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Runner vs Coronavirus: correre o stare a casa?

Ne abbiamo già parlato ieri in questo articolo (Runner e Coronavirus: corro o non corro?) e finalmente il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 marzo è stato decisamente più chiaro: si alle attività all’aria aperta. Ma... seguendo le giuste disposizioni. E se la scelta giusta fosse invece rimanere in casa?

Dopo le varie polemiche scoppiate sui social negli ultimi giorni sul si, si può correre o no, non si può correre, finalmente il nuovo testo del DPCM chiarifica ogni dubbio. Si-può-fa-re! (famosa citazione del tanto amato Frankenstein Junior di Mel Brooks). 

Art.1 (Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale)
(...)
2) Sull’intero territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. 
3) (...) lo sport e le attività motorie svolti all'aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro.

Si può uscire a correre (come abbiamo scritto anche su Runner’s World), a passeggiare, a giocare. Basta non creare assembramenti (fuori dal proprio nucleo famigliare), quindi non correre in gruppi o gruppetti, soprattutto in scia. Basta stare a distanza sicurezza da altri runner. Basta adottare piccole e semplici regole per non infettare o essere infettati (non toccarsi, non starnutire senza coprirsi la bocca, non sputare...). È chiaro che se in 2000 vanno a correre contemporaneamente in Parco Sempione, la cosa non va bene.
Tutto questo lo avevo già scritto ieri, anche se per molti la cosa non era chiara e corretta. La novità di oggi è che queste restrizioni non sono più valide solo per la zona lombardo-veneta, ma estese a tutta Italia.

C’è una cosa da tener presente, qualsiasi sia l’attività che intendiamo fare. Cercare di non farsi male. Perché in questo momento gli ospedali hanno ben altre priorità rispetto ad un trauma per una caduta e non sono in grado di garantire (giustamente) un eventuale soccorso. Soprattutto (l’ho già scritto ieri) evitare gli sforzi eccessivi che possono abbassare le nostre difese immunitarie e facilitare l’attacco del virus (le maratone e i pb lasciamoli alle gare vere, non agli allenamenti di queste settimane). 

Ma... c’è sempre un ma. Il Presidente del Consiglio (che ci piaccia o che non ci piaccia) ha iniziato ieri sera il suo discorso dicendo esplicitamente restate in casa. Un consiglio, non un obbligo (anche se, continuando così il contagio, presto saremo costretti a farlo tutti). Una scelta di coscienza per molti runner, che non se la sentono per paura o per dovere civico di uscire a correre. Cosa fare quindi se decidiamo di non uscire all’aperto per i nostri allenamenti? 

Non di sola corsa vive il runner

Se i più fortunati possono comunque allenarsi correndo su un tapis roulant (e qualcuno potrebbe seguire la pazzia del cinese a Wuhan che ha corso una maratona nel salotto di casa), per tutti gli altri l’alternativa è dedicarsi ad altra attività. 

Una scelta potrebbe essere quella di un riposo forzato. Un reset per gambe, muscoli e testa. Uno stop di scarico e di rinforzo per ripartire più forte quando tutto sarà passato. Magari cedendo per una volta ad una maratona televisiva invece che a quella sua strada. Per altri, soprattutto triatleti e amanti della bici, la possibilità di pedalare in casa sui rulli, magari sfruttando le novità regalate dalla tecnologia, scoprendo nuovi percorsi virtuali grazie a Zwift. Per chi invece vuole rinforzare il cardio, ci sono in rete numerosi video di interval training o circuiti cardio per sudare, sfogarsi e magari migliorare la propria prestazione. E perché no, rinforzare la propria muscolatura con esercizi di potenziamento o stretching sfruttando quello che la casa ci regala inconsapevolmente.

Essere runner significa anche questo. Fare la scelta giusta nel momento giusto. Ora.


Aggiornamento DPCM 11 marzo:

Nell’ultimo Decreto non si parla di sport all’aperto, per tanto rimango in atto le disposizioni dei giorni precedenti. Correre singolarmente senza creare assembramenti non è vietato, anche se uscire di casa è altamente sconsigliato. È inoltre possibile che singoli Comuni abbiano messo in atto restrizioni più alte rispetto a quelle imposte dal Decreto.