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Evening Summer Trail (Muggia)

Correre per divertirsi. Correre per stare bene. Correre per stare insieme. E poi una gara di tuffi a bomba dal molo della partenza. Un molo. Una lunga e sottile striscia di cemento che ha r-accolto tutti i centosessanta partenti. E' questo lo spirito con cui l'A.S.D. Evinrude MuggiAtletica ha organizzato la Evening Summer Trail. Corsa competitiva. Corsa certificata Fidal. Ma corsa come scusa per passare una serata diversa. E' l'aria che si è respirata fin da subito. Con la sorpresa finale regalata da un veloce quanto violento temporale accompagnato da una fresca bora. Sono quelle gare che ti rimettono in pace con tutto, dalla testa alle gambe. Sono quelle gare che servono per ricordarti che a volte basta correre per essere felici. Se poi arriva anche un podio, tanto meglio.

E questa volta non eravamo solo in due, io e Chiara, ma ci ha fatto compagnia anche Silvia. Compagnia durata poco, solo l'attesa della partenza. Poi ognuno per la sua strada. Stesso sentiero, ma mondi diversi. Tutti in coda sul molo, circondato dal mare. Tutti che aspettano l'ultimo momento per antrare in griglia per non rimanere troppo arretrati. Superarsi diventa difficile. Ma dopo lo sparo il mare è stato solo un vecchio ricordo. Una lunga salita sassosa ci ha portato subito in quota. In realtà leggendo la descrizione del percorso, pensavo che la corsa sarebbe stata molto più scorrevole e tranquilla. Più classica. Diciamo una 8 Km in sterrato-ondulato. In realtà è stato un trail vero e proprio. Una sola lunga e stretta striscia di terra corribile che ha attraversato i boschi del Carso, tra rapide e veloci salite e discese lungo i sentieri della Traversata Muggesana alle pendici dei Colli Muggesani Occidentali, in quella che era la tenuta di caccia dell’Arciduca Ludovico Salvatore d’Asburgo. Stretti slalom tra gli alberi nel crepuscolo del tramonto. Entrare e uscire negli spiazzi erbosi era come accendere e spegnere la luce. Ho cercato di rimanere aggrappato al gruppetto di testa, ma gli spazi si sono allungati piano piano. In discesa, che credevo essere il mio punto forte, il vuoto. La disabitudine del correre in montagna e la mancanza da un po' di tempo di tapasciate lungo la riva dell'Adda hanno pesato. Come la mancanza di salite. Ma sono sempre rimasto lì davanti. I chilometri sono sembrati non passare mai, anche se poi complessivamente la corsa è stata velocissima. Avere un riferimento avanti di qualche metro è stato importante per rimanere concentrato sull'appoggio e non dover scoprire il percorso ad ogni bivio. Ma ritrovare i boschi, i sentieri sterrati ricoperti di aghi di pino, sentire l'odore della terra alzata dai piedi, il bruciore dei rovi sulle gambe scoperte è stato quasi rilassante. Una calma interiore opposta al ritmo frenetico di gambe e piedi che hanno cercato appiglio e ritmo allo stesso tempo. Mi è sembrato più volte di riconoscere i passaggi per ritornare sulla strada del ritorno fino a quando davvero non mi sono ritrovato sulla discesa che ci aveva dato il benvenuto arrivando dal mare. Un allungo involontario stando più attento a non prendere storte che ad aumentare la velocità, che ha fermato il cronometro in 31' 54", 3° di categoria e 15° assoluto. Esattamente quanto mi ero ripromesso in partenza. Chiara è arrivata poco dopo sbucando all'improvviso tra gli arrivi maschili come prima donna assoluta, seguita a breve da Silvia, posizionata esattamente come me (terza e quindicesima) nella classifica femminile.

L'unica cosa che non ci è tornata è stata la lunghezza del percorso. La Fidal ha certificato la distanza ufficialmente, ma nessun gps ha registrato più di sette chilometri totali. Errore probabilmente giustificato dal continuo sali-scendi e dalle veloci andate-e-ritorno. Nessuna polemica. Dato lo spirito e la tipologia di percorso e di gara sarebbe inutile. Ma volevo prendere lo spunto per farne invece un po' per quelle gare partecipate e inserite in circuiti ufficiali che pubblicizzano e dichiarano distanze non reali. Correre dieci chilometri o tre-quattrocento metri in meno, fa differenza. E guarda caso ogni anno sempre tempi da pb. Tempi miracolosi in certi casi. Non sarà vero doping, ma l'effetto è lo stesso.