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CORRO per AiCRA alla Milano Marathon

Festa doveva essere e festa è stata. Una festa durata tutto il week-end, da quando ho messo piede al Marathon Village sabato a quando sulla mia vespa ho lasciato Milano alle spalle domenica pomeriggio. Ormai lungo il percorso della Milano Marathon restavano solo gli addetti allo smontaggio delle transenne. Anche l'inconsapevole contributo dei clacsonisti milanesi era un eco lontano. Gambe stanche, ma di una stanchezza diversa. Quella stanchezza densa di soddisfazione perchè sai che hai fatto tutto quello che dovevi, che tutto è andato come programmato, che il sorriso negli occhi di chi ti ha accompagnato è un sorriso sincero. Ci sono tanti modi di vivere la corsa, tante piccole sfumature che colorano un mondo pieno di mille sfaccettature. Ieri erano il bianco, l'azzurro e il lilla di CORRO per AiCRA. I colori della festa per Markiyan.


CORRO per AiCRA. Si ringraziano Roberto Mandelli e Podisti.net per la gentile concessione sull'utilizzo delle foto.

Sarebbe stato bello averlo con noi ma purtroppo non è una cosa ancora possibile. Ma con noi c'è sempre stato, portato di mano in mano dalla partenza a Rho della Maratona fino all'arrivo di Piazza Castello. E' stato Simone il primo alfiere. Abbiamo aspettato insieme che Chiara partisse per il suo allenamento-lunghissimo nella gara-vera salutandola con la bandiera di CORRO per AiCRA per poi dare il via alla nostra staffetta. Mentre Simone iniziava i suoi chilometri ho fatto da spola al primo cambio in zona Lotto/San Siro dove Franco mi aspattava. Cogliendo anche l'occasione per godermi qualche minuto di maratona salutando e dando un cinque a tutti gli amici in gara. Qualcuno è poi arrivato vincitore, qualcun'altro ha solo partecipato, qualcuno non ha mai visto l'arrivo. Sono le regole della Maratona. La gara più bella che ci sia. La Corsa con la C maiuscola.

L'organizzazione per il cambio-borse della staffetta è una combinazione vincente. Ogni membro di un team aspetta il proprio compagno con la sua borsa cambio in mano, al suo arrivo ci si scambia reciprocamente chip e sacca (c'è anche la possibilità di un piccolo deposito temporaneo per chi avesse paura di perdere prezioni, secondi o oggetti, nda). Nessuna confusione, nessuna coda finale, nessun intasamento. Più facile da farsi che da spiegarsi. I punti di cambio sono quasi lunghi un chilometro, suddivisi ogni cento metri in box da cento squadre. Trovarsi tra compagni è facile ed automatico. Ancora di più per noi, ben visibili grazie al nostro bandierone. Nonostante avessi un buon margine di tempo prima dell'arrivo di Franco, mentre ancora mi stavo dirigendo verso il nostro box, ho intravisto in lontananza il vessillo di Markiyan. Con tutta calma ci siamo scambiati asta e sacca ed ho iniziato la mia parte sportiva. E' stato il momento clou di tutto quanto fatto in questi mesi, dalla raccolta fondi, all'organizzazione dell'evento con AiCRA. Tutto e solo per Markiyan. Bandiera, maglia, fischietto. Vederci e sentirci è stato più facile che non farlo. 

L'unico inconveniente è stato il garmin che mi ha tradito in partenza (e credo anche nel resto della corsa). Il segnale in mezzo ad altri migliaia di runners e tra i grattaceli della stazione Centrale è arrivato solo dopo i primi tre chilometri. Nulla di grave, comunque non è stata una corsa per il tempo. Ma un riferimento del passo che stavo tenendo mi avrebbe fatto più che comodo. Per cui, al buio, ho iniziato a sfilare le centinaia di maratoneti che ho aveuto davanti. Ho voluto correre la terza frazione quasi come rivincita sulla martona dello scorso anno, quando purtroppo esattamente da dove sono partito avevo finito le energie residue dai malanni infrasettimanali. E un po' per scoprire e godermi questo nuovo percorso nel centro di Milano, cosa che lo scorso anno non sono riuscito a fare. E mi sono goduto la festa. Un buon passo, anche per riempire d'aria la bandiera sopra la mia testa. Fischietto stretto tra i denti per scaldare il pubblico raggruppato lungo la strada. Come se il sole caldo di mezzogiorno non bastasse. Per quasi tutta la terza frazione ho trovato spettatori sui marciapiedi. Applausi, incitamento, sorrisi. Io mi sono divertito. Dove ho trovato raggruppamenti più numerosi gli incitamenti sono cresciuti. Ma non li ho chiesti certo per me. Io sono stato solo l'alfiere di Markiyan e di AiCRA. E la bandiera ha fatto il suo dovere in questo senso. E un po' credo abbia fatto piacere anche agli amici maratoneti che ho avuto attorno.

