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Mezza al Parco di Monza

Primo di due lunghi al Parco di Monza in otto giorni. E' sempre una certezza dal punto di vista della bellezza e del livello di allenamento. Ma altrettanto per la difficoltà di seguire scrupolosamente i percorsi reali. Anche se la forma, quella vera, è ancora lontana. Otto settimane, quello che basta per essere pronti alla partenza.

Mi piace correre al parco. Ma ho imparato che se non si è ai massimi livelli è anche molto difficile. Strade asfaltate che si alternano ai sentieri sterrati. Discese e salite che a volte lasciano le gambe scariche. Ma anche acqua a volontà per gli allenamenti più lunghi. Tanta costante compagnia su tutto il percorso. La prossima settimana sarà il turno, per la prima volta, del Monza Challenge. E per l'occasione oggi prima di partire mi sono ristudiato attentamente la mappa del percorso della mezza, per non perdermi come già successo in tutti gli altri allenamenti in cui ho provato a seguire frecce e indicazioni. Svolte improvvise, andate e ritorni dove sbagliare è semplice, basta una curva.

La cosa però che mi ha maggiormente preoccupato è stata la condizione della schiena, che in settimana mi ha dato parecchi problemi. Sono dovuto ricorrere all'osteopata per sbloccare quadrato dei lombi, diaframma e vertebre sacrali. Un bel pasticcio che mi porto dietro da un po' di tempo, ma che in queste ultime settimane è decisamente peggiorato. Ma fortunatamente problemi non ne ho avuti. Diversamente dall'orientamento sul percorso.

La tabella del prof. Massini prevedeva 16 Km a velocità maratona (4' 00", chissà se davvero sarà questa la velocità della Firenze Marathon) e un allungo finale di 2 Km a 3' 50". Partendo da Villasanta mi sono immerso sul percorso costeggiando il Lambro per qualche chilometro diriscaldamento che avrebbe completato, insieme al defaticamento, il giro completo di 21 Km. I primi andarivieni tra i sentieri alla sinistra di Viale Cavriga li ho fatti a memoria, trovando facilmente a terra i riferimenti del percorso reale appena rifatti. Oltretutto con passo molto più sicuro di quanto potessi pensare. Quasi spensierato. Ma idillio che si è rotto non appena avvicinatomi ai giardini della Villa Reale dove ho perso l'orientamento.

Devo necessariamente aver mancato un riferimento, probabilmente coperto dalle foglie, perchè dopo il quinto chilometro, sempre nella stessa maledetta zona, ho sbagliato direzione. E nello stesso istante la freschezza e la sicurezza mi hanno abbandonato. Mi sono inerpicato lungo i sentieri del sotto bosco per ritorvare la strada principale, spendendo tantissime energie e incontrando il primo tratto di salitella che ha dato il colpo di grazia a gambe e fiato. Una situazione di tranquillità che se fosse durata avrebbe reso l'allenamento tutt'altro rispetto a quanto poi è diventato. Con il sesto chilometro la velocità di crociera ha decisamente cambiato ritmo, in peggio, concetrato più sulla scelta della strada che sullo sforzo da fare. Ho improvvisato per due chilometri ributtandomi poi sulla retta via.

Ma la fatica è iniziata ad uscire troppo presto rispetto a quanto avrei voluto. Più per una questione mentale che fisica. Il lungo salitone di Viale Cavriga e i successivi chilometri di sali scendi hanno fatto il resto. Velocità media che inizialmente si era sistemata solo qualche secondo sopra i 4' 00" al chilometro prefissati. Un'ottimo passo visto il percorso impegnativo. Passo che con il passare dei chilometri però è stato altalenante, anche se in maniera costante. Evidentemente proprio condizionato dal percorso di allenamento.

Ho proseguito ancora a memoria cercando di ricordare la mappa studiata, ma alcune svolte non mi sono state familiari e intorno al quattordicesimo chilometro ho nuovamente perso il sentiero ufficiale. Non so se sia stata più la stanchezza o lo sconforto a tagliarmi le gambe. Ho proseguito segendo le strade a me più congeniali e cercando di studiare un percorso alternativo per concludere l'allenamento dove lo avevo iniziato. E il conto dei chilometri per lo meno è stato favorevole. Il ritmo nel finale è un po' calato, ma molto condizionato dalle asperità e dalla pendenza del terreno. Anche se negli ultimi due chilometri di allungo finale le energie non sono mancate, nonostante la velocità sia comunque stata un po' più lenta del previsto. Alla fine 20,3 Km in 1h 24' 51" che per il periodo, il percorso e le ultime settimane va più che bene. I ricordi delle mezze in cui andavo a premio di categoria sono lontani, ma c'è sempre un lumicino che tiene viva la speranza. La stessa che mi porterò dietro la prossima settimana per cercare di non sbagliare percorso per l'ennesima volta.