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Stratreviglio (Treviglio)

Mentre New York si stava per svegliare per la sua maratona io scendevo in pista per il mio lunghissimo in vista di Firenze. Domenica di pausa per il Mulino Vecchio, Zio in quel di Busto Arsizio. Arrivo con tutta calma al punto di ritrovo in zona mercato e faccio appena in tempo a salutare Federico che sta partendo. Come programmato in settimana parto per il primo giro di 7 Km senza spingere troppo e cercando di capire la reazione della schiena. Dopo qualche centinaio di metri saluto Lucia e Ivana e così comincio i miei 37 Km in solitaria. Può sembrare una follia correre da soli per tutta quella distanza e tutto quel tempo, ma ripensandoci ora mi sembra tutto passato in un attimo. Controllare il fiato, il movimento delle gambe, la reazione della schiena. Contare la distanza percorsa e saper valutare lo stato di stanchezza. Cercare i punti di riferimento lungo il percorso. Poi rimane tutto quello che non è solo corsa-fisica: strade, sentieri, campi, vento, pioggia, rimori. Oggi mi sono goduto tutto questo.

Parto in mezzo al gruppone tra le 8 e le 8.15. Nonostante pioviggini leggermente sono in parecchia già in strada. Senza mai uscire da Treviglio in 35' ritorno alla partenza e con mia sorpresa non c'è più nessuno che inizi la sua mattinata di corsa. Per la prima volta parto come ultimo assoluto. Raggiungo i primi davanti a ame già appena dopo un chilometro, ma sono pochi quelli che scorgo anchein lontananza. A differenza di tutti gli altri che svolteranno chi per i sette, chi per i quindici, chi per i ventuno chilometri, io però sono diretto sul percorso dei trenta e strada e tempo che mi separano dall'arrivo sono molti di più che per tutti gli altri. Solitamente quelli che devono fare i lunghi cercano di partire il prima possibile per non tornare a casa troppo tardi, ma non è il mio caso. Differentemente dalle domeniche passate, mi fermo a tutti i ristori che incontro per bere un bicchiere d'acqua. Non so se sia stato lo smanicato antivento che ho usato stamattina, ma ho sofferto sete e caldo come non mi succedeva da un po' di tempo. La strada della Stratreviglio la conosco a menadito. Quattro o cinque anni fa è anche stata il battesimo della mia prima mezza. L'unica parte che sempre mi sembra sconosciuta sono i chilometri tra i campi dopo Badalasco, ma passano in fretta. Rimango un attimo spaesato quando mi accorgo che i successivi tre ristori sono stati leggermente spostati rispeto agli altri anni e perdo i riferimenti. Dopo la prima ora con passo controllato cerco di alternare dei tratti lenti con un ritmo attorno a quello della maratona. Non controllo però mai il cronometro, che almeno per oggi non deve essere la mia priorità. Anzi. Voglio sentirmi libero di correre a sensazione, con la speranza soprattutto di aver imparato a conoscermi. La schiena sembra stare bene. Ho qualche piccolo fastidio solo nei tratti irregolari o di salita/discesa, ma nulla più. La mente però batte il corpo ed è in grado di cancellare qualsiasi sintomo fasullo. Conto i chilometri che mi separano dal giro di boa. Una volta passato il diciannovesimo chilometro so che il più è fatto. Il vento però diventa fastidioso e freddo. Quando sto per cominciare l'ultima decina di chilometri andando verso Arcene comincio a sentire la prima vera stanchezza e le gambe danno segno con qualche piccolo sintomo di crampi. Ma mi sento bene. Davanti a me ho gli ultimi sul percorso dei 30 Km e poco a poco ne supero prima uno, poi un altro, fino a lasciarne una buona schiera alle mie spalle. La differenza tra me e loro è però che io ho anche sette chilometri in più sulle spalle. Avvicinandomi a Treviglio e poi alla Geromina cerco di mantenere un passo attorno ai 4' 30" fino all'arrivo. Ho anche un po' fame. Ma quando mi concentro sulla corsa mi accorgo di avere un ottimo passo e un movimento più che fluido nonostante i chilometri già fatti. Do' uno sguardo al cronometro per capire se il passo che ho tenuto mi può permettere di stare sotto alle tre ore totali. Tengo il passo e ripercorro la circonvallazione di Treviglio come già fatto due ore e mezzo prima. Penso a Firenze e al fatto che mi mancherebbero ancora cinque chilometri prima di potermi fermare, ma sento che potrei permettermi di farli anche oggi. Sento che il corpo è disposto a seguira la mente. Svolto sull'ultimo rettilineo e fermo il cronometro in 2h 56' 05". Non era il tempo quello che oggi mi interessava fare, ma una proiezione della media mantenuta mi avrebbe portato ad un tempo di maratona di 3h 18" co una media di 4' 42" al chilometro. Soddisfatto cerco la tenda dei massaggi, sapendo che l'ora tarda mi dovrebbe permettere di non fare coda. E infatti dopo un quarto d'ora di rilassamento sento le gambe rinascere sotto le mani esperte del massaggiatore. Non posso che essere che soddisfatto. Mancano ancora tre settimane, non sarà una passeggiata, ma ce la possiamo fare. Basta volerlo.