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Quanto sei bella Roma

Mi sarebbe piaciuto correre molto di più lungo le strade di Roma. Ma i pochi giorni a disposizione non ci hanno permesso di essere atletici come nostro solito. Passare nei quartieri più caratteristici, scoprire gli angoli più nascosti, attraversare la ciclabile sul Lungotevere, entrare ancora più a fondo nella nostra storia. Una buona scusa per ritornarci quanto prima.

Quando questa mattina abbiamo fatto l'ultimo giro tra Vaticano, San Pietro e Castel Sant'Angelo vedere i gruppi di runners che attraversavano strade e piazze mi ha fatto parecchia invidia. Anche perché rispetto gli ultimi giorni hanno anche avuto la fortuna di trovare sole e cielo azzurro. Ma le nostre valige ormai erano fatte e sigillate. L'ultimo saluto l'ho potuto fare solo ieri quando mi sono regalato un tour improvvisato a Villa Pamphili. Sarei dovuto essere insieme a Giorgio Calcaterra, ma purtroppo ho potuto solo seguire le sue indicazioni senza poi averlo al fianco lungo i sentieri dei suoi allenamenti quotidiani. Sarà per un'altra volta, magari a Milano nelle prossime settimane.

Ma la visita a Villa Pamphili, pur sotto la pioggia e in mezzo al fango, ha avuto il suo perché. Pensavo di incontrare molti più runners intenti a smaltire i bagordi di Natale e fine anno, ma probabilmente il clima umido e l'apparento freddo hanno fatto desistere i più, facendo rimandare ancora di qualche giorno lo smaltimento dei grassi in eccesso. E mi son goduto la calma e il silenzio del parco. Lunghi viali alberati di terra battuta attraversati da piccoli sentieri in mezzo ai prati verdi nonostante l'inverno. Pini marittimi a fare da tettoia per la pioggia e centinaia di pappagallini verdi a rendere vivo il silenzio di Villa Doria. Un su e giù continuo, caratteristico di tutta la città, a creare un ritmo naturale e involontariamente allenante.

Ho corso non solo a sensazione ma anche improvvisando, scegliendo destra o sinistra per variare zona ma senza allontanarmi troppo dal ritorno. Le gambe hanno reagito bene ai dieci chilometri della We Run Rome, anche se non avrei immaginato un indolenzimento generale così marcato ai muscoli. Nonostante non abbia spinto la massimo, sanpietrini, salite e discese si sono fatti sentire. E probabilmente anche tutti i chilometri fatti in questi giorni camminando tra chiese e resti romani. C'è una cosa che abbiamo scoperto. Camminare è più faticoso che correre. E anche Giorgio è d'accordo sulla nostra conclusione... meglio cento chilometri di corsa che dieci camminando.