo me la più classica ed universale scarpa da running di Asics. Neutra, con un drop medio-alto (10 mm nel modello maschile e 13 in quello femminile), un peso importante (305 gr per l’uomo e circa 250 gr per la donna), una calzata fasciante ma comoda, un’ammonizzazione che la fa percepire morbida, ma una nuova mescola che la rende allo stesso tempo anche reattiva. 

La tomaia è caratterizzata da un sottile mesh, più resistente e leggero, che avvolge il piede senza strozzarlo e lasciando le dita libere di muoversi e ricercare il proprio spazio. Oltretutto regalando anche una trama e un’estetica del tutto particolare, che mi ha ricordato le skin tipiche dei serpenti. Un piacere anche per chi guarda la forma e non solo la sostanza. Il collare attorno alla caviglia e la linguetta sono imbottiti regalando una sensazione di comodità assoluta, che permette di allacciare la scarpa senza paura di stringerla troppo al piede. 

FlyteFoam, Eva e Gel (ben visibile nella parte esterna, sia nella zona posteriore che in quella anteriore della scarpa) sono accoppiati nell’intersuola in modo da regalare allo stesso tempo reattività, confort e durata. La sensazione iniziale è quella di avere ai piedi una scarpa lenta, morbida, quasi da scarico. Ma spingendo sugli avampiedi ci si accorge della risposta ricercata anche in termini di spinta e velocità. 

In questi mesi l'ho usata principalmente durante allenamenti di lento, in progressione o nelle variazioni di ritmo, in quelle settimane in cui ho dovuto ritrovare quell’abitudine al passo e un rapporto con la strada perso. Come se fosse la prima volta che mi ritrovassi lungo la ciclabile del Naviglio. E le Nimbus 20 mi hanno aiutato a ricordare come fare. Una scarpa ottima per chi vuole iniziare a fare sul serio, esplorare un mondo nuovo per spingersi piano piano sempre più in là. Ma perfette anche per chi ricerca un modello ambivalente, che vada bene nei giorni in cui regalare alle gambe un po’ di relax e durante quel allenamenti in cui ricercare anche un po’ di velocità. Distanza e durata sono cose di cui non ci si deve più preoccupare.