Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

Camminata del Roccolo (Grezzago)

Non mi aspettavo a sole due settimane dalla Maratona di trovarmi ad avere le gambe così pesanti. A ben pensare però un po' me la sono cercata piazzando tre uscite consecutive a parttire dalla Stramilano dove ho spinto troppo invece di riposare anche. Ieri mattina sono partito solo a Grezzago per il giro preliminare dei 7 Km. Il dilemma prima di iniziare, visti i 6°C è stato: completo leggero per non soffrire il caldo sul finale o completo pesante per non soffrire il freddo dell'inizio? Come sempre ho optato per non subire il caldo, ma certo la partenza non è stata leggera. Il fatto di non trovare il chilometraggio lungo il percorso non mi ha reso la vita facile, visto che dal primo passo ho sentito la fatica di alzare le gambe. Senza riferimenti cerco di regolarmi su un passo non troppo veloce per non dare troppo in vista del secondo giro da 22 Km con il gruppo. Rientro in 37' mentre gli altri stanno facendo la foto di rito prima della partenza. Mi posiziono tra le file e dopo pochi secondi riparto. Neanche un attimo di rifiatamento, ma è melgio così.

Simone e papà, reduci dalla Maratona di Seregno della settimana prima, partono a spron-battuto. Li lascio andare e mi piazzo dietro a loro insieme a Pietro e Massimo. Fatico ancora a regolare il passo e per i primi chilometri fino a Concesa chiacchieriamo tra un passo e l'altro. Poi complice la discesa e un ristoro Massimo allunga e ci lascia soli. Con Pietro che mi aiuta a mantenere il passo ripercorriamo la sponda del Naviglio verso Vaprio al contrario rispetto a come siamo soliti fare. I percorsi da una corsa all'altra molte volte si intersecano tra loro e alcuni passaggi, solitamente i più belli, si ripetono più e più  volte. Al bivio del percorso dei quindici Pietro mi abbandona e proseguo solo verso Fara per poi ritornare verso la partenza. Appena la strada si allarga in un lungo rettilineo qualche centinaio di metri davanti a me scorgo il gruppo di testa. E come ogni volta che vedo qualcuno davanti provo a prenderlo. Devo frenarmi per non finire le energie residue, pensando anche che ho già sette chilometri in più nelle gambe. Vederli avvicinare sempre più ad ogni passo è uno stimolo, anche quando entriamo nel bosco dell'Adda e tra i sentieri stretti e curvi è impossibile percepire sia velocità che distanze. Ma appena prima del giro di boa riesco ad unirmi a loro. Simone avanti qualche metro tira le fila come sempre mentre io cerco di non perdere passo che avevo mantenuto fino a raggiungerli. Il problema diventano i piccoli strappi in salita che troviamo, che a differenza degli altri subisco abbastanza. All'ultimo, risalendo tra  le vie di Vaprio, Massimo e Simone allungano e non riesco più a prenderli. Rimane solo Roberto che prima allunga poi comincia a perdere metri dietro di me. L'ultimo tratto di corsa dopo la mia-mezza è il più difficile. Finito l'asfalto dei paesi ritorniamo in campagna dove buche e dissestamenti mi tagliano definitivamente le gambe. Comincio a sentire il nascere di piccoli crampi. Ogni tanto do un occhio per controllare dietro di me e cerco di visualizzare la strada che manca all'arrivo. Ho sofferto tanto, troppo per la distanza che ho percorso, ma sono fiducioso del fatto che tutta la sofferenza di ieri sarebbe stata sofferenza in meno tra due settimane. Poi finalmente  tagli oil traguardo virtuale dei miei 29 Km dove dopo tanto tempo trovo sara ad aspettarmi. Il cronometro segna 2h 23' 18". Lo sguardo probabilmente indica tanta, troppa fatica.