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Ripetute col sorriso

Si corre per divertirsi. Per stare bene. Perche è bello. Io corro perchè mi piace. E me lo sono ricordato negli ultimi duecento metri prima di arrivare a casa. Sfatto, sudato all'inverosimile, trascinandomi verso la fine. Ho corso sul marciapiede di fianco alla ciclabile che sfiora il piccolo parco della zona residenziale, dove una mamma con il passeggino cammina dietro alla figlia. Non avrà avuto più di quattro o cinque anni. Un piccolo zainetto rosso in spalla e un vestitino leggero. Mi vede arrivare e quando sono quasi al suo fianco, separati solo da un paio di metri di erba verde, inizia a corrermi di fianco. Così, come se fosse la cosa più naturale al mondo. I passi scandiscono il suo ritmo decisamente più veloce del mio. Ma non si arrende. Io la guardo per un attimo nascosto dagli occhiali da sole. Non si ferma e continua imperterrita nel suo gioco, senza mai perdere un metro. Quando siamo ormai all'incrocio dove la ciclabile finisce, lei rallenta prima di fermarsi ed io svolto verso il mio arrivo poco più avanti. Alza la mano agitandola e grida forte un Ciao rubandomi un sorriso tra le smorfie di stanchezza.

E' questa l'essenza della corsa. Non importa la distanza, non importa il tempo, non importa il dove e quando. Correre per divertirsi. Magari se l'avessi incontrata prima, l'allenamento che prevedeva ripetute sarebbe andato diversamente. O forse no. Nonostante i 36°C sono uscito comunque per provare a seguire il programma settimanale, 2x3000 a 3' 45" + 2x1000 a 3' 35". Nulla di improponibile in condizioni normali. Anzi. Per come mi sento in questi giorni un allenamento di ordinaria amministrazione. Ma siccome corro per stare bene e non per farmi del male, sono partito ripromettendomi che in caso di troppa fatica avrei assecondato le mie sensazioni.

Naviglio quasi deserto. Solo qualche camminatore e qualche ciclista. Quando ho allungato, il primo intermedio mi ha dato sicurezza, con qualche secondo sotto la media. Il brutto è arrivato nella terza parte, dove il caldo ha avuto il sopravvento. Non tanto per il fiato, quanto per le gambe che hanno smesso di girare. E' incredibile come la stanchezza con la calura esca prepotentemente. Ma non mi sono arreso. Tre minuti corsi ad un ritmo di walking per recuperare il più possibile e sono ritornato sulla mia strada. All'inizio mi era sembrato che anche la seconda parte potesse rispecchiare i primi tre chilometri, ma dopo il primo ho decisamente rallentato il ritmo, passando ai 4' 01" e successivamente ai 4' 11" finali. Mi sono accontentato di quanto fatto, 10,5 Km e 45' 44".

La cosa che mi sembra più strana è che questo succeda solo a me. Leggo e ascolto tanti che corrono come se il caldo e le temperature non incidessero minimamente su resistenza e velocità, sulla forma, sulle gambe. Corse al mattino, corse alla sera, in pista, su strada, salita e discese. Peccato non mettano poi i loro tracciati visibili. Mi sembra un mondo fatto di supereroi. Ma fortunatamente ci sono anche quelli come noi, quelli a cui basta correre di fianco ad un bambino e stare bene.