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Giro delle Cascine (Monticello)

L'alta Brianza non tradisce mai. Puoi correre a Monticello o a Montevecchia o a Missaglia o a Lomagna o a Besana, ma resta sempre una corsa che ti riempie. Gambe, muscoli e cuore. Credevo che, dopo il cross di ieri, le gambe sarebbero state un po' appesantite e invece con sorpresa oggi ero in ottima forma. Ottima rispetto alle ultime uscite. Siamo stati incerti fino all'ultimo se scegliere Monticello o Calusco, anticipata di più di un mese rispetto al solito periodo, e alla fine abbiamo fatto lascelta migliore, anche se l'Adda ha sempre il suo fascino. Siamo rimasti soli io e Chiara, orfani di Iacopo, e quando siamo arrivati al punto di ritrovo è stato quasi impossibile parcheggiare. Macchine ovunque. Come sempre.

Le previsioni atmosferiche non erano delle migliori, la leggera pioggerellina ed i 3°C con cui partiamo sono stati invece un ottimo inizio. Solo qualche centinaio di metri insieme e poi comincio la mia corsa in solitario. Non correvo la Corsa delle Cascine da due anni, l'ultima volta insieme a Zio e Massimo, altri tempi. Il percorso me lo ricordavo a sprazzi. Suddiviso in tre parti: prima la vallata verso Cortenuova, poi il versante di Missaglia e per concludere le salite di Sirtori. Credevo di soffrire di più, ma mi sono sentito bene, nonostante il dislivello di circa 400 m a cui le gambe non sono assolutamente abituate. Ma era proprio quello che cercavo: salite, potenziamento e chilometri. Scendendo e risalendo verso Cortenuova il ritmo è stato buono, nonostante i due brutti passaggi sul fango comuni a tutte le corse di Monticello. Difficile stare in piedi quando le suole slittano all'indietro e l'equilibrio è precario. Ma fortunatamente il novanta-per-cento del percorso era poi su asfalto. La parte centrale dei 20 Km totali è stata quella forse più suggestiva, col passaggio tra i vicoli dei paeselli attorno a Missagliola. Case e corti tipiche della Brianza, ciottolati e vialetti in mezzo alle colline. Tutto un sali-scendi continuo, ma senza strappi, fino alla salita spacca-gambe di Molinata. Una lunghezza di qualche centinaio di metri, ma quasi impossbile da correre. Mi sono imposto di correre tutte le salite che avrei trovato, anche a costo di andare più piano e appesantire i quadricipiti, ma è quello che mi serve in questo momento. E così ho fatto. Sono contento di esserci riuscito senza particolari problemi, a parte l'imballamento provvisorio delle gambe nei primi metri dopo lo scollinamento. La terza parte di gara poi è stata forse quella più dura per la lunga salita a Sirtori e Perego da Viganò. Quattro chilometri quasi ininterrotti, con la temperatura che si è abbassata man mano che la quota è aumentata. Un po' di ghiaccio e qualche grossa goccia gelata in faccia. Pochissima la gente in giro, ma un panorama splendido su tutta la Valle del Curone, spezzata solo dalla foschia invernale. Le gambe hanno comunque risposto bene ed è questo che mi interessa maggiormente al momento. L'unico intoppo c'è stato verso il finale quando mi si è slacciata la scarpa sinistra. Ultimamente ho qualche piccolo problemino con stringhe e linguetta, spero sia dovuto solo all'usura. Una volta scollinati è stata poi tutta una lungua discesa fino all'ultimo piccolo strappetto prima dell'arrivo. 1h 36' 03" totali senza particolari problemi. Mi sarebbe piaciuto confrontare il tempo di un anno fa sullo stesso percorso, ma purtroppo non lo posso fare non avendolo corso. Sarà per l'anno prossimo.