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Coronavirus, una nuova opportunità per il runner

Il runner, il maratoneta soprattutto, non è persona che si ferma davanti agli ostacoli. Guarda avanti. Oltre. Sapendo che prima o poi tutto passa. Ecco perché anche questa nuova emergenza causata dal Coronavirus è solo una grande opportunità per scoprire davvero cosa voglia dire correre. 

No, non sono impazzito. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, diceva Spiderman. Ma anche da un grande problema nascono nuove grandi opportunità, dico io. Perché è sempre nell’emergenza che si trova la voglia e la forza per superarsi e riuscire a fare quello che non si era pensato fosse possibile. O semplicemente scoprire nuove opportunità che prima mai si erano prese in considerazione.

Proviamo innanzitutto a pensare cosa voglia dire essere runner. Io lo associo alla libertà. Perché nessuno mai potrà vietarci di allacciarci le nostre amate scarpe e uscire a correre. Che sia Milano o Codogno o Wuhan. Proprio l’altra sera ascoltavo l’intervista fatta a una studentessa italiana in quarantena nella città cinese. Sola. Isolata. Ma con un’unica grande possibilità. Quella di scendere nel campus dell’università e correre. La sua ora d’aria. Il suo sfogo quotidiano. Il suo modo di sentirsi libera. Viva.

E correre (nonostante tutte le contro-notizie raccontate dopo la scoperta del Conornavirus sul runner-paziente-uno) è anche un modo per combattere malattie e infezioni. Correre ci rende forti, immuni, veloci anche nel debellare i virus. Correre è la nostra vita, è l’arma che ci permette di non arrenderci mai di fronte a nulla. E se mai un giorno ci diranno di non uscire ci inventeremo qualcosa per non fermarci comunque (magari sfruttando il tapis roulant o magari correndo i nostri allenamenti tra i mobili del salotto). Correre è la nostra medicina.

Non sono un medico. Non sono un virologo. Sono un runner. E come tale so quanto correre faccia bene. Il bello è che in tanti lo stanno scoprendo in questi giorni. Opportunità. Palestre chiuse, piscine chiuse, centri sportivi chiusi (o quasi). Runner e sportivi si sono riversati nei parchi cittadini, all’aria aperta. Per correre, per muoversi, per stare bene. E magari, anche chi si è trovato di colpo senza il calcio in tv, ha deciso di provare a fare quel passo in più. È la magia del running. 

Opportunità dicevo. Quante sono le gare che in questi ultimi giorni sono state cancellate, rinviate, modificate? Capisco la delusione di chi si sta(va) preparando per la prossima maratona. Di chi continuerà i propri allenamenti nell’incertezza di riuscire a tagliare il suo traguardo. Ma passata l’incazzatura iniziale, si potrà poi scoprire un mondo nuovo. Un mondo non più fatto di gare ogni week-end, di corse ad ogni costo, del continuo bisogno di mettersi alla prova. Ma un mondo più soft, dove correre diventa scoperta, piacere, sperimentazione, condivisione. Il running primordiale. 

E un’opportunità da cogliere anche per chi nel mondo del running non ci corre ma ci lavora. Le difficoltà che ci saranno da oggi in avanti per ridisegnare i prossimi mesi del calendario podistico forse riusciranno a insegnare qualcosa a chi lo dovrebbe controllare e definire. Con leggi chiare, regolamenti comuni, vincoli da seguire. Troppa confusione ancora oggi e una situazione che diventerà sempre più caotica. Anche nel mondo del running si deve avere il coraggio di prendere delle posizioni decise, severe, uguali per tutti.

Liberi si, ma solo di correre.