Il passaggio più bello è stato sicuramente quello tra Corso Vittorio Emanuele, Piazza Duomo e Piazza della Scala. Pubblico numeroso, fischietto che ha echeggiato tra i palazzi nobili della vecchia Milano. Una bella emozione e il ritmo, a detta del garmin, ne ha beneficiato. Ma comunque è stato un passaggio faticoso. Il lastricato completamente irregolare, a tratti bagnato e scivoloso è stato pesante. La bandiera ha dato meno fastidio di quanto pensassi. Pesante ma non troppo. E' stato un duro lavoro solo per il polso che ha dovuto tenerla dritta per tutti i 10 Km di frazione. L'orecchio sinistro oggi invece si lamenta per il sibili troppo forte del fischietto. Chissà cos'avranno pensato i poveri maratoneti che ho superato. Anche se in realtà molti mi hanno salutato e incitato a loro volta, pur stremati dai chilometri e dal caldo.

Il traffico cittadino non è stato un mio problema. Ho corso tutta la frazione in una zona completamente chiusa alle auto, da cambio-staffetta a cambio-staffetta. Solo qualche sporadica intrusione di pedoni. E come un vigile non è mai mancato un fischio intimidatorio. Diverso invece la situazione nell'ultimo tratto di gara, da Pagano all'arrivo. Quando sono arrivato Daniela (la nostra ultima staffettista, nda) e Simone erano seduti ad aspettare ancora Franco. Il passaggio lungo l'area di cambio è stato un susseguirsi di urla, applausi, saluti, mani alzate. Bello. Ci siamo scambiati chip e bandiera e siamo partiti per l'ultimo tratto di percorso (per me e Franco 18 Km totali, per Simone qualcosa in più, nda). Franco ci ha raggiunti poco più avanti, anche lui colto di sorpresa dall'arrivo anticipato al cambio secondo i nostri calcoli. E tutti e quattro insieme abbiamo fatto festa fino all'arrivo. Daniela ha fatto il passo, Franco e Simone si sono alternati alla bandiera ed io ho dato sfogo al fiato rimanente per fare urlare il fischietto.

Ad ogni drappello di gente che abbiamo incrociato abbiamo animato il passaggio. Saluti, applausi, qualche battuta. I bambini sono stati i più belli da vedere, colpiti dalla bandiera di Markiyan e attirati dai fischietti. Peccato per la desolazione degli ultimi 8 Km. Conoscevo già a memoria il percorso, ma farlo non stravolto dalla Maratona me lo ha fatto vivere in maniera diversa. La cosa peggiore è stata la mancata presenza di forze dell'ordine per dirigere il traffico da Via Washington fino a Corso Sempione. Vedere automobilisti incuranti attraversare in macchina il percorso della maratona mi ha fatto davvero male. E gliel'ho fatto sentire. Peccato che il comune e il signor sindato Pisapirla abbiano snobbato un così bell'evento. Forse avrebbero fatto bene a scendere in strada per vedere cosa è una festa di sport e cosa sono stati in grado di fare per provare a rovinarla. Uno dei peggiori incroci è stato invece a metà di Corso Sempione, fortunatamente monitorata dai vigili urbani, che però hanno dovuto far attraversare comunque le auto in mezzo al percorso e soprattutto in mezzo ai maratoneti esausti negli ultimi cruciali chilometri. Anche a loro ho dedicato il mio personale contributo di fischi e ironia.

La nostra festa invece è proseguita chilometro dopo chilometro fino al quarantesimo, dove anche Chiara si è unita alla nostra causa per gli ultimi mille metri. Dove possibile abbiamo proceduto appaiati con le cinque maglie di CORRO per AiCRA e il nostro vessillo in bella vista. Le transenne si sono popolate piano piano appena arrivati vicino al Castello Sforzesco. I fischietti hanno annunciato l'arrivo della corsa per Markiyan. Primi, a sorpresa, tra gli arrivi dei gruppi di staffette. Bello emozionante, anche se questa volta non lo abbiamo fatto per un tempo, ma per una buona causa. Tra l'altro, 3h 08" sul cronometro ufficiale (tra le prime cento staffette arrivate, nda) è stata una sorpresa anche per noi. Ci siamo divertiti, abbiamo riso, abbiamo corso. Insieme. Insieme a tutti quelli che sono partiti da Rho per una giornata di festa ed hanno animato una città che non li voleva. Io sono stato felice di averlo fatto, felice di aver fatto un altro passo in più. Vedere la soddisfazione in tutti quelli che ci hanno accompagnato è stato il regalo più bello. Per questo so che se potesse Markiyan ci ringrazierebbe uno ad uno. Lo faccio io per lui. Grazie di tutto ragazzi.

E anche se la nostra staffetta è finita, non è ancora terminata la nostra raccolta fondi. Quello che ci eravamo proposti di raccogliere lo abbiamo raggiunto, ma noi vogliamo fare sempre di più. Fate anche voi un regalo a Markiyan. Nella nostra staffetta solidale c'è posto per tutti.