Allenamento alla Maratonina di Busto
Buon allenamento. Devo dire che se avessi fatto la stessa seduta alla tapasciata di Carugate non sarebbe stata la stessa cosa. Correre sull'asfalto non è come correre sui sentieri di campagna. Correre in gara, seppur per allenamento, non è come provare le stesse velocità ad una marcia amatoriale. Per questo sono molto soddisfatto della scelta fatta. Vero che le tapasciate sono più allenanti, ma in questo periodo, lavorando sulla velocità, meglio non appesantire troppo le gambe. Soprattutto in vista della vera mezza che sarà tra sette giorni a Crema. E poi ho potuto vedere un percorso che non conoscevo, una corsa che, seppur con le sue carenze, potrebbe essere una buona scelta per gli prossimi anni. Anche perchè i premi di categoria per i primi dieci classificati fanno gola.
Si ringraziano Arturo Barbieri, Roberto Mandelli e Antonio Andò Capasso per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.
Soddisfatto dell'allenamento, ma non tanto della gara in sè. Mi chiedevo cosa spingesse tremila persone (duemila per la mezza e mille per i diecimila, nda) a correre a Busto, ma ancora sinceramente non l'ho capito. O meglio, qualche idea, ma non convincente. Il percorso sicuramente è veloce. Un po' troppe curve e vie troppo strette all'inizio, ma un lungo pianeggiante, con una sola leggera salita appena dopo metà gara. Un alleato per il pb. Anche se la ressa prima della partenza è stata qualcosa di imbarazzante. Nessun controllo, nessuna predisposizione di griglie, i soliti pacer (non tutti) che partono sparpagliati tra la massa senza alcun ordine e senso. Forse l'organizzazione dovrebbe pensare che, se non sono in grado di gestire (bene) un'adesione così ampia, forse sarebbe meglio mettere un numero chiuso al primo migliaio di iscritti. Anche le strutture non sono adatte ad accogliere un'affluenza così grossa. Solo il buon senso di chi conosce già la corsa e si organizza a modo suo ha aiutato anche i meno esperti. In gara poi però tutto è stato perfetto. Strade sgombre e traffico completamente bloccato, ristori ben organizzati, attraversamenti ben presidiati. Diciamo che le lacune sono state bilanciate dalle cose positive. Da parte nostra invece tutto è andato come doveva. Anche se in realtà tutto è iniziato abbastanza male. Appena uscito dagli spogliatoi per il riscaldamento il gps ha preso il segnale in un secondo. Credo non sia mai stato così veloce. Ma probabilmente stava scherzando, perchè a dieci minuti dall'inizio gara invece il segnale è scomparso e non c'è stato verso di ritrovarlo fin dopo il quinto chilometro di gara. Nulla di grave dato che era solo una seduta di allenamento. Siamo andati quindi a sensazione. Chiara al mio fianco appena la strada più larga ce lo ha permesso. Ho cercato di impostare l'acceleratore sui 4' 30" ma in realtà credo di essere stato un po' troppo veloce, anche di un 15" al chilometro. Errore da non commettere tra due settimane a Firenze. Quando poi il cronometro è ritornato a funzionare ci siamo rimessi meglio in carregiata. Tutto sommato comunque Chiara non ha sofferto la velocità più alta, anzi avrebbe potuto fare di meglio se l'obiettivo fosse stata solo la gara odierna. E proprio al sesto chilometro Cune e Lele ci hanno superato su un ritmo appena superiore al nostro, anche loro in preparazione della stessa maratona. La strada è uscita appena fuori Busto Arsizio, sfiorando le campagne e le zone industriali. Viali larghi e piani, con una leggerissima e impercettibile salita fino al sedicesimo chilometro circa. La pioggerella autunnale di inizio gara è scomparsa lasciando anche spazio ad un timido sole dopo mezz'oretta. Clima ideale, quasi caldo. Dopo metà gara abbiamo rallentato un po' di più, non tanto per stanchezza, quanto per rientrare nei ritmi prestabiliti. E non senza fare fatica. Ho sentito le gambe un po' imballate. E' stata una lunga crocera fino al 14 Km quando finalmente ho potuto cominciare le ripetute. In tabella 4x1000 a 3' 40" con recupero di 3' a sensazione. La difficoltà più grossa è stata trovare la giusta velocità, troppo differente dal lento fatto fino a quel momento. Ho pensato solo a spingere, sorpassando il gruppone sul lato opposto della strada, verso il centro. Al primo bip del gps un sospiro di sollievo, ma anche la sorpresa quando ho visto il 3' 28" sul cronometro. Il vero motivo per cui sentivo la fatica. Appena prima di cominciare la seconda sessione ho intravisto la maglia gialla della Martesana Corse di mio Zio poco più avanti e l'ho raggiunto per un saluto veloce. Poi via di nuovo e un buon 3' 35". Da qui in poi la leggera discesa, impercettibile all'occhio ma non alle gambe, è stata una fedele alleata. E vedere i tempi sempre sotto a quanto previsto dal prof. Massini è stato un bello stimolo. Nuovo 3' 31" per la terza sessione. Superare il gruppone con i pacers dell'1h 30" è stata una sorpresa visto che pensavo di rimanere sopra l'ora e trenta di allenamento. Ma probabilmente la prima parte di gara fatta un po' più veloce mi ha regalato qualche secondo di vantaggio. Al diciannovesimo chilometro ultimo step, avvicinandoci al centro di Busto. Un po' più di pubblico e il passo di tanti che aumenta in vista dell'arrivo. Per me nuovo 3' 29". Non appena stavo per rallentare il passo ho intravisto ad un centinaio di metri le maglie di Cune e Lele e non ci ho pensato due volte. Ho provato a raggiungerli. In realtà volevo solo tenere un ritmo sui 4' 00" e riprenderli poco prima dell'arrivo, ma anche loro hanno aumentato a loro volta il passo per l'ultimo chilometro. Li ho visti avvicinarsi un passo alla volta e nascondersi ad ogni angolo di svolta, ma sono mancati una decina di metri prima dell'arrivo. Ma ancora 3' 39" per un'ulteriore ripetuta e senza recupero dalla precedente. 1h 28' 11" il totale sui 21,1 Km di gara. Chiara (seconda di categoria) e Zio poco più dietro, ma solo di qualche minuto. Oggi non era il giorno per raccogliere i risultati. Saranno le prossime settimane quelle che valgono.