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Prove di corsa

Credo di non aver passato mai un periodo di bassa forma come in questa prima parte dell'anno. Una concomitanza di eventi che non mi hanno permesso di ritornare sui livelli delle passate stagioni e di provare a superarli. Un peccato. Forse un segno che l'età avanza, anche per me. Ma è nei momenti più difficili (sportivamente parlando) che il runner è abituato a tirare fuori gli artigli (o i chiodi). Non si molla un metro.

Come avevo già detto mi sono preso queste ultime settimane in concomitanza con la nascita di Tommaso come periodo sabbatico dalla preparazione. Che non vuol dire non correre (a parte i giorni in cui fisicamente non ce l'ho proprio fatta), ma solamente non essere ossessionato dal seguire pedissequamente la solita tabella. Tra l'altro è anche qualche giorno che non sento il Prof. Massini (che in queste ore sarà in Trentino per la Cortina-Dobbiaco) e sarà meglio fare il prima possibile il punto della situazione per i prossimi obiettivi. I primi due sono già ben chiari e in calendario. Sono ritornato però a correre regolarmente. Un po' improvvisando, in base alla voglia di giornata, correndo a sensazione senza mai controllare ritmo e velocità. E' bello ogni tanto lasciar scorrere le gambe. Correre senza pensare e vedere che comunque la voglia di andare è sempre maggiore.

Sono contento delle uscite dell'ultima settimana. A volte col caldo del sole di mezzogiorno, qualcuna con la pioggia come domenica scorsa, qualche altra col variabile delle nuvole, alternando l'avanti e indietro sul Naviglio, con i circuiti ormai rodati attorno a Gessate lungo il Canale Villoresi. Mi sono accorto di quanto sia molto più facile farlo sulla ciclabile della Martesana. Strada dritta, asfalto ben tenuto, nessun ostacolo. La velocità vien da sè. Ed è forse stato un po' lo sbaglio degli ultimi tempi. Abiturarsi a tracciati fin troppo semplici, senza variazioni e troppo veloci. I muscoli lavorano sempre nella stessa maniera, si affaticano sempre con lo stesso movimento favorendo gli infortuni. Ho trovato agio nella variazione tra asfalto del paese, terra battuta del canale, ciottolato e sentieri in campagna. Curve, non frequenti ma ben distribuite, un po' di falsopiano in salita e in discesa. Una corsa un po' più muscolare, che va a coinvolgere più fasce, e che mi ha fatto percepire poi immediatamente l'estrema linearità della strada lungo il Naviglio. Non si smette mai di imparare.

La variabilità di terreno non è proprio il forte della martesana, intesa come zona. Campagne piatte, strade asfaltate, non molto di più. Ma volendo la variazione si può facilmente trovare, anche senza accanirsi sui dislivelli. Ed è probabilmente quello che mi è mancato in questo periodo in cui ho frequentato meno le tapasciate domenicali. Soprattutto quelle lungo la sponda bergamasca dell'Adda. Evidentemente, pur non essendo manifestazioni competitive, hanno sempre dato il giusto apporto all'allenamento andando ad integrare le mancanze delle corse settimanli più lineari. Da tenere in considerazione per il futuro.

Quello che mi resta ora è riprendere in mano la situazione. Con tutta la calma del caso visto che i prossimi impegni (veri) saranno solo dopo l'estate. Due per ora quelli più importanti. Prima, il Salomon City Trail di Milano a settembre, che da due anni cerco di correre ma al quale da due anni non riesco a partecipare. E vorrei farlo da protagonista. Poi, la maratona autunnale, che quest'anno sarà in Italia, alla Firenze Marathon, sposando il challenge organizzato da Runner's World e Technogym (sul numero di giungo tutti i dettagli). Mi manca la velocità, mi mancano i chilometri, mi manca la resistenza, mi manca il peso (ieri 68,5 i chili). Insomma, bisogna ripartire da zero, quasi. E per farlo inzierò a sfruttare le garette estive che riempiono i paesi in questo periodo. Primo appuntamento questa sera a Villasanta, alla Corsa delle Cascine. Non l'ho mai fatta, ma seguirò come un'ombra (fino a quando ci riuscirò) Franco e Christopher, riprovando a correre ancora una volta senza guardare l'orologio. Da qualche parte si deve pur iniziare.

(Grazie a Roberto Mandelli per la foto di copertina).