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Fartlek

Non ci ho pensato molto, m'è venuto quasi spontaneo uscire indossando la maglia di una maratona. Importante per me, la mia prima sotto le tre ore, quella di Reggio Emilia. Importante per non dimenticare, per testimoniare quanto successo a Boston. Importante per ricordare a tutti quelli incontrati che nonostante tutto il mondo del running non si ferma. Un messaggio che ieri hanno voluto lanciare in tanti. A Milano due ritrovi, al Centro Sportivo del XXV Aprile, con il gruppo di A Piede Libero e X-Run, e in centro, in Galleria, con i Podisti da Marte. E non casuale anche la coincidenza che ha portato anche Iacopo ad indossare gli stessi miei colori, nello stesso momento, nonostante non ci fossimo nè parlati nè messi d'accordo. Non siamo amici e runner per caso.

Era importante uscire per tanti motivi. Anche per ricominciare a riprendere il ritmo. In attesa che torni Fulvio da Boston, questa settimana ho previsto un po' di scarico e qualche cambio di ritmo. 12 Km di fartlek, senza nessuna pretesa. A dir la verità la testa aveva una voglia incredibile di correre. Non vedevo l'ora di uscire sotto il sole e i caldo primaverile finalmente arrivato. E come me in tanti, visto che l'alzaia era veramente piena di gente. Avessi previsto dei lavori di qualità avrei avuto anche poco spazio in alcuni tratti. Però è bello vedere così tanta gente lanciarsi nello sport. Mi sembra quasi che ad ogni stagione la frequentazione aumenti. E la cosa strana è che le facce sono sempre diverse. Tranne quella di Franco incrociato e salutato frettolosamente. E l'ho anche visto tonico e ben in forma. Io invece ho cercato di tenere un ritmo facile e di allungare in qualche tratto. In alcuni momenti ho anche faticato troppo, accorgendomi poi di aver avuto un ritmo un po' troppo veloce, sui 3' 50". Ma ripensando alla corsa di domenica è andata decisamente meglio, anche se alla fine dei 49' 55" ero ben cotto. Solo un anno fa mi sembrava di volare. Ma forse è sufficiente prendere solo un po' più di rincorsa